Chiesa cattolica Il Cardinale Müller attacca il papa e il suo «Cerchio magico»

SDA

21.1.2023 - 11:19

Il Papa è attorniato da un «cerchio magico». Lo dice il cardinale Gerhard Mueller nel libro «In buona fede» con Franca Giansoldati in uscita a giorni.

Il Cardinale tedesco Gerhard Mueller.
Il Cardinale tedesco Gerhard Mueller.
KEYSTONE

«Vi è una sorta di cerchio magico che gravita attorno a Santa Marta formato da persone che, a mio parere, non sono preparate dal punto di vista teologico», dice l'ex Prefetto della Dottrina della Fede.

Aggiunge poi che «in Vaticano sembra che ormai le informazioni circolino in modo parallelo, da una parte sono attivi i canali istituzionali purtroppo sempre meno consultati dal pontefice, e dall'altra quelli personali utilizzati persino per le nomine dei vescovi o dei cardinali».

La stretta sulla messa in latino, decisa da Papa Francesco, è stata «uno schiaffo» per i tradizionalisti, «ha scavato fossati e ha causato dolore», aggiunge il card. Müller nel libro.

«Agendo in questa direzione Papa Francesco sembra abbia dato ascolto a un gruppo di consiglieri senza tenere conto che quel provvedimento avrebbe assunto i contorni di una mera dimostrazione di potere», aggiunge Müller.

Abusi sessuali, non tutti trattati nello stesso modo

Sulla questione degli abusi non tutti nella Chiesa vengono trattati allo stesso modo, sottolinea l'ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, parlando in particolare del caso di mons. Gustavo Zanchetta.

«Zanchetta fa discutere poiché ha potuto godere di uno status privilegiato in quanto amico del Papa. Di norma le amicizie non possono influenzare il procedere della giustizia, tutti devono essere trattati in modo uguale».

Müller – nel libro «In buona fede» in uscita nei prossimi giorni – parla anche del caso di «don Mauro Inzoli, un sacerdote vicino a Comunione e Liberazione.

Il tribunale vaticano avviò un processo su di lui alla fine del quale si decise di ridurlo allo stato laicale perché fu riconosciuto colpevole di crimini. Purtroppo però vi fu un cardinale di curia che andò a bussare a Santa Marta, chiedendo clemenza.

Davanti a questo interventismo il Papa si convinse e scelse di modificare la sentenza aggiustando la pena a Inzoli, stabilendo che rimanesse sacerdote ma con il divieto di indossare in pubblico l'abito sacerdotale o il clergyman e senza presentarsi alle comunità come consacrato. Rimaneva consacrato ma non poteva mostrarsi agli estranei come tale. Questo è solo un esempio».

Il caso del Cardinale Becciu

Müller, nel suo libro, si esprime anche su un'altra vicenda, quella del cardinale Becciu: «non si può punire qualcuno senza avere in mano le prove della sua colpa. Questo modo di agire è capitato di frequente in Vaticano e non riguarda solo il singolare caso Becciu, ma è accaduto persino dentro la Congregazione per la Dottrina della Fede quando furono mandati via alcuni sacerdoti senza ragioni, dall'oggi al domani».

«Per il cardinale Becciu – aggiunge – la questione è macroscopica anche perché amplificata dai mass media: è stato umiliato e punito di fronte al mondo senza che gli sia stata data alcuna possibilità di difesa. Ora si aspetta la fine del processo in corso al tribunale vaticano. Eppure dovrebbe valere per chiunque la presunzione di innocenza, un diritto sacrosanto dai tempi degli antichi romani».

Mueller afferma che «Francesco ha deciso di punirlo severamente dopo che qualcuno era andato da lui, a Santa Marta, per mostrargli un articolo de L'Espresso, un settimanale italiano che riportava un'inchiesta sul cardinale. Ma come si fa ad agire in base a un articolo di stampa?», si chiede l'ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

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