L'intervista alla direttriceIl Kunstmuseum di Soletta collabora con le Giornate di Soletta: ecco le proposte culturali
fa, ats
19.1.2025 - 09:31
In occasione della loro 60esima edizione le Giornate di Soletta collaborano per la prima volta con il Kunstmuseum della città. In programma una mostra congiunta e una retrospettiva. La direttrice dell'istituzione Katrin Steffen spiega come il cinema arrivi al museo.
Keystone-SDA, fa, ats
19.01.2025, 09:31
19.01.2025, 12:10
SDA
Durante la giornata di domenica inizierà al Kunstmuseum di Soletta l'esposizione «Jurabilder. Imaginaires du Jura», mentre le Giornate, che si apriranno mercoledì, propongono una retrospettiva dallo stesso titolo.
Per Katrin Steffen, che da poco più di tre anni dirige il museo d'arte della cittadina, è «un colpo di fortuna quando si possono affrontare temi insieme e in questo modo», ha detto in un'intervista all'agenzia Keystone-ATS. La nuova squadra del direttore artistico delle Giornate Niccolò Castelli le aveva proposto di partecipare al progetto. «I segnali erano buoni fin dall'inizio», dice Steffen, «poiché entrambi abbiamo iniziato il nostro lavoro più o meno nello stesso periodo, ci siamo affacciati sul mondo culturale di Soletta e abbiamo voluto connetterci.»
Una regione al centro
La seconda particolarità è che per la prima volta le Giornate di Soletta dedicano la retrospettiva ad una regione, l'Arco giurassiano, e non ad una persona come di consueto. «Un'area ai piedi del quale le Giornate e noi stessi siamo di casa», dice Steffen, «ma al contempo un'area che va oltre i confini nazionali e linguistici». Pensando al massiccio del Giura, gli organizzatori si sono chiesti quale fosse l'essenza di questo paesaggio.
Il paesaggio è sempre stato un tema importante in numerose forme d'arte, che evoca sempre nuove domande ed è inestricabilmente legato alle tendenze sociali, afferma la direttrice del museo. «Oggi, ad esempio, ci troviamo di fronte al contrasto tra il fatto che probabilmente non siamo mai stati così lontani dalla natura incontaminata, ma al contempo tutte le foto di tramonti sui social media mostrano quanto sia grande il nostro desiderio di averla».
Pittura, cinema, fotografia
La mostra è multidisciplinare – presenta non solo pittura e cinema ma anche fotografia – e copre un ampio spettro dal XVIII secolo ai giorni nostri, tra approcci scientifici ed emotivi, tra realismo e simbolismo, tra idillio e realtà. Vi sono esposti, ad esempio, un'opera del pittore Caspar Wolf, i dagherrotipi di Joseph-Philibert Girault de Prangey o le fotografie di Eugène Cattin. Ma anche opere create appositamente per questa mostra, come quelle del duo di performer Anne e Jean Rochat e dell'artista interdisciplinare Augustin Rebetez.
«Ogni media ha le sue regole», afferma Steffen. La pittura, la fotografia e il cinema dipendono l'uno dall'altro e si fertilizzano a vicenda. Si trattava quindi anche di esplorare le interfacce e di superare i confini. Nonché mostrare come le diverse forme d'arte hanno affrontato i massicci cambiamenti avvenuti nell'Arco giurassiano durante gli ultimi 200 anni, nei settori del turismo, dell'industrializzazione, dell'agricoltura e dell'espansione urbana.
Legami con il cinema
I legami con il cinema sono evidenti quando si parla del «Giura». C'è il topos naturale, che ha un grande significato anche nelle immagini in movimento, così come le emozioni e le questioni di identità, patria e appartenenza. «Tuttavia, non volevamo allestire un cinema nel museo», dice Steffen, «ma piuttosto entrare in dialogo con ciò che le Giornate hanno da offrire». Nell'ambito di questa retrospettiva, vengono presentate più di 30 opere di oltre 100 anni, tutte girate nell'Arco giurassiano. «I nostri programmi si completano a vicenda e offrono prospettive diverse che incoraggiano le persone a riflettere sulla propria percezione della natura e del paesaggio».
La mole di lavoro dietro al progetto era impegnativa e i tempi stretti, ha indicato la direttrice del museo. Circa un anno fa, i gruppi interdisciplinari sono entrati in azione per la prima volta, facendo ricerche e raccogliendo informazioni. Steffen racconta di ritrovamenti sorprendenti, a volte accidentali, di scoperte speciali e di un ricco scambio di idee.
Steffen, che prima di diventare direttrice del museo frequentava regolarmente le Giornate e le conosce bene, è convinta che questa prima collaborazione creerà un valore aggiunto anche per il pubblico. «La mostra offre uno sguardo rinfrescante e sorprendente sul massiccio del Giura, un'area che molti pensano di conoscere già».