Guerra in Ucraina«Progressi sulla pace», presto la telefonata Trump-Putin?
SDA
17.3.2025 - 06:00
«Distanze ridotte» tra Russia e Ucraina, una telefonata nei prossimi giorni tra Donald Trump e Vladimir Putin e un accordo forse «nel giro di qualche settimana».
Passi avanti verso la tregua e la pace secondo Steve Witkoff, l'inviato del presidente americano in prima fila nei dossier ucraino e mediorientale, che sabato ha riferito al tycoon a Mar-a-Lago l'esito del lungo incontro con lo zar a Mosca.
Un faccia a faccia «positivo», ha dichiarato poi alla Cnn, dicendosi fiducioso in qualche progresso reale a breve.
Verso una seconda telefonata?
«Penso che i due presidenti avranno una discussione davvero buona e positiva questa settimana», ha anticipato, aggiungendo che Trump «si aspetta davvero che ci sia una sorta di accordo nelle prossime settimane, e credo che sarà così».
Si tratterebbe della seconda telefonata nota quest'anno tra i due leader, dopo quella «lunga e altamente produttiva» seguita al rilascio del docente americano Marc Fogel, negoziato sempre da Witkoff.
Sarà proposta la tregua già accetta da Kiev?
Quest'ultimo ha però dribblato quando gli è stato chiesto se Trump e Putin decideranno nella telefonata se attuare la tregua di 30 giorni già accettata da Kiev.
«Il presidente Trump è il decisore ultimo, come lo è il presidente Putin per la Russia», ha risposto, aggiungendo che il solo fatto che si parleranno «dimostra che c'è uno slancio positivo».
Witkoff ha quindi assicurato che «le distanze tra Kiev e Mosca si sono ridotte» e che il team di negoziatori Usa incontrerà questa settimana quello ucraino e anche quello russo.
Ecco i principali nodi da scioglere
L'inviato di Trump ha però ammesso che la situazione è «molto complicata, più di quella a Gaza», elencando alla Cbs una serie di nodi: lo stop ai combattimenti lungo un confine lungo ben 2000 km, le incursioni di Kiev nella regione russa del Kursk, il fatto del reattore nucleare ucraino di Zaporizhzhia, l'accesso al Mar Nero.
Ma si è detto ottimista perché «le parti interessate, compresi gli europei, sono impegnate a fare tutto il necessario per arrivare a una soluzione positiva».
Note incoraggianti anche dal segretario di Stato Marco Rubio, che sabato si è sentito col ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, definendo il colloquio «promettente» (nonostante la richiesta di Mosca di fermare i raid sugli Houthi) e aggiungendo di sperare «di poter annunciare qualcosa abbastanza presto».
Putin però vorrebbe anche altro
Il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz ha ventilato nuovamente che Kiev dovrà probabilmente rinunciare alla membership Nato e anche cedere territori, un sacrificio in contrasto con l'integrità territoriale ribadita dai ministri degli Esteri del G7 in Canada.
«Quello che abbiamo sentito da Putin è che prenderà assolutamente in considerazione il cessate il fuoco, ma ci sono altre cose che vorrebbe vedere e la squadra di Trump per la sicurezza nazionale le valuterà nei prossimi giorni», ha spiegato ad Abc.
In effetti lo zar ha aperto alla tregua ma ad una serie di condizioni. Mosca, ha spiegato il consigliere diplomatico del Cremlino Yury Ushakov, ha ribadito a Washington le sue preoccupazioni sul piano per il cessate il fuoco.
Ovvero che da parte russa lo si considera «un tentativo di concedere un momento di respiro alle forze ucraine, che sono al momento in difficoltà poiché l'esercito russo è in fase offensiva in tutti i settori».
Keith Kellog silurato... a metà
Ma ha confermato che si lavora anche per un incontro Putin-Trump a tempo debito.
Nel frattempo il presidente americano ha dimezzato il ruolo di Keith Kellogg, ora inviato speciale solo per l'Ucraina e non più anche per la Russia, dopo che Mosca aveva fatto trapelare il suo scarso gradimento per il generale, considerato più simpatizzante verso la causa ucraina.
Al momento non si intravede però quali concessioni potrebbe o dovrebbe fare Mosca al tavolo della pace, mentre continua a bombardare senza tregua l'Ucraina.