Migliaia di morti Sisma tra Turchia e Siria potente come 130 bombe atomiche

SDA

6.2.2023 - 22:30

L'apocalisse si è scatenata alle 4.17, nella notte tra domenica e lunedì. L'oscurità gelida squarciata dai bagliori dei fulmini e dei corto circuiti delle centrali elettriche, i boati, il terrore. Per chi ce l'ha fatta, la fuga in strada, sotto la pioggia e la neve, in pigiama, i bimbi in braccio, tra le rovine degli edifici sbriciolati da un sisma di magnitudo 7.8 che si è abbattuto sulla Turchia meridionale e sulla Siria settentrionale con la potenza di 130 bombe atomiche.

Chi non ce l'ha fatta è morto nel sonno, sotto le macerie di una casa divenuta tomba.

Continua a salire il bilancio delle vittime. Ankara, nel conteggio diffuso lunedì sera, ha comunicato che nel Paese ci sono almeno 2.316 morti accertati. Sommati alla precedente cifra ufficiale fornita dalla Siria si ottiene un totale di almeno 3.613 decessi.

Secondo i servizi di soccorso, in Turchia si contano anche almeno 13.293 feriti, che sono invece più di 3.400 nel Paese confinante.

Secondo gli esperti dello United States Geological Survey (Usgs) il bilancio del sisma, il cui epicentro è stato a Kahramanmaras con ipocentro a 10 chilometri di profondità, si potrebbe arrivare a 10'000 morti. Anche secondo l'Organizzazione mondiale della sanità ci potrebbero essere migliaia di vittime in più di quelle attuali.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha proclamato 7 giorni di lutto nazionale. Tutte le scuole rimarranno chiuse per una settimana e tutte le attività sportive sono sospese.

Numerose scosse

Il terremoto, registrato dai sismografi di tutto il mondo, ha distrutto solo in Turchia oltre 2800 edifici. Tre le scosse registrate subito dopo la prima, in rapida successione alle 2:28, 2:36 e 2:58 ora svizzera con magnitudo rispettivamente 5.6, 5.2 e 5.

Di nuovo alle 11.24 una scossa di 7.5 a 4 km a sud-est di Ekinozu, a circa 200 km dall'epicentro del primo terremoto. Almeno 120 le scosse di assestamento.

Una serie che è sembrata infinita, sentita anche in Libano, in Grecia, in Israele, a Cipro, fino alla Groenlandia. Centinaia le città colpite.

Campi profughi e monumenti rasi al suolo

Disastrosa la situazione anche in Siria. Colpita pesantemente Aleppo, città martire della guerra civile, dove è morto anche un sacerdote. Rasi al suolo i campi profughi al confine con la Turchia, dove almeno 3 milioni di sfollati avevano già bisogno di tutto.

La devastazione rimbalza sulla rete con le immagini riprese dai droni e i video di edifici apparentemente intatti che dopo le scosse collassano e si accartocciano su se stessi, come a Malataya, nell'Anatolia orientale.

Sbriciolato il castello di Gaziantep, patrimonio Unesco. Ad Adana, città nel sud della Turchia a un centinaio di chilometri dall'epicentro, il sindaco ha annunciato anche il crollo di due palazzi di 14 e 17 piani.

Le testimonianze: «Nevica ma nessuno osa tornare a casa»

«Siamo in strada dalle 4.30 di questa mattina. Piove a dirotto e nevica, ma nessuno osa rientrare a casa dopo le tante scosse», racconta Melissa, 23 anni, a Kahramanmaras.

Piangono i soccorritori quando estraggono una bimba e un maschietto vivi e illesi, con i pigiamini sporchi di terra, dalle macerie di un palazzo. Una donna, Cennet Suku, viene portata fuori dalle rovine di un ospedale crollato nella città costiera di Iskenderun dove è stata distrutta la cattedrale del 19esimo secolo.

A Gaziantep i pazienti di un ospedale si sono messi in salvo aggrappandosi «l'un l'altro per aiutarsi», sotto la pioggia, in pigiama e con le infradito, ha raccontato un uomo. «Non ricordo nemmeno come ho tolto la flebo dal mio braccio per fuggire», dice alla Bbc Gokce Bay, che domenica ha subito un trapianto di rene.

Le linee geografiche sono cambiate

Istantanee di una tragedia dopo la quale neppure le linee geografiche saranno più le stesse: il suolo dell'Anatolia si è spostato «di almeno tre metri», ha riferito il presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) italiano, Carlo Doglioni.

La faglia sud-est anatolica «è probabilmente arrivata a deformare la costa», secondo Alessandro Amato, sismologo e direttore del Centro Tsunami dell'Ingv.

E un'allerta tsnunami è stata diramata proprio in Italia poco dopo le 03.00 dalla Protezione Civile, che ha raccomandato di «allontanarsi dalle zone costiere e raggiungere l'area vicina più elevata». Alle 06.30 è stata fermata a scopo cautelativo la circolazione ferroviaria in Sicilia, Calabria e Puglia per possibili onde anomale: è poi ripresa regolarmente poco dopo le 07.00, quando l'allarme è cessato.

Soccorsi da tutto il mondo

Il mondo intanto si è mobilitato. L'Onu è pronto a sostenere la risposta all'emergenza. Il presidente americano Joe Biden ha dato mandato di fornire tutta l'assistenza necessaria. Squadre di soccorso sono state inviate da Italia, Israele, dalla Spagna, dall'Algeria. I presidenti turco e siriano, Erdogan e Assad, hanno accettato gli aiuti offerti dalla Russia. La Germania è pronta a fornire assistenza e attrezzature mediche, solo per citarne alcuni.

I soccorsi non si fermano neppure con il buio, sotto una pioggia gelida che continuerà a cadere, assieme alla neve, nelle prossime ore. Ancora non si è spenta la speranza di un miracolo, di trovare anche un altro solo sopravvissuto.

Partiti i soccorsi svizzeri

Circa 80 soccorritori della Catena svizzera di salvataggio e otto cani da ricerca sono decollati nella serata di lunedì dall'aeroporto di Zurigo alla volta delle aree disastrate dal potentissimo sisma. A bordo dell'aereo, diretto verso la città turca di Adana, anche 18 tonnellate di materiale.

La missione è quella di salvare vite umane e persone sepolte dalle macerie, ha spiegato a Keystone-ATS Sebastian Eugster, capo squadra della Catena svizzera di salvataggio. Lo specialista prevede un periodo di impiego compreso tra i 7 e i 10 giorni.

In precedenza, in direzione della Turchia è partito anche un jet della Rega. Sul velivolo si trovavano dieci persone e altri sei cani addestrati per questo genere di situazioni.