Lutto È morta Ethel Kennedy, l'ultima matriarca di Camelot

SDA

10.10.2024 - 19:01

Ethel Kennedy (a sinistra) con la figlia Rory Kennedy (foto d'archivio).
Ethel Kennedy (a sinistra) con la figlia Rory Kennedy (foto d'archivio).
sda

Con Ethel Kennedy scompare un altro pezzo di Camelot. L'ultima matriarca del clan che per l'America è stata l'equivalente della famiglia reale è morta a 96 anni in ospedale al termine di una vita segnata da tragedie e polemiche.

«Aveva avuto un'ottima estate, era riuscita a entrare in acqua, salire sul molo, godere di pranzi e cene con la famiglia», ha detto il primogenito, l'ex deputato Joe Kennedy III dopo l'ictus che l'8 ottobre aveva colpito la madre.

Filantropa e attivista Ethel Skakel Kennedy era incinta di Rory, diventata poi una documentarista, quando il 5 giugno 1968 vide il marito Robert Kennedy, allora senatore e candidato alla presidenza, ferito a morte dal palestinese Shiran Shiran nelle cucine dell'Hotel Ambassador di Los Angeles quattro anni dopo l'assassinio del fratello JFK a Dallas.

Altre morti premature erano seguite a perpetuare il mito della «maledizione dei Kennedy» tra cui quella del figlio David nel 1984 per overdose e di Michael in un incidente di sci nel 1997.

Tragedie che sollevarono domande sulle dinamiche familiari e la pressione che i membri della famiglia Kennedy potrebbero aver subito crescendo con l'esigenza di essere ad ogni costo i 'best and brightest' per il bene della famiglia e del Paese.

Il matrimonio e l'eredità di Robert «Bobbie» Kennedy

Nata in una famiglia benestante del Connecticut, Ethel aveva frequentato scuole cattoliche e successivamente il Manhattanville College of the Sacred Heart, dove aveva conosciuto Robert Kennedy, fratello della sua compagna di stanza Jean.

Inizialmente Ethel era interessata a Jack, il futuro presidente JFK, ma alla fine sviluppò una relazione con Bobbie culminata nel matrimonio nel 1950 nella tenuta dei genitori di Ethel a Greenwich. Dall'unione fondata anche sull'impegno politico e umanitario sono nati undici figli. La dodicesima gravidanza era finita in un aborto spontaneo.

Rimasta vedova a 40 anni, Ethel aveva continuato a difendere la legacy del marito in materia di giustizia sociale e diritti umani. Nel 1968, subito dopo l'assassinio di RFK, aveva fondato il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights (ora Robert F. Kennedy Human Rights guidato dalla figlia Kerry) per la promozione dei diritti umani in tutto il mondo.

Aveva poi sostenuto con impegno le campagne politiche di figli e nipoti: tra questi oltre a Joe III, la primogenita Kathleen, ex governatrice del Maryland, il terzogenito RFK Jr, avvocato ambientalista e no vax, poi candidato indipendente alla Casa Bianca e da ultimo sostenitore di Donald Trump.

Non si è distanziata dalla campagna del figlio RFK Jr.

Ormai anziana, Ethel non ha preso posizione sull'ultima campagna del terzogenito RFK Jr da cui il resto della famiglia ha preso le distanze definendola «pericolosa per il Paese» e distante dai valori che il padre, Robert F. Kennedy, aveva rappresentato. Nel 2014 aveva ricevuto dall'allora presidente Barack Obama la Medaglia della Libertà del Congresso.

Ethel non è stata immune alle polemiche. Descritta come impulsiva e con un carattere difficile era stata toccata di striscio dagli scandali che hanno coinvolto membri della famiglia tra cui le accuse di stupro al nipote William Kennedy Smith nel 1991 (fu poi assolto) e quelle per omicidio di una teenager al nipote Michael Skakel quando anche lui era adolescente. Michael fu condannato nel 2002 ma nel 2013 scarcerato dopo che il verdetto era stato annullato per vizio di forma.

SDA