Giustizia USA Abusò e diffamò Jean Carroll, condannato Trump, che risponde: «Non la conosco, il verdetto è una vergogna»

SDA

10.5.2023 - 08:26

L'ex presidente statunitense Donald Trump non ha stuprato ma ha aggredito sessualmente la scrittrice Jean Carroll nei camerini di un grande magazzino nel 1996 e l'ha poi diffamata. Dovrà pagarle 5 milioni di dollari. Per la 79enne: «La vittoria è per tutte le donne mai credute». Il tycoon risponde: «Non conosco Carroll, il verdetto è una vergogna». Annunciato il ricorso.

L'ex presidente USA Donald in un convegno della campagna elettorale il 27 aprile 2023.(
L'ex presidente USA Donald in un convegno della campagna elettorale il 27 aprile 2023.(
KEYSTONE / AP Photo/Charles Krupa

10.5.2023 - 08:26

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • L'ex presidente statunitense Donald Trump è stato condannato per aver aggredito sessualmente la scrittrice Jean Carroll nel 1996 e per averla poi diffamata.
  • Il tycoon dovrà pagarle 5 milioni di dollari di indennizzo.
  • Per Jean Carroll: «La vittoria su Trump è per tutte le donne mai credute».
  • Il tycoon sul suo social Truth afferma: «Non conosco Carroll, il verdetto è una vergogna». 
  • L'avvocato dell'ex presidente, Joseph Tacopina, ha detto che Trump impugnerà il verdetto del processo civile.

Prima, imbarazzante sentenza contro Donald Trump, che vede così compromessa la sua nuova corsa alla Casa Bianca.

Dopo poche ore di camera di consiglio, la giuria di un processo civile in corso a new York lo ha ritenuto colpevole non di un vero e proprio stupro ma di una aggressione sessuale ai danni della scrittrice Jean Carroll nei camerini di un grande magazzino della Grande Mela nel 1996.

E di averla poi diffamata con un post sul suo social Truth nell'ottobre 2022 in cui definì le accuse della donna una «farsa», una «truffa»: una linea mantenuta dalla difesa per tutto le udienze.

Melania difende il marito su Fox News

Il tycoon è stato quindi condannato ad un risarcimento complessivo di 5 milioni di dollari. Mercoledì sera dovrà difendersi nella sua prima uscita pubblica dopo la sentenza, in un dibattito della Cnn.

Si chiude così dopo due settimane un processo che farà la storia, anche del movimento #Metoo, e che lascerà una macchia indelebile sull'immagine dell'ex presidente e sui suoi rapporti con le donne, minando i suoi consenti nell' elettorato femminile.

E ben poco varrà il soccorso in extremis di Melania, che poche ore prima del verdetto aveva rilasciato a Fox News un'intervista per ribadire il suo sostegno alla ricandidatura del marito e la sua fiducia in un'altra vittoria per guidare nuovamente l'America «verso la grandezza e la prosperità».

«Sono qui per riprendermi la mia vita»

Il dibattimento ha tenuto incollato il Paese alla tv, soprattutto quando Carroll ha testimoniato in aula raccontando i vividi dettagli dell'episodio e i suoi sensi di colpa. «Sono qui perchè Donald Trump mi ha violentata», aveva esordito, sintetizzando una sofferenza durata 30 anni e confermata da alcuni amici.

«Quando ho scritto della violenza, lui ha negato. Ha mentito e ha distrutto la mia reputazione. Sono qui per riprendermi la mia vita», aveva spiegato la giornalista ed editorialista, oggi 79enne, arrivando in tribunale con lo sguardo nascosto da grossi occhiali neri.

«Mi vergognavo, pensavo fosse colpa mia»

Carroll, all'epoca giornalista del magazine Elle, ha accusato il tycoon di averla stuprata nel 1996 nel camerino del grande magazzino Bergdorf Goodman dopo che i due si erano conosciuti a una festa e lui le aveva chiesto dei suggerimenti per un regalo.

«È stata una sensazione orribile. Ha messo la mano dentro di me e girato il dito», ha raccontato la scrittrice rivelando i dettagli della violenza e confessando di essere ancora tormentata dal ricordo di Trump che abusa di lei nel camerino.

Carroll ha anche spiegato perché non avesse mai denunciato l'ex presidente prima del 2019. «Mi vergognavo, pensavo fosse colpa mia», ha detto con la voce strozzata dalle lacrime. L'esperienza terrificante «l'ha segnata per sempre» e non è mai più riuscita ad avere una relazione amorosa. In aula ha dovuto anche giustificarsi per non aver urlato («ero pietrificata dalla paura»).

«La vittoria su Trump è per tutte le donne mai credute»

La giuria non ha creduto alla versione di uno stupro ma non ha avuto dubbi sull'aggressione sessuale.

La scrittrice ha commentato in una nota scritta la condanna del tycoon così: «Ho fatto causa a Donald Trump per riabilitare il mio nome e riprendermi la mia vita. Oggi il mondo conosce finalmente la verità. Questa vittoria non è solo per me, ma per ogni donna che ha sofferto perché non è stata creduta».

Trump: «Non conosco Carroll, il verdetto è una vergogna»

Trump non è mai comparso al processo, limitandosi ad una deposizione privata poi mostrata ai giurati in cui è finito col testimoniare contro se stesso: prima affermando che Carroll non era il suo «tipo», salvo confonderla poi con l'ex moglie Marla Maples.

In questa immagine tratta da un video pubblicato da Kaplan Hecker & Fink, l'ex presidente Donald tiene in mano una fotografia, presentata come prova durante la sua deposizione del 19 ottobre 2022, che mostra E. Jean Carroll e l'allora marito John Johnson che incontrano Trump e sua moglie Ivanka a un evento negli anni Ottanta. Nella sua deposizione, Trump ha scambiato la Carroll per Marla Maples, sua ex moglie, quando gli è stata mostrata l'immagine. La registrazione video dell'interrogatorio di Trump sulle accuse di stupro a suo carico è stata resa pubblica per la prima volta venerdì 5 maggio 2023, fornendo uno sguardo alle enfatiche e spesso colorite smentite del repubblicano.
In questa immagine tratta da un video pubblicato da Kaplan Hecker & Fink, l'ex presidente Donald tiene in mano una fotografia, presentata come prova durante la sua deposizione del 19 ottobre 2022, che mostra E. Jean Carroll e l'allora marito John Johnson che incontrano Trump e sua moglie Ivanka a un evento negli anni Ottanta. Nella sua deposizione, Trump ha scambiato la Carroll per Marla Maples, sua ex moglie, quando gli è stata mostrata l'immagine. La registrazione video dell'interrogatorio di Trump sulle accuse di stupro a suo carico è stata resa pubblica per la prima volta venerdì 5 maggio 2023, fornendo uno sguardo alle enfatiche e spesso colorite smentite del repubblicano.
KEYSTONE/Kaplan Hecker & Fink via AP

Poi ha pure confermato quanto detto in un famigerato audio, ossia che quando uno è una star come lui può baciare o prendere impunemente le donne per il loro organo genitale.

Trump ha così commentato la sentenza su Truth, il suo social media: «Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna, questo verdetto è una vergogna, una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi».

Trump impugnerà il verdetto del processo civile, ha annunciato il suo avvocato Joseph Tacopina, sostenendo che la decisione di assolvere il tycoon dall'accusa di stupro ritenendolo però responsabile di aggressione sessuale «è strana e lascia perplessi».

SDA