Lara Gut-Behrami «Spesso erano le donne a volermi ferire, non gli uomini»

bfi

31.10.2022

Lara Gut - Behrami
Lara Gut - Behrami
KEYSTONE

Alla Schweizer Illustrierte, la sciatrice ticinese che ha plasmato il mondo dello sci negli ultmi 15 anni, ha parlato della consapevolezza di sé, della sua lotta per essere compresa e anche della forza che trae dal marito.

bfi

31.10.2022

In un'intervista alla Schweizer Illustrierte la sciatrice ticinese ha raccontato molto della donna che da quindici anni cavalca le discese e le salite del Circo Bianco.

Da quindici anni sulla breccia... come se ci fosse un ricetta per l'eterna giovinezza.

«Nessuna ricetta - racconta la 31enne di Comano - mi piace sciare».

Sempre sotto l'occhio vigile delle telecamere, da 15 anni. E Lara, per sua ammissione, ha avuto più problemi a gestire ciò di quanto abbia mai detto. «Sento una certa fatica, non è stato sempre facile e gioioso. Tutti gli alti e bassi che i giovani vivono nella loro vita privata, io li ho vissuti nello sport di alto livello, sotto gli occhi del pubblico».

«Mi sono sentita spesso incompresa»

«A 17 anni ero già sotto gli occhi di tutti, ma non ero affatto preparata ad affrontare quel ruolo. Volevo proteggermi. Ma non sapevo esattamente come. E quando ci si sente a disagio in una situazione, ognuno reagisce in modo diverso», ha rivelato la sciatrice ticinese alla rivista nazionale.

Quasi non avesse avuto manco il tempo di guardarsi dentro, affaccendata com'era a sciare, a rispondere, a proteggersi.

«Come atleta ho imparato presto a prendere decisioni, a farmi molte domande e a sostenerle con coerenza. Come persona, invece, ero meno preparata», fino all'incidente occorsale nel 2017, quando lontana dal Circo Bianco, capì «che avrei dovuto comportarmi allo stesso modo come persona. Avevo poca fiducia in me stessa come donna, in me stessa come persona. Mi sono lasciata guidare dal pensiero che gli altri sapessero meglio di me. Così ho guardato e ascoltato troppo poco me stessa».

Nel 2018 la sciatrice ticinese ha sposato l'allora calciatore Valon Behrami, fondamentale per lo sviluppo e la maturazione personale di Lara.

«Valon mi dà una sensazione di sicurezza. Ho imparato che ci si sente più forti quando si mostrano le debolezze»

E le donne nella vita di Lara Gut-Behrami? «Ciò che a volte può risultare difficile tra le donne è l'invidia reciproca. Non mi riferisco all'interno della squadra. Ma nella mia carriera - anche fuori pista - ho spesso sperimentato che erano le donne a volermi ferire, non gli uomini».

Nel corso dell'intervista la ticinese ha pure risposto alla domanda "se il Circo Bianco è davvero una grande famiglia". Con gli altri sciatori, preparatori e allenatori si trascorre diverso tempo insieme, ci si vede spesso, e quando uno sciatore abbandona la gara o si infortuna, alcuni condividono il loro dispiacere. «Ma non è che tutta la famiglia dello sci si preoccupi per te. Si viene dimenticati in fretta: magari si è ancora campioni olimpici e mondiali, ma presto non si ha più nulla di tutto ciò. Ecco perché farei attenzione alla parola "famiglia"».

Lara ha parlato del marito, del padre, dei colleghi e anche di un'amica speciale. «Una vera amica nel Circo Bianco, con cui potevo discutere di tutto era l'austriaca Anna Veith. Sono felice di averla ancora fra le mie amicizie».

«Gli amici che sono felici per te ti abbracciano in corridoio»

Una 31enne, la Gut-Behrami, che racconta il suo mondo e la sua visione di esso. Come quando il giornalista le chiede cosa pensa dei colleghi che si congratulano con i vincitori. «Per molti è importante congratularsi... ma alla fine lo fanno solo per motivi d'immagine: in modo che tutti pensino che tu sia una persona migliore perché ti prendi cura degli altri».

La campionessa dello sci è convinta che se si è davvero felici per un compagno di squadra, non è necessario mostrarlo pubblicamente. «Gli amici che sono davvero felici l'uno per l'altro si abbracciano nel corridoio che porta alla cantina, o in un altro posto dove nessuno li vede».