Torna la paura Gran Bretagna in allarme, la variante Delta è il 40% più trasmissibile

SDA

7.6.2021 - 14:30

Sulla marcia del Regno Unito e dell'Europa verso la ripartenza e le riaperture cala ora lo spettro della variante «Delta» del Covid. La mutazione ex «indiana» ha infatti una trasmissibilità superiore del 40% rispetto a quelle precedenti. 

Il dato è stato abbozzato dal ministro della Salute britannico, Matt Hancock domenica sera e ribadito lunedì da un portavoce del premier Boris Johnson,  insistendo che l'esecutivo non prevede al momento la necessità di rinvii delle riaperture generali e la fine delle ultime restrizioni previste per il 21 giugno, ma non lo esclude nemmeno fino alla verifica dei dati sull'efficacia dei vaccini fissata fra 7 giorni.

Downing Street ha ricordato che la quarta tappa – la quale prevede una piena liberalizzazione dei contatti social-familiari, la riapertura dopo oltre 6 mesi di locali e club notturni e un alleggerimento significativo delle limitazioni sugli eventi pubblici di massa, dallo sport ai concerti – è stata fissata «non prima del 21 giugno», insistendo che al momento «nulla suggerisce» la necessità di una dilazione, anche se alcuni esperti raccomandano prudenzialmente di spostare la scadenza almeno d'un paio di settimane.

Nulla è escluso a priori

Ha tuttavia sottolineato che il governo non esclude a priori l'ipotesi del rinvio, come già ripetuto ieri da Hancock, e si riserva di prendere una decisione finale lunedì 14 a seconda della tendenza nei prossimi giorni.

«Occorrerà guardare con attenzione in particolare ai dati sulle ospedalizzazioni, per stabilire se il nostro eccellente programma di vaccinazioni sarà stato sufficiente a spezzare il legame fra contagi, ricoveri in ospedale e conseguente aumento dei morti», ha detto il portavoce.

Ancora aumentato il numero di vaccini

Al momento i contagi alimentati dalla variante Delta sull'isola sono rimbalzati a 5-6000 al giorno, su una media di tamponi quotidiani attorno agli 800'000; ma i ricoveri nazionali fra reparti ordinari e terapie intensive restano stabili sotto una somma complessiva di 950, tuttora ai minimi europei, così come i decessi conteggiati che ieri sono stati non più di 4.

Mentre la campagna dei vaccini è stata accelerata ulteriormente, con quasi 700'000 dosi somministrate ieri, fino a un totale di 68 milioni: 40,3 milioni di prime dosi ad altrettante persone, pari a quasi il 77% della popolazione residente over 16, e 27,7 milioni circa di richiami.

Dalla prossima settimana la Gran Bretagna inizia a inoculare chi ha meno di 30 anni.

Vaccino Pfizer-BioNTech meno efficace sulla «Delta»?

Perché al momento la media dei contagi giornalieri nel Regno Unito, per colpa della mutazione Delta, è risalita a 5-6.000, a fronte però di un numero di ricoveri rimasto al palo, «mostrando che il nesso non è stretto, come in passato», ha detto Hancock.

Ma in una settimana tutto può succedere, anche perché, ha ricordato Hancock, la popolazione pienamente vaccinata, rispettando in pieno i tempi prestabiliti entro la fatidica data del 21 sarà pari a circa tre quinti del totale.

Ma anche sul fronte vaccinale rifanno capolino i dubbi: gli anticorpi prodotti dalle persone che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino Pfizer/BioNTech tendono a essere oltre cinque volte meno efficaci contro la variante «Delta» rispetto al virus originario su cui era tarato, secondo una ricerca condotta in Gran Bretagna dell'Istituto Francis Crick e pubblicata sulla rivista The Lancet.

Di nuovo gli occhi del mondo sul Regno Unito

Il Regno Unito diventa così di nuovo il laboratorio delle nuove tendenze della malattia e delle risposte ad essa, almeno in Europa: da Paese più malato a primo della classe nella corsa all'immunizzazione e di novo primo a sollevare nuovi dubbi, dopo aver subito le ondate della variante autoctona «Alfa», e ora della «Delta», che lì, dal sud dell'Asia, ha stabilito la sua testa di ponte.

Con gli occhi del mondo puntati addosso, il primo ministro Boris Johnson ha annunciato che, nell'imminente vertice del G7 in Cornovaglia, chiederà agli altri sei grandi della Terra di contribuire attivamente a vaccinare il mondo intero entro la fine del 2022.

«Il mondo – ha detto Johnson – ci guarda e ci chiede di essere all'altezza della maggiore sfida del dopoguerra: sconfiggere il Covid e guidare una ripresa globale ispirata ai nostri valori condivisi». «Vaccinare il mondo entro la fine dell'anno prossimo – ha aggiunto il premier padrone di casa – sarebbe il più grandioso exploit nella storia delle medicina».

OMS: «Per ora impossibile sradicare il virus»

Basta che le aspettative siano proporzionate alla realtà, mette in guardia oggi un dirigente dell'Organizzazione mondiale della Sanità, mentre i morti nel mondo superano i 3,7 milioni e i contagi totali 173 milioni e mentre in Israele oggi non si registrano nuovi casi autoctoni ma e si procede a vaccinare il 12-15enni, e mentre la malattia va fuori controllo in Paesi come il Perù e il Nepal.

«Sradicare» il Covid-19, per il momento, «non è un obiettivo realistico per il mondo», secondo David Nabarro dell'OMS: «L'umanità sarà costretta a imparare come potrà convivere con il virus, impedendo che quest'ultimo s'impenni e si diffonda creando focolai di malattia. Dovremo fare questo nel futuro prossimo».