Stupri ripetuti a MazanL'ex marito si scusa, Gisèle Pelicot applaudita. Ora la corte si ritira per deliberare
SDA
16.12.2024 - 13:33
Dopo aver dato la parola per l'ultima volta ai 51 imputati del processo per gli stupri di Mazan, il tribunale penale di Vaucluse, in Francia, si è ritirato lunedì a metà mattinata per deliberare. Il verdetto è atteso per giovedì.
Keystone-SDA
16.12.2024, 13:33
ATS
«Ci recheremo quindi in sala di deliberazione e non ce ne andremo finché non avremo raggiunto la nostra decisione», ha annunciato il presidente del tribunale, Roger Arata, che ha precisato che «il verdetto sarà emesso alle 9.30 di giovedì».
Rischio di fuga degli imputati?
Una data «teorica» che potrebbe slittare a giovedì pomeriggio o venerdì mattina a seconda «della durata delle nostre deliberazioni», ha subito aggiunto il magistrato.
«Credo che mercoledì sera saremo in grado di avvisare tutte le parti per confermare la data inizialmente prevista», così come il calendario, ha aggiunto.
Per quanto riguarda i 32 dei 51 imputati che appaiono liberi, e quindi il rischio che alcuni di loro si diano alla latitanza da qui alla sentenza, Arata ha spiegato che «gli imputati liberi rimarranno liberi fino alla sentenza». Tuttavia, «sono tenuti a rimanere a disposizione e a presentarsi giovedì 19 dicembre alle ore 9:00».
L'ex marito si scusa, Gisèle Pelicot calorosamente applaudita
Contro il principale imputato Dominique Pelicot, che ha drogato l'ex moglie Gisèle per un decennio prima di violentarla e consegnarla a decine di uomini reclutati su internet nella loro casa coniugale di Mazan (Vaucluse), il 25 novembre scorso l'accusa aveva chiesto il massimo della pena per stupro aggravato, ossia 20 anni di reclusione.
Parlando per l'ultima volta lunedì mattina, l'«orchestratore» di questo decennio di stupri ha chiesto alla sua famiglia di «accettare le sue scuse», lodando al contempo il «coraggio» della sua ex moglie.
L'accusa aveva chiesto tra i 10 e i 18 anni di reclusione per 49 dei suoi coimputati, perseguiti per stupro aggravato, mentre quattro anni di reclusione erano stati chiesti per l'ultimo imputato, perseguito solo per aver «toccato» Gisèle Pelicot.
Gisèle Pelicot, che lunedì era l'unica persona sul banco delle parti civili, è stata applaudita calorosamente all'uscita dall'aula ed è stata accolta con «bravo» e «merci» dal pubblico che era venuto a seguire le udienze in una sala adiacente.