Giustizia L'angelo della morte della setta di Charles Manson esce di galera dopo 52 anni

SDA / pab

12.7.2023 - 20:16

È stata rilasciata in libertà condizionale, dopo 52 anni di galera, la 72enne Leslie Van Houten, uno degli «angeli della morte» della famigerata setta di Charles Manson, che seminò panico e orrore nella Los Angeles di fine anni '60. Lo riferiscono i media americani.

La sua scarcerazione era attesa, dopo che il governatore della California Gavin Newsom aveva rinunciato ad impugnare la decisione di una corte d'appello statale di concedere la libertà vigilata alla detenuta, condannata all'ergastolo per l'efferato omicidio dei coniugi Leno e Rosemary LaBianca nel 1969.

I membri della cosiddetta «Manson Family» avevano ucciso sette persone nel 1969 per conto del loro leader Charles Manson

La vittima più famosa fu l'attrice Sharon Tate, incinta, a pochi giorni dal parto, e moglie del regista Roman Polanski. Van Houten non fu coinvolta in questo crimine, ma lo fu nell'omicidio dell'uomo d'affari Leno LaBianca e di sua moglie Rosemary il giorno seguente. Fu condannata all'ergastolo, che ha scontato fino ad oggi.

Dal 2016, una commissione per la libertà vigilata aveva già chiesto il suo rilascio cinque volte. Ogni volta Newsom e il suo predecessore Edmund Brown Jr. hanno rifiutato.

Il delirio della «Manson Family»

Manson ha fondato una comunità hippy criminale, diventata una vera e propria setta, nel deserto della California nei tardi anni sessanta. Si stima che sia stata composta da circa 100 persone, molte delle quali erano giovani donne della borghesia che credevano che Manson fosse addirittura la reincarnazione di Cristo.

Negli adepti, praticamente tutti appartenenti alla corrente hippie, in rapida espansione in quegli anni in California, la corrente dei «flower power», dei cosiddetti «figli dei fiori», era molto diffuso l'uso di allucinogeni.

Nel suo delirio Manson voleva scatenare una guerra tra bianchi e neri. I suoi messaggi occulti contenevano citazioni della Bibbia e dei Beatles. Con i suoi omicidi, voleva provocare una guerra razziale tra neri e bianchi, per poi alla fine emergere come capo incontrastato.

Battezzò la sua ideologia «Helter Skelter» (lo scivolo a spirale che può essere sinonimo di disordine) ispirandosi all’omonima canzone dei Beatles. Si fece venerare come Satana o Gesù e spinse delle giovanissime ragazze a prostituirsi e alla fine a uccidere.

Gli omicidi di Cielo Drive e dei LaBianca

Il 23 marzo 1969 Manson si presentò all'indirizzo, ora celebre per il massacro, 10050 Cielo Drive di Los Angeles. Pensava fosse dove abitava Terry Melcher, produttore discografico con il quale avrebbe voluto lavorare. Invece vi trovò l'attrice Sharon Tate, da poco moglie del regista Roman Polansky. 

La coppia aveva da poco preso la villa in affitto dal produttore e manager delle star Rudi Altobelli, siccome Melcher aveva cambiato casa. Shahrokh Hatami, un fotografo amico della Tate, si ricorda della visita di Manson e di come quest'ultimo fissasse la giovane ragazza. 

Cinque mesi dopo, la sera dell'8 agosto 1969, Manson ordinò al suo seguace Tex Watson di recarsi a 10050 Cielo Drive con le adepte Susan Atkins, Linda Kasabian e Patricia Krenwinkel per uccidere chiunque si trovasse lì.

Furono così uccisi la Tate, gli amici che le stavano rendendo visita, Jay Sebring e la coppia formata da Abigail Folger e Wojtek Frykowski, e pure il giovane venditore porta a porta Steven Parent, che si era recato da William Garretson, il custode della proprietà, per vendergli della merce. Polanski era in Europa per girare un film.

La notte seguente, la banda di Charles Manson, con questa volta anche Leslie Van Houten, ha ucciso Leno e Rosemary La Bianca, che appartenevano al mondo della finanza. L'ordine di ucciderli era partito ancora una volt da Manson direttamente, con il quale Leno aveva avuto a che fare per lavoro. 

Le allora giovani ragazze Susan Atkins, Linda Kasabian, Patricia Krenwinkel con Leslie Van Houten sono appunto soprannominate «gli angeli della morte di Manson».

C'è chi è ancora in carcere, chi invece vi è morto

Per quegli efferati omicidi le quattro donne e Watson furono condannati a morte, così come Manson, che non vi prese parte ma che ne fu il mandante. Quando nel 1972 la Corte Suprema sospese le esecuzioni in California, la sentenze capitali furono commutate in sette ergastoli, tante come le loro vittime.

Se oggi è stata scarcerata dopo 52 anni Van Houten, c'è chi invece è ancora dietro le sbarre. Nell'ottobre del 2022 infatti Newsom, governatore della California, ha bloccato per la quindicesima volta la scarcerazione e la libertà vigilata di Krenwinkel, dicendo che la donna «ha accettato pienamente le ideologie razziste e apocalittiche di Manson».

Cinque mesi prima, a maggio, una commissione aveva ritenuto la Krenwinkel idonea al rilascio, ma secondo la legge statale l'ufficio di Newsom ha potere di veto.

«Non è stata solo una vittima degli abusi di Manson. Ha anche contribuito in modo significativo alla violenza e alla tragedia che sono diventate l'eredità della Family di Manson», ha spiegato Newsom. 

Anche Watson è ancora dietro le sbarre. Le sue richieste di scarcerazione, iniziate nel 1976, sono state bocciate in totale 18 volte.

Atkins invece è morta di cancro nel 2009 a 61 anni, dopo 38 anni dietro le sbarre. Anche Manson è deceduto in carcere nel 2017 all'età di 83 anni.

SDA / pab