Spazio Occhi puntati sul satellite Ers-2 in caduta verso Terra

SDA

20.2.2024 - 20:29

Mancano ormai poche ore al rientro incontrollato in atmosfera del satellite europeo per l'osservazione della Terra Ers-2 (European Remote-Sensing satellite 2), che l'Agenzia Spaziale Europea (Esa) prevede per la sera di mercoledì 21 febbraio, con un ampio margine di incertezza dovuto all'influenza dell'attività del Sole, sempre molto variabile, che condiziona la resistenza dell'atmosfera.

Questa immagine, resa disponibile dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) lunedì 24 ottobre 2005, mostra il satellite di osservazione della Terra ERS-2 dell'ESA, rimasto operativo più di un decennio dopo il suo lancio nel 1995
Questa immagine, resa disponibile dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA) lunedì 24 ottobre 2005, mostra il satellite di osservazione della Terra ERS-2 dell'ESA, rimasto operativo più di un decennio dopo il suo lancio nel 1995
KEYSTONE

Le previsioni aggiornate dall'Esa sulla base degli ultimi dati raccolti martedì indicano che Ers-2 potrebbe rientrare il 21 febbraio intorno alle 21:53 ora italiana, con un margine di incertezza di quasi otto ore.

Il relitto spaziale, che ormai scarico di carburante pesa all'incirca 2300 chilogrammi, dovrebbe spezzarsi in frammenti a circa 80 chilometri dalla superficie terrestre: la stragrande maggioranza brucerà nell'atmosfera, ma è comunque probabile che alcune componenti di grandi dimensioni (come il serbatoio e l'antenna principale del satellite) non si distruggano completamente.

Potrebbero sopravvivere alcuni detriti, ma i rischi associati alla loro caduta al suolo «sono molto bassi», rassicura l'Esa.

«In genere per un satellite di questa massa si stima che il rischio che una persona sia colpita da un detrito è pari a 1 su 10'000: una probabilità bassissima, che va spalmata sui miliardi di persone di tutto il mondo che verranno sorvolate dal satellite in caduta», spiega all'agenzia di stampa italiana Ansa Luciano Anselmo, esperto di dinamica spaziale.

Dove cadrà?

Difficile prevedere in quale parte del mondo potrebbero cadere gli eventuali detriti che non bruceranno completamente in atmosfera.

«Tutto il pianeta è potenzialmente interessato: questo satellite compie un'orbita completa intorno alla Terra ogni 90 minuti», aggiunge l'esperto. «La probabilità che i frammenti cadano sugli oceani è pari a circa il 55%, e sale a oltre il 60% se includiamo anche l'Antartide».

La sua missione è stata importante

Il satellite è stato lanciato in orbita nell'aprile 1995, quattro anni dopo il gemello Ers-1, ed è rimasto in funzione per 16 anni, raccogliendo una grandissima quantità di dati su oceani, calotte polari e suolo, utili anche per il monitoraggio di disastri naturali come terremoti e inondazioni.

Informazioni altrettanto preziose sul buco dell'ozono e su altri gasi inquinanti in atmosfera le ha raccolte grazie allo strumento Gome, realizzato dall'allora Officine Galileo di Campi Bisenzio, in seguito confluite in Leonardo.

La missione di Ers-2 si è conclusa nel 2011: sebbene il satellite fosse ancora funzionante, si è comunque deciso di terminare le operazioni e di deorbitarlo per mitigare la proliferazione di detriti spaziali.

Una morte programmata

Il satellite è stato sottoposto a 66 manovre di deorbita nei mesi di luglio e agosto 2011, per poi essere completamente passivato (cioè privato di ogni energia interna) nel mese di settembre.

Le manovre hanno consumato il carburante residuo del satellite e abbassato la sua altitudine media da 785 a 573 chilometri, per ridurre il rischio di collisione con altri satelliti o detriti spaziali e per garantire che l'orbita decadesse abbastanza velocemente da consentirgli di rientrare nell'atmosfera terrestre entro 15 anni.

Il momento è ora arrivato, preannunciato nei giorni scorsi dalle immagini dei 'ruzzoloni' spaziali che Ers-2 ha compiuto durante la sua caduta libera e, martedì sera, dall'ultimo passaggio visibile nei cieli dell'Europa centrale. Il saluto definitivo con cui Ers-2 si è congedato in vista del gran finale.