Spazio L'ESA dà l'okay alle missioni su Venere e per le onde gravitazionali

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25.1.2024 - 16:07

Il teorico Kip Thorne cnel 2017 vinse il Nobel per la fisica assieme a due colleghi per lo sviluppo dell'interferometro che rivelò l'effettiva esistenza delle onde gravitazionali. (foto d'archivio)
Il teorico Kip Thorne cnel 2017 vinse il Nobel per la fisica assieme a due colleghi per lo sviluppo dell'interferometro che rivelò l'effettiva esistenza delle onde gravitazionali. (foto d'archivio)
Keystone

Luce verde dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) alla missione «En Vision» destinata a studiare Venere e il cui lancio è previsto nel 2031, e a «Lisa», che per la prima volta studierà le onde gravitazionali dallo spazio e il cui lancio è in programma nel 2035.

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Anche ricercatori svizzeri sono coinvolti nella missione «Lisa». «È un progetto enorme», ha detto a Keystone-ATS il professor Domenico Giardini del Politecnico di Zurigo. «Vi parteciperanno tre generazioni di ricercatori e ingegneri».

Lisa (Laser Interferometer Space Antenna) sarà il primo rilevatore di onde gravitazionali nello spazio. Molto atteso dei ricercatori di tutto il mondo, potrebbe segnare grandi passi in avanti nella conoscenza dei fenomeni violenti dell'universo che fanno increspare lo spazio-tempo, dalla fusione di buchi neri e stelle di neutroni fino ad arrivare al Big Bang.

La missione prevede tre veicoli spaziali: tre satelliti – il cui lancio è previsto nel 2035 – disposti in una formazione a triangolo, ogni lato del quale misura 2,5 milioni di chilometri, alla distanza di 50 milioni di chilometri dalla Terra.

Anche l'ETH di Zurigo partecipa alla missione «Lisa»

Le onde gravitazionali sono oscillazioni spaziotemporali ipotizzate nel 1916 da Albert Einstein nella sua teoria della relatività generale ed effettivamente rilevate nel 2015.

Oltre 120 istituti di ricerca negli Stati Uniti e in vari Paesi europei partecipano a «Lisa». Tra questi, il Politecnico federale e l'Università di Zurigo.

«En Vision» è la missione destinata a scoprire i segreti di Venere, il gemello alla Terra per dimensioni e struttura e che in passato potrebbe avere avuto anche un clima simile, prima che uno spaventoso effetto serra portasse a temperature superiori ai 470 gradi Celsius. I primi dati scientifici della missione, la seconda europea a visitare Venere dopo Venus Express, sono attesi a partire dal 2035.