Svizzera Ecco a che punto è arrivato lo smantellamento della centrale di Mühleberg

daoe, ats

18.12.2024 - 11:49

Lo smantellamento della centrale nucleare di Mühleberg, nel Canton Berna, procede a ritmi sostenuti. Sono circa 300 gli specialisti coinvolti nello svolgimento dei lavori, due terzi dei quali erano già impiegati quando l'impianto era ancora in funzione.

Keystone-SDA, daoe, ats

L'azienda che gestisce la centrale, la BKW Energie, ha «staccato la spina» all'impianto attivo dal 1972 cinque anni fa, il 20 dicembre 2019 e, da allora, sono state rimosse ben 6'500 tonnellate di materiale. Per completare l'operazione, dovranno comunque essere smantellate e trasportate in tutto 20'000 tonnellate, di cui 11'000 solo di metalli. Il resto è costituito da cemento e altri materiali.

«Non l'avrei mai immaginato, ma il giorno dello spegnimento è stato comunque commovente», ricorda all'agenzia di stampa Keystone-ATS Stefan Klute, responsabile del sito di Mühleberg. All'epoca, un lustro fa, la Svizzera poté assistere in diretta televisiva alla disattivazione della centrale nucleare e osservare le reazioni dei lavoratori.

La sala dei comandi dell'impianto che ha generato energia per 47 anni appare ormai deserta. Molti interruttori, monitor e valvole sono stati coperti. Il pannello di controllo, dal quale è stato premuto il pulsante di spegnimento, verrà presto trasportato al Museo Nazionale di Zurigo dove sarà esposto e messo in mostra ai visitatori. «Stiamo facendo buoni progressi. Finora abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi», afferma Klute.

Lo smantellamento delle barre di moderazione del reattore è stato recentemente portato a termine da un'azienda svedese specializzata. Le barre di moderazione vengono impiegate per controllare la reazione di fissione nucleare da parte del combustibile all'interno del nocciolo o nucleo del reattore a fissione tramite la cattura di neutroni. Vista la loro proprietà nel controllo della reazione, queste barre sono anche uno dei primi sistemi impiegati per l'arresto dei reattori.

Una delle tappe successive è lo svuotamento della vasca di stoccaggio degli elementi di combustibile, in cui sono state tra l'altro immerse le barre di controllo, ha dichiarato Klute. La vasca è profonda dodici metri e ha una capienza di 850'000 litri.

Entro la fine dell'anno verrà poi svuotato anche il condensatore del sistema di raffreddamento attraverso il quale passava il vapore in uscita dalla turbina.

Stando alla tabella di marcia della BKW Energie, il sito verrà sgomberato da tutto il materiale radioattivo entro il 2030 per poi essere sfruttato per eventuali altri eventuali utilizzi a partire dal 2034. Lo smantellamento della centrale nucleare è un processo estremamente complesso e minuzioso. Ogni singolo bullone deve essere ispezionato, pulito e analizzato prima di poter abbandonare definitivamente la superficie occupata dall'impianto.

Gli specialisti devono separare i cosiddetti materiali attivati e quelli contaminati. La prima categoria comprende i materiali resi radioattivi dalla radiazione neutronica. Questi rifiuti vengono immersi in una vasca piena d'acqua – un metro d'acqua riduce di mille volte le radiazioni – prima di essere portati al centro di stoccaggio provvisorio di Würenlingen (AG).

I materiali contaminati, invece, non sono radioattivi ma sono inquinati dopo essere entrati in contatto con liquidi o gas contenenti particelle radioattive. Il processo di trattamento e decontaminazione è dunque diverso.

Dibattito ancora acceso

A prescindere dallo smantellamento dell'impianto, il dibattito sull'energia nucleare in Svizzera è tutt'altro che concluso: la recente decisione di estendere l'attività della centrale di Beznau (AG) fino al 2033 ha suscitato l'ira degli ecologisti nella Confederazione.

BKW Energie, dal canto suo, non ha preventivato di ampliare il ricorso al nucleare, nonostante Mühleberg avesse fornito il 5% della produzione elettrica in Svizzera. La strategia del gestore bernese include piuttosto lo sfruttamento delle energie rinnovabili nel breve e medio termine.

A lungo termine, l'azienda si dice comunque «aperta» e non esclude nulla: «Le centrali atomiche potrebbero essere parte della soluzione in futuro, a condizione che la società decida di raggiungere gli obiettivi climatici garantendo l'approvvigionamento energetico e preservando il più possibile il paesaggio», dichiara la BKW Energie.

Il CEO di Axpo, Christoph Brand, seppur favorevole all'idea di revocare il divieto di costruire nuovi impianti nucleari, ha recentemente dichiarato che «la costruzione di ulteriori centrali comporta per le aziende del settore rischi finanziari non indifferenti. Non è un caso che in molti Paesi lo Stato sia fortemente coinvolto in questo genere di progetti».