Piove ancora Sale il bilancio dei morti in Emilia-Romagna. Ecco perché il maltempo è così intenso nella regione

SDA / pab

17.5.2023 - 19:41

L'emergenza maltempo in Emilia-Romagna non è per nulla finita. Continua a piovere e quindi si prevede un peggioramento della situazione con altri fiumi che strariperanno. Il bilancio dei morti continua a salire. Per ora sono nove. Ma perché così tanta acqua in così poco tempo? Perché non si prevedono miglioramenti meteorologici a breve termine? La parola agli esperti.

SDA / pab

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Il  bilancio del maltempo che sta colpendo l'Emilia-Romagna sale a nove morti. Sempre più corsi d'acqua stanno straripando perché la quantità dei rovesci è molto elevata.
  • I comuni pesantemente colpiti sono 37. I fiumi straripati almeno 21. 22 strariperanno nelle prossime ore. La viabilità è compromessa su diverse strade. 
  • L'evento è stato classificato come estremo. A complicare la situazione è il fatto che, a causa dell'alluvione di due settimane fa, il terreno è già saturo e non è più in grado di assorbe l'acqua.
  • Continuerà a piovere poiché il ciclone che porta le precipitazioni, fatto raro, si è bloccato sul centro dell'Italia, dove rimarrà per giorni.
  • In futuro tali fenomeni saranno più frequenti e ci si dovrà preparare meglio. Gli studi mostrano che le persone che muoiono durante questi eventi estremi non hanno capito per tempo la gravità dei pericoli imminenti.

La pioggia non dà tregua nelle zone dell'Emilia-Romagna colpite dalla seconda pesante ondata di maltempo in due settimane.

Le vittime finora accertate sono nove. Quattro a Forlì-Cesena, una del Ravennate, una nel Bolognese e le altre tre nel Cesenate.

Le zone più colpite sono a Faenza, a Forlì e nel Ravennate. Sono almeno diecimila gli sfollati, destinati a crescere col passare delle ore. In tutto sono 37 i Comuni gravemente colpiti. Sono 21 i fiumi esondati, oltre ad altri 22 che stanno per farlo.

La situazione è molto critica in Appennino dove si registrano almeno 250 frane, di cui 150 di una creta entità frane, quelle serie sono 150. Bologna non è stata risparmiata. Vi sono circa 3.000 sfollati.  

Le autorità invitano la popolazione a non muoversi. Il peggio non è ancora passato. Le precipitazioni continuano e i pericoli di esondazione aumentano.

Il disastro è dovuto anche al «terreno saturo»

Nell'arco di 24 ore sono caduti fino a 200 millimetri di pioggia sopra l'Emilia-Romagna, con intensità massime nella fascia tra Monghidoro, Civitella di Romagna e Castrocaro Terme.

«La peculiarità dell'evento, che è stato classificato come estremo in base ai dati degli ultimi 20 anni, è che sta insistendo nella stessa area già colpita due settimane fa», dice all'ANSA Paola Salvati, dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

«Vuol dire che i terreni erano già saturi e dunque non hanno potuto assorbire l'acqua in eccesso, che scorrendo in superficie ha aggravato le piene di tutti i fiumi».

Un fenomeno molto insolito

La causa di questo evento estremo va ricercato in un ciclone imprigionato: «si è creata una situazione di stallo», osserva Marina Baldi, climatologa dell'Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerch: «poiché ci sono due aree di forte pressione su Nord Atlantico ed Europa Orientale, che tengono il ciclone bloccato sopra il Centro Italia».

La ricercatrice aggiunge che si tratta di un fenomeno che può capitare, ma è molto insolito, soprattutto nel mese di maggio, ed è particolarmente intenso: «La sua straordinaria intensità – aggiunge Baldi – è dovuta al fatto che il ciclone sta risucchiando aria molto umida proveniente dalle zone tropicali».

Da dove arriva tutta quest'acqua?

Il maltempo si estende fino alla Marche, testimoniando il suo carattere di eccezionalità anche dal punto di vista dell'estensione spaziale.

Infatti, le piogge sono concentrate in Emilia-Romagna, ma eventi violenti come i tornado si contano anche lungo la costa tirrenica: stamattina, intorno alle ore 9,00, ne è stato riportato uno a Pomigliano d'Arco, in Campania, come registra il Database europeo sulle condizioni meteorologiche avverse (Eswd).

Il ciclone, nato sulle coste del Nord Africa, ha risalito la Penisola da Sud, iniziando dalla Sicilia e arrivando fino al Centro-Nord. Qui, l'aria ricca di umidità si è scontrata con gli Appennini, scaricando ingenti quantità di pioggia in modo costante nelle stesse zone.

Zone predisposte ai dissesto 

Questa situazione è stata ulteriormente aggravata dal fatto che il ciclone si è praticamente fermato sopra l'Emilia-Romagna, e che i forti venti sulla costa con mare molto agitato hanno ostacolato lo scorrimento delle acque dall'Appennino verso l'Adriatico.

«Purtroppo, le zone colpite sono caratterizzate da un'elevata predisposizione al dissesto idrogeologico – aggiunge Salvati – ed essendo già sottoposte a forte stress hanno favorito frane diffuse».

«Dobbiamo farci trovare pronti» in futuro

Secondo Salvati, stiamo andando verso una convivenza con eventi estremi legati all'acqua: da un lato le siccità prolungate e dall'altro le alluvioni.

«Dobbiamo farci trovare pronti: occorre una maggiore consapevolezza dei rischi fin dalla scuola, un po' come si fa per il rischio terremoti. Ad esempio – dice ancora Salvati – quando si acquista una casa nessuno si informa mai sulla pericolosità della zona dal punto di vista idrogeologico, nessuno pone questo tipo di domande, ma la conoscenza è essenziale.»

«Molto spesso – aggiunge ancora la geologa – i dati sulle vittime raccontano che la persona è stata colta di sorpresa, non aveva compreso la gravità del rischio».