Il giorno dopo l'impresa di Bucarest, dopo una notte indimenticabile di calcio e emozioni collettive, leggiamo le parole dei vincitori e dei vinti, e di chi oggi si prende anche il lusso di sognare oltre.
E chi ci avrebbe creduto prima dell'inizio della sfida, dopo tutte le polemiche? Chi ci sperava ancora dopo la terza rete messa a segno dai galletti di Francia, oggi un po' meno spavaldi?
Invece è successo. La Svizzera ha troncato i sogni di gloria dei campioni del Mondo catapultandosi direttamente ai quarti di finale dove affronterà la Spagna, formazione che tre ore prima dei rossocrociati aveva dato vita con la Croazia ad un altra partita davvero intensa, spettacolare, vinta infine dagli iberici per 5-3 al termine dei tempi supplementari.
La Svizzera ha avuto bisogno dei calci di rigore per avere ragione dei più quotati francesi, ha dovuto attingere alle doti e alla freddezza dei vari Schär, Gavranovic, Vargas e Mehmedi, alla parata storica di Yann Sommer, alla serata monumentale di Haris Seferovic e alla regia di Granit Xhaka, che ieri sera si è ricordato di essere già stato campione del Mondo.
La signorilità di Deschamps, il grande sconfitto
Didier Deschamps, ai microfoni della televisione francese ha voluto difendere la sua stella più brillante, quel Mbappé messo in ombra durante il match da Nico Elvedi, stroncato da Sommer che lo ha reso un mortale. «Nessuno può prendersela con lui», ha detto il manager della Francia riferendosi all'attaccante del PSG. «Quando ti prendi la responsabilità, può succedere. Lui è ovviamente molto colpito da questo».
«Kylian si prende la responsabilità, si sente in colpa, ma non dovrebbe», ha continuato Deschamps.
Così anche il capitano della Francia,Hugo Lloris: «Vinciamo insieme, perdiamo insieme. Siamo tutti responsabili dell'eliminazione in questa fase della competizione. Non c'è nessun dito puntato contro un individuo».
Mbappé ha rilasciato una breve dichiarazione su Twitter. «È molto difficile voltare pagina. Mi dispiace per questo rigore... congratulazioni e buona fortuna agli svizzeri».
«I ragazzi hanno regalato una grossa gioia a tutta la nazione»
Vincere insieme, perdere insieme, come la Svizzera, ieri unita più che mai.
Marco Streller, ex giocatore e ora esperto per blue Sport, ha così sintetizzato le emozioni di un'intera nazione: «Nonostante le molte critiche questa nazionale, nelle ultime due sfide ha dimostrato tutto il suo potenziale. I ragazzi hanno regalato una grossa gioia a tutta la nazione».
«Non vogliamo fermarci qua»
Ai microfoni della RSI, nel dopo partita, Mario Gavranovic, dimostra il suo coraggio, il suo attaccamento alla Nazione che lo ha cresciuto.
«Siamo contentissimi di aver fatto una grande partita per il nostro Paese, ma adesso non vogliamo fermarci qua. In settimana abbiamo provato i rigori e mi sentivo bene dal dischetto. Quando mi hanno chiesto se andava bene il primo, ho risposto che non c'era problema».
Man of the Match
Ricordiamo che si tratta della prima volta dal 1954 che la Svizzera avanza ai quarti di finale di un grande torneo.
Granit Xhaka, eletto 'Man of the Match' per aver diretto la squadra con astuzia, encomiabile impegno e non da ultimo per aver servito l'assist a Mario Gavranovic.
«Ho sempre detto che questa squadra meritava molto di più di quello che si legge», ha detto il capitano che purtroppo non potrà disputare la prossima gara a causa del cartellino giallo rifilatogli ieri sera. «Stasera abbiamo davvero scritto la storia. Tutti gli svizzeri, non importa chi siano o dove vivano, tutti i giocatori, insieme abbiamo ottenuto qualcosa. È impossibile da descrivere a parole. Abbiamo scritto la storia e possiamo essere davvero orgogliosi».
Petkovic, condottiero imperturbabile
Pacato ai microfoni della RSI Vladimir Petkovic, dopo essersi gustato momenti di vera gioia.
«La squadra ha fatto un lavoro fantastico grazie alla sua disponibilità a combattere. Siamo riusciti a imporre il nostro gioco e a seguire il nostro gameplan. Avevamo abbastanza carburante nel serbatoio e forse più della Francia; lo abbiamo dimostrato nel corso dei 120 minuti».
L'anti-Mbappè, Yann Sommer
«Una cosa immensa, - ha spiegato il portierone rossocrociato ai microfoni nel dopo-partita - parare l'ultimo rigore, dopo che avevano segnato tutti, è stata una cosa davvero speciale, perché nella mia testa avevo già visto che avrei parato quel tiro».
Dopo aver battuto la Francia è giusto che si pensi ad un'altra impresa, ricordando le favole passate di Danimarca e Grecia. Giusto credere che usando le stesse armi messe in campo ieri sera si possa arginare anche i fraseggi millimetrici e sfiancanti della Spagna. Sognare è un diritto, quasi un dovere di qualsiasi essere umano.
Il futuro è ancora da scrivere, intanto godiamoci il presente.
Hopp Schwiiz!