In difficoltà Credit Suisse nelle cifre rosse deve rafforzare il capitale, fuga degli investitori

hm, ats

22.4.2021 - 12:18

Credit Suisse scivola nelle cifre rosse nel primo trimestre, sulla scia delle ingentissime perdite legate al crollo del fondo americano Archegos. Sul caso sta ora indagando anche la Finma, che ha imposto alla banca misure d'urgenza. L'istituto si vede inoltre costretto a raccogliere denaro fresco per rafforzare il bilancio. Gli investitori stanno vendendo in massa il titolo in borsa.

Momento difficile per Credit Suisse (foto d'archivio)
Momento difficile per Credit Suisse (foto d'archivio)
KEYSTONE/AP/Walter Bieri

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Stando ai dati diffusi oggi i primi tre mesi dell'anno si sono chiusi con un disavanzo netto di 252 milioni di franchi, a fronte di un utile di 1,3 miliardi realizzato nello stesso periodo del 2020.

La perdita ante-imposte è ammontata a 757 milioni di franchi: meno dei circa 900 milioni ipotizzati dalla stessa società due settimane or sono.

Come già noto il collasso di Archegos Capital Management – il family office (cioè società che gestisce uno o più patrimoni familiari) del finanziere newyorkese di origine coreana Bill Hwang – ha pesato sui risultati della banca per circa 4,4 miliardi di franchi.

Credit Suisse la più toccata

Credit Suisse sembra essere la banca più colpita dal dissesto, prima ancora della giapponese Nomura, che ha perso 2 miliardi di dollari, e della statunitense Morgan Stanley, che ha dovuto tirare una riga su 900 milioni di dollari.

Per l'istituto elvetico non è inoltre ancora finita: i vertici si aspettano ulteriori perdite di circa 0,6 miliardi in relazione all'hedge fund.

Senza il fattore Archegos l'istituto avrebbe vissuto un trimestre da incorniciare, con un utile prima delle imposte di 3,6 miliardi, cioè superiore ai 3,5 miliardi dell'intero 2020.

Forte crescita in Asia

Il Ceo Thomas Gottstein ha parlato di una performance finanziaria forte in tutte le divisioni, sostenuta da solidi risultati in Svizzera e da una impetuosa crescita in Asia e nell'investment banking. Complessivamente i ricavi netti della banca sono saliti su base annua del 31% a 7,6 miliardi di franchi. Nel frattempo i costi operativi si sono contratti del 2% a 3,9 miliardi.

La banca ha anche attratto 28,4 miliardi di nuovi capitali netti, di cui 14,4 miliardi nella gestione patrimoniale, con un tasso di crescita annualizzato del 7%. Il patrimonio in gestione a fine marzo è salito a 1596 miliardi di franchi, a fronte dei 1512 miliardi di fine 2020.

La perdita trimestrale ha però peggiorato la capitalizzazione: il coefficiente patrimoniale CET1 è sceso al 12,2%, contro il 12,9% di fine dicembre, mentre il CET 1 leverage ratio si è contratto dal 3,8% dal 4,4%. Per ripristinare la solidità finanziaria la banca ha annunciato l'intenzione di raccogliere 1,8 miliardi di franchi attraverso due obbligazioni convertibili.

La FINMA indaga, presi provvedimenti

L'istituto si trova però anche in casa i controllori della Finma: l'autorità di vigilanza dei mercati finanziari ha annunciato oggi che esaminerà gli indizi emersi di lacune nella gestione dei rischi.

Si tratta del secondo procedimento pendente, dopo quello avviato in marzo per far luce sul caso Greensill, la società finanziaria anglo-australiana in liquidazione con cui Credit Suisse gestiva fondi per miliardi di dollari.

In relazione a queste due vicende l'autorità ha ordinato vari provvedimenti d'urgenza, che comprendono fra l'altro misure di natura organizzativa e volte a ridurre il rischio, aumenti di capitale, nonché la riduzione o la sospensione delle componenti variabili della remunerazione dei dipendenti. Tutte misure a carattere cautelativo e temporaneo che integrano i passi già adottati dalla banca.

Il servizio di sicurezza in discussione

Come noto l'istituto ha rimosso dai loro posti il numero uno dell'investment banking Brian Chin e la responsabile operativa dei rischi Lara Warner. Ma nel frattempo nel mirino della pubblica critica è finito anche Andreas Gottschling, presidente della commissione rischi in seno al consiglio di amministrazione (Cda).

Vi è chi – come la società di consulenza degli azionisti Glass Lewis – ne ha chiesto la testa, mentre la stampa rivela dettagli che potrebbero mettere in cattiva luce la banca: ieri il portale Inside Paradeplatz ha sostenuto che il servizio di sicurezza di Credit Suisse ha agevolato Gottschling nel suo hobby privato di sparare con la pistola.

Quella in questione è peraltro la stessa unità responsabile dei pedinamenti di Iqbal Khan, il top manager passato a UBS con susseguente scandalo. Inevitabilmente al momento affiorano interrogativi sull'operato di Gottschling, manager tedesco di 54 anni che l'anno scorso per il suo lavoro nel Cda di Credit Suisse è stato retribuito con 950'000 franchi.

La Borsa non apprezza

Agli azionisti tutto quanto sta succedendo non è probabilmente piaciuto. Confrontati con un taglio del dividendo 2020 e con la sospensione dell'attuale programma di acquisto di azioni, devono fare inoltre i conti con un'evoluzione del titolo che è tutt'altro che favorevole: nelle ultime quattro settimane alla borsa di Zurigo l'azione Credit Suisse ha perso il 28%.

Anche le notizie odierne sono state accolte male: in mattinata il titolo perdeva circa il 6%, tornando sotto i 9 franchi. A far storcere il naso agli analisti è in particolare l'aumento di capitale.