Turgovia L'allevatore della «fattoria degli orrori» di Hefenhofen è stato sfrattato

pl, ats

20.11.2024 - 14:09

Animalisti davanti alla fattoria di Hefenhofen (TG) in attesa dello sgombero degli animali (foto del 7 agosto 2017).
Animalisti davanti alla fattoria di Hefenhofen (TG) in attesa dello sgombero degli animali (foto del 7 agosto 2017).
Keystone

L'allevatore di Hefenhofen, in Turgovia, assurto agli onori della cronaca nel 2017 per un caso di maltrattamento di animali, è stato sfrattato questa mattina. L'intervento, confermato dalla polizia, è avvenuto mentre l'allevatore si trovava in tribunale.

L'ex allevatore era confrontato con una richiesta di sfratto ordinata dopo che, nel dicembre dello scorso anno, l'Ufficio esecuzioni e fallimenti del distretto di Arbon ha venduto all'asta per 1,83 milioni di franchi la fattoria, compresa la casa e i pascoli, allo scopo di coprire i debiti arretrati.

A quanto si era appreso, l'acquirente è un coltivatore di ortaggi austriaco, ma l'ex allevatore si rifiutava di lasciare la fattoria. La polizia è stata chiamata ad attuare l'ordine di sfratto, ha confermato un portavoce a Keystone-ATS. «Il terreno e la proprietà saranno ora ispezionati e poi consegnati al nuovo proprietario», ha aggiunto il portavoce.

In corso le udienze per il processo d'appello

Un anno fa, l'allevatore di Hefenhofen è stato condannato in prima istanza a otto mesi di detenzione con la condizionale. Il Tribunale distrettuale di Arbon lo ha giudicato parzialmente colpevole di maltrattamento di animali, assolvendolo però da molti altri capi d'imputazione per mancanza di prove utilizzabili.

A Frauenfeld, davanti al Tribunale cantonale, si è tenuta oggi la seconda giornata di udienze del processo d'appello dedicata alle domande preliminari. La corte deve in particolare decidere sulla validità degli elementi di prova raccolti nel corso dell'inchiesta. Una prima decisione è attesa nei prossimi giorni.

Il caso

Il caso legato a quella che la stampa aveva soprannominato la «fattoria degli orrori» era scoppiato il 3 agosto 2017, dopo che il «Blick» aveva pubblicato le foto di animali lasciati morire di fame o maltrattati, scattate da una ex dipendente dell'allevatore.

Quattro giorni più tardi, diversi attivisti per la protezione degli animali avevano assistito a debita distanza allo sgombero forzato degli animali della fattoria. Erano stati prelevati circa 250 animali tra cavalli, maiali, bovini, pecore, capre e lama. Novanta cavalli erano poi stati venduti all'asta.

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