MafiaMaxi operazione contro l'Ndrangheta in Europa
SDA
3.5.2023 - 21:04
Una holding internazionale con centro direzionale nella Locride e sedi operative in regioni italiane, nel nord Europa e anche in Portogallo. È lo spaccato della 'Ndrangheta che emerge dalla maxi inchiesta Eureka con cui la Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Reggio Calabria, in collegamento con le Procure distrettuali di Genova e Milano, la procura federale Belga e le autorità giudiziarie tedesche hanno dato scacco alle cosche in Europa mercoledì.
03.05.2023, 21:04
04.05.2023, 08:54
SDA
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Con una maxi inchiesta la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria, in collegamento con le Procure distrettuali di Genova e Milano, la procura federale Belga e le autorità giudiziarie tedesche, ha dato scacco alle cosche in Europa.
Ci sono stati più di 200 arresti tra Italia, Germania, Belgio e anche Australia.
Ci sono state 150 perquisizioni anche in Spagna, Portogallo, Francia, Romania e Slovenia.
Oltre 200 arresti complessivi operati mercoledì tra Italia, Germania e Belgio – e anche in Australia – con 150 perquisizioni eseguite anche in Spagna, Portogallo, Francia, Romania e Slovenia.
Una conferma della capacità di ramificazione della criminalità organizzata calabrese che grazie al traffico di cocaina – gestito di fatto in regime di monopolio – riesce ad accumulare un enorme patrimonio che poi reinveste in attività lecite in ogni parte del mondo.
Non a caso sono stati sequestrati beni per 25 milioni di euro, tra i quali proprietà in Calabria, società in Portogallo e il «Café In Srl» a Roma.
Tonnellate di droga
Nel corso delle indagini, i carabinieri del Ros, coordinati dalla Dda reggina, hanno ricostruito la movimentazione di sei tonnellate di cocaina tra maggio 2020 e gennaio 2022, tre delle quali sequestrate.
Dalle carte dell'inchiesta di Milano emerge poi come il gruppo criminale smantellato in Lombardia, grazie ad un accordo con il narcotrafficante della camorra Raffaele Imperiale, divenuto collaboratore di giustizia, riuscisse a fare arrivare in Italia, trecento chilogrammi di cocaina «al mese», che poteva essere rivenduta «a 34mila euro al chilo» e dunque per un valore di oltre 10 milioni di euro.
Gruppo guidato da Bruzzaniti?
Un gruppo guidato, secondo l'accusa, da Bartolo Bruzzaniti che avrebbe anche favorito la latitanza del boss della 'ndrangheta Rocco Morabito. Un boss, quest'ultimo, pronto a trattare con chiunque pur di raggiungere il suo scopo, fino ad arrivare ad offrire ad un'organizzazione paramilitare brasiliana un container carico di armi da guerra in cambio della forniture di ingenti quantità di droga verso il porto di Gioia Tauro.
«Nel corso dell'indagine – scrive il gip di Reggio Calabria nell'ordinanza – è stata documentata l'organizzazione da parte di Morabito di una spedizione in Brasile di un container carico di armi da guerra, provenienti dai paesi dell'ex Unione Sovietica, fornite da un'organizzazione criminale operante in Italia e in Pakistan».
Per far giungere questo flusso continuo di cocaina da Sudamerica all'Europa, le cosche della Locride sfruttavano i principali porti commerciali europei, quali Gioia Tauro, con quello di Anversa che aveva assunto il ruolo di hub per i traffici verso il nord Europa.
Importante indagine belga nel 2018
Il vertice di questa organizzazione transnazionale è stato individuato nelle cosche della Locride al termine di un'indagine avviata nel 2018 dalla Procura Belga che, indagando a livello locale sul traffico di droga, si è imbattuta con alcuni pregiudicati inviando il lavoro investigativo alla Dda di Reggio Calabria.
Un lavoro che ha portato nel 2021 all'attivazione di un team congiunto per intercettazioni e indagini tra le forze di Polizie europee.
Il Ros, con la Dda di Reggio Calabria, è giunto quindi agli organizzatori del narcotraffico con il Sudamerica, ricostruendo l'operatività di tre maxi-associazioni criminali facenti capo alle più potenti famiglie di 'ndrangheta dell'area ionica.
Le famiglie coinvolte
La prima individuata nella famiglia Nirta «Versu» di San Luca con articolazioni in Brasile; la seconda riferibile alla famiglia Mammoliti «Fischiante» di Bovalino con ramificazioni in Puglia, Abruzzo, Lazio, Toscana e Lombardia e contatti diretti con i fornitori sudamericani di cocaina e con trafficanti internazionali.
La terza individuata nella famiglia Strangio «Fracascia» collegata con le cosche Nirta-Strangio coinvolte nella strage che nel 2007 sconvolse la Germania con sei morti in un ristorante di Duisburg.