Colombia Bogotà vuole frenare la maxi-miniera di carbone di Glencore

SDA

8.9.2023 - 17:01

El Cerrejón è un sito estrattivo ben noto in tutto il Sudamerica.
El Cerrejón è un sito estrattivo ben noto in tutto il Sudamerica.
Keystone

La miniera colombiana El Cerrejón – gestita dal 2022 dalla multinazionale svizzera Glencore e considerata il più grande giacimento di carbone a cielo aperto dell'America Latina – è finita nel mirino del governo di Bogotà.

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Critico per l'impatto ambientale, il presidente colombiano Gustavo Petro starebbe cercando un'"uscita concertata» per Glencore, secondo il portale di notizie La Opinion. Il problema: il sito, localizzato nel dipartimento di La Guajira, starebbe prosciugando l'acqua agli indios locali. Immagini aeree mostrano i giganteschi crateri scavati da quattro decenni sul posto, situato in un territorio desertico sulle rive del Mar dei Caraibi, colpito da povertà, corruzione e carenza di acqua potabile.

Il primo presidente di sinistra della Colombia aspira a guidare la nazione verso una transizione energetica, fermare la corsa all'estrazione delle materie prime e salvare l'Amazzonia dalla crisi climatica. Di qui la decisione di frenare la produzione di El Cerrejón che, secondo lui, sta prosciugando le risorse idriche degli indios Wayúu, contrariamente a quanto affermano alcuni esperti, per i quali lo sfruttamento della miniera è fondamentale per l'economia del paese. Secondo il centro di ricerche Fedesarrollo (un centro indipendente di indagini economiche) il suo carbone rappresenta il 43% del prodotto interno lordo (Pil) del dipartimento della Guajira – grande quanto la metà della Svizzera – e lo 0,7% del Pil nazionale.

Glencore è un colosso delle materie prime. Ha sede a Baar (ZG) ed è presente in oltre 35 paesi con 140'000 dipendenti. I suoi clienti sono consumatori industriali del ramo automobilistico, siderurgico, della produzione di energia, delle batterie e del petrolio. L'impresa fornisce anche servizi, in primo luogo di finanziamento e logistica. Sulla scia dell'impennata dei prezzi delle materie prime l'anno scorso ha realizzato un utile record di 17 miliardi di dollari (15 miliardi di franchi al cambio attuale), con i ricavi che hanno raggiunto la cifra da capogiro di 256 miliardi di dollari.