Spazio La Russia dopo 47 anni prova a tornare sulla Luna

SDA

10.8.2023 - 17:21

La Russia proverà a riaffermare la propria potenza sulla scena internazionale con una missione, Luna-25, che già nel nome porta un segno di continuità con il programma di esplorazione lunare dell'ex Unione Sovietica "Luna".
La Russia proverà a riaffermare la propria potenza sulla scena internazionale con una missione, Luna-25, che già nel nome porta un segno di continuità con il programma di esplorazione lunare dell'ex Unione Sovietica "Luna".
Keystone

La Russia si prepara a tornare sulla Luna dopo 47 anni. È infatti previsto per questa notte (quando in Svizzera saranno le ore 1:10 di venerdì 11 agosto) il lancio della missione Luna-25.

Essa vedrà partecipe un lander progettato per effettuare il primo allunaggio nella regione del polo sud lunare, particolarmente ricca di ghiaccio. Un obiettivo ambizioso che la Russia persegue senza la collaborazione dell'Europa, interrotta dopo l'invasione dell'Ucraina.

Riportare l'uomo sulla Luna per restarci: era questo l'obiettivo che nel 2015 aveva spinto l'Agenzia Spaziale Europea e la sua omologa russa Roscosmos a unire le forze per mettere in campo una serie di missioni (Luna-25, Luna-26 e Luna-27) volte a verificare le condizioni per la creazione di un insediamento umano permanente sul nostro satellite naturale, realizzando così un sogno bruscamente interrotto negli anni Settanta.

Il divorzio in marzo del 2022

A metterlo nuovamente a repentaglio, stavolta, sono state le tensioni geopolitiche scatenate dall'invasione dell'Ucraina.

La crisi ha spinto l'Esa ad annunciare dapprima la fine della cooperazione per la missione ExoMars diretta su Marte e poi, nel giro di poche settimane, anche quella per le missioni lunari.

La decisione, assunta il 13 aprile 2022 dal Consiglio dell'Esa riunito in sessione straordinaria, è stata anche accompagnata dalla richiesta ai russi di restituire la telecamera di navigazione Pilot-D, che sarebbe dovuta partire con la missione Luna-25.

«Luna 25», nel segno della continuità sovietica

Se la rottura dei rapporti ha portato l'Europa a concentrare i propri sforzi per la Luna sulle missioni previste dal programma Artemis della Nasa, dall'altra parte ha spinto la Russia a continuare da sola la sua corsa allo spazio, nel tentativo di riaffermare la propria potenza sulla scena internazionale.

Ci proverà con una missione, Luna-25, che già nel nome porta un segno di continuità con il programma di esplorazione lunare dell'ex Unione Sovietica «Luna»: avviato nel 1959, ha portato al lancio di 24 missioni, di cui 15 di successo.

L'ultima, «Luna-24», si è conclusa il 22 agosto 1976 riportando sulla Terra circa 170 grammi di suolo lunare.

«Il 70% di possibilità di successo»

A distanza di 47 anni, la Russia riparte con un lander da 800 chilogrammi che verrà lanciato con un razzo Soyuz dal cosmodromo di Vostochny.

A giugno, il capo dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, Yuri Borisov, aveva definito il lancio come ad alto rischio. «Questa missione prevede l'atterraggio al polo sud. Nessuno al mondo lo ha mai fatto prima», aveva detto durante un incontro con il presidente Putin.

«La probabilità di completare con successo missioni come questa è stimata intorno al 70%».

L'arrivo a destinazione dovrebbe avvenire circa cinque giorni dopo il lancio. Il lander tenterà un atterraggio morbido sulla Luna per poi dare il via alla missione operativa vera e propria, della durata di circa un anno.

Entreranno dunque in azione gli otto strumenti scientifici di bordo, che verranno impiegati per studiare la regolite lunare così come le polveri e il plasma che compongono l'esosfera del nostro satellite.

SDA