Verso il muro delle 40 reti A Zugo Hofmann è già diventato «das Tormonster»

bfi

8.10.2019

Grégory Hofmann, 26 anni
Grégory Hofmann, 26 anni
Keystone 

A Lugano era stato salutato con affetto e dispiacere, a Zugo è già diventanto 'das Tormonster' e Damien Brunner è sicuro che il bello deve ancora venire. 

Nella scorsa stagione, con la maglia del Lugano, Grégory Hofmann aveva fatto centro ben 30 volte nel corso della Regular Season; più di qualsiasi altro attaccante in Svizzera, stranieri compresi.

Quest'anno, con la maglia dei Tori, Hofmann ha già messo a segno sette reti in nove incontri disputati fin'ora.

Brunner crede che il bello deve ancora venire

Se a Zugo l'ex Lugano si è già guadagnato l'appellativo di 'Tormonster', il suo ex compagno di squadra Damien Brunner - oggi al Biel e in pausa forzata a causa di un infortunio - è certo che presto o tardi Grégory abbatterà il muro delle 40 segnature in Regular Season. 

Invitato da MySport in occasione di una diretta televisiva, il 33enne Damien Brunner ha detto che «Hofmann ci farà ancora impazzire, in quanto la sua volontà di segnare è sinonimo di tante, tantissime reti.»

Ricordiamo che lo stesso Brunner risultò il miglior realizzatore di National League al termine della Regular Season 2012-13, prima di tentare l'avventura nordamericana per poi rientrare in Svizzera al soldo del Lugano. 

Normand Dupont con il disco (1991)
Normand Dupont con il disco (1991)
Keystone 

Sono lontani gli anni di Normand Dupont e Richmond Gosselin, quando i due canadesi del Biel avevano segnati rispettivamente 50 e 52 reti nel corso di due stagioni diverse. Era un altro hockey, non c'era la Regular Season e dunque nemmeno i Playoffs. Altri tempi anche per Peter Jaks e Ron Wilson che verso la metà degli anni ottanta incamerarono 39 reti a testa: il primo indimenticato cecchino dell'Ambrì, il secondo, canadese arrivato a Davos poco prima dell'avvento di Slettvol a Lugano. Da allora tutto cambiò, o quasi. 

Alla caccia del record

Da quando esiste la National League il massimo numero di reti realizzate da un giocatore è stato raggiunto dallo svedese Petterson - quello che oggi gioca per gli ZSC Lions - che nella stagione 2014-15 gonfiò la rete ben 33 volte mandando in visibilio i tifosi del Lugano. 

Grégory Hoffman è oggi a tutti gli effetti un attaccante dall'enorme potenziale, una macchina da gol che il Lugano ha lasciato partire per Zugo, un po' a malincuore.

«Ho lavorato duramente sul tiro - ammette il 26enne originario di Neuchatel - non ci sono altre vie che l'allenamento continuo e ripetitivo».

Quando viveva a Castione, insieme con il fratello Davide, Grégory si allenava a tirare su di un muro vicino a casa sua, che negli anni si è sgretolato, frantumato. 

I muri dell'umiltà di Grégory

Di muri Hofmann ne ha frantumati e costruiti diversi nel corso del suo apprendistato quale muratore. Quello immaginario delle 40 reti potrebbe cadere presto. 

«L'apprendistato è stata un'ottima scuola di vita, sono fiero di averlo portato a termine - racconta l'ex Lugano, Davos e Ambrì ai microfoni di Slapshot.ch - mi ha plasmato anche dal punto di vista fisico, ha allargato i miei orizzonti. L'hockey è un mondo ovattato e c'è il rischio di dimenticare che ci sono uomini che devono lavorare molto per pochi soldi. Io non dimenticherò, non voglio diventare una star. Mantengo ancora buoni contatti con ex colleghi di lavoro, con il mio ex capo».  

Keystone 

NHL?

Con lo Zugo Hofmann ha firmato una clausola NHL; ovvero, per i prossimi quattro anni gli amanti dell'hockey svizzero avranno il piacere di gustare le gesta del miglior realizzatore nostrano. Se tra 4 anni qualche franchigia di NHL sarà ancora interessata a Hofmann allora il ragazzo potrebbe partire.

«Il mio obiettivo è quello di dare il mio contributo per far diventare lo Zugo la migliore formazione del campionato - ha concluso Hofmann - qui a Zugo vedo le migliori prospettive per il mio futuro e l'organizzazione della squadra e della società mi hanno veramente impressionato».

A rivederci aldilà del muro dunque; buona fortuna Grégory. 

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