Previdenza professionale Boom dei guadagni nel 2024 per le Casse pensioni, ma non per tutti gli assicurati. Ecco perché

hm, ats

13.1.2025 - 12:11

Gli istituti hanno approfittato in particolare dell'ottimo andamento delle azioni americane.
Gli istituti hanno approfittato in particolare dell'ottimo andamento delle azioni americane.
Keystone

Le casse pensioni hanno guadagnato molto bene nel 2024, ma non tutti ne potranno approfittare: lo afferma la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), che oggi pubblica una stima sul tema.

Keystone-SDA, hm, ats

Secondo le valutazioni, citate dal quotidiano, della società di consulenza Complementa, il rendimento medio si è attestato al 7,6%.

Con un patrimonio investito di 1200 miliardi di franchi, ciò significa che è stato realizzato un utile di 90 miliardi: si tratta del doppio dell'importo delle rendite AVS versate ogni anno.

Ma cosa succede di questi guadagni? I fondi pensione continueranno ad accrescere le loro riserve o soldi confluiranno effettivamente nelle tasche degli assicurati?

«La maggior parte delle casse si trova in una posizione molto solida, che consente loro di concedere accrediti elevati», spiega alla NZZ Markus Wirth, Ceo di Complementa.

Le stime per il 2024

Secondo le sue stime, nel 2024 i lavoratori potranno beneficiare di un tasso interesse medio sugli averi del secondo pilastro di poco inferiore al 4%, una cifra che è stata superata solo una volta negli ultimi due decenni.

Esiste però un enorme divario tra i vari istituti di previdenza: i maggiori beneficiari sono i dipendenti di UBS e Sulzer, che otterranno il 9%. Anche chi lavora per Migros fa parte del gruppo di testa, con il 7,5%. Le FFS pagano il 4,5%, la Posta un po' meno del 3%, la Confederazione l'1,5%.

Negli anni di borsa favorevoli, la forbice fra i vari tassi è sempre particolarmente ampia, spiega Wirth.

Si punta sulla sicurezza

«Non sorprende che le casse di diritto pubblico tendano a concedere tassi d'interesse bassi in questo momento: questo perché molte hanno scarse risorse e devono prima utilizzare i profitti ottenuti per migliorare le proprie riserve».

L'esigenza di sicurezza è dovuta anche al fatto che gli attivi pensionistici sono protetti: ciò significa che, una volta accreditato, il denaro rimane intatto, anche in caso di crollo del mercato azionario.

Ma cuscinetti troppo grandi possono portare a ingiustizie, avverte Wirth. «Se un dipendente lascia l'azienda, deve lasciarsi alle spalle le riserve di capitale accumulate, anche se vi ha partecipato con i suoi contributi».

La questione dell'equità si pone anche tra dipendenti e pensionati.