Ai microfoni di blue Sport il centrocampista del Lugano Renato Steffen ha discusso del suo arrivo in riva al Ceresio, delle ambizioni con la Nazionale e naturalmente del grandioso momento che sta vivendo il club bianconero, che sta lottando con Young Boys e Servette per il titolo.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Renato Steffen era tornato in Svizzera per garantirsi un posto da titolare a Lugano, spinto dalla prospettiva di partecipare ai Mondiali del 2022.
- Nonostante riconosca che il calcio svizzero non sia al livello della Bundesliga, Steffen è molto soddisfatto della sua decisione.
- Steffen è orgoglioso del progresso del suo club, non più il «piccolo Lugano» di una volta, e si mostra ottimista riguardo al potenziale della squadra nella lotta per il titolo, nonostante le numerose sfide incontrate in stagione.
Renato Steffen è giunto a Lugano nell'estate del 2022, in provenienza dalla Bundesliga. Al Wolfsburg faticava a trovare spazio e, visti gli imminenti Mondiali in Qatar, il centrocampista offensivo aveva deciso di tornare in Svizzera, in un club dove avesse la sicurezza di giocare con regolarità, così da non perdere il volo per la Coppa del Mondo con la Nazionale.
«Per me è stata una nuova sfida entrare in una squadra come giocatore di punta», ha riflettuto giovedì sera il 32enne durante la trasmissione «Heimspiel» di blue Sport.
«Devo essere onesto - ha proseguito Steffen - non so cosa avrei fatto se i Mondiali non fossero stati dietro l'angolo. Mi sentivo pieno di energia, in realtà volevo rimanere in Bundesliga. Però ero insicuro, non è che avevo cinque offerte sul tavolo. All'epoca mia moglie era incinta del nostro secondo figlio. Avrei potuto trasferirmi in un altro club della Bundesliga, ma non avrei avuto la garanzia di giocare come titolare».
«Certamente anche in Svizzera non si ha la garanzia di giocare sempre, ma la concorrenza è un'altra cosa in Germania», ha aggiunto l'ex Young Boys e Basilea.
La decisione di spostarsi sulle rive del Ceresio era legata a doppio filo alla possibilità di far parte della truppa di Murat Yakin per i Mondiali. «La posta in gioco era così alta che sapevo di dover andare in un posto dove avrei potuto dare il meglio di me immediatamente. Per questo sono passato al Lugano».
«Col senno di poi è stata un'ottima decisione»
Una scelta difficile, perché dopo due anni e mezzo in Germania tornare in Svizzera «è stato un passo indietro. Per me è stato qualcosa di nuovo, di diverso. Non voglio parlar male del nostro calcio, ma la Bundesliga è qualcosa di diverso rispetto alla Super League. A tutti i livelli. Stadi pieni, euforia, lì si respira calcio».
Tuttavia per il centrocampista offensivo dei bianconeri, autore di 5 reti nelle 25 partite disputate in questa stagione, è molto felice della sua scelta di firmare con il Lugano: «Col senno di poi, devo dire che è stata un'ottima decisione».
«Non è più il piccolo Lugano»
«È bello avere qualcuno alle spalle che ha del potenziale economico, da investire nella squadra. Ma i soldi non bastano, bisogna anche lavorare bene. A Lugano ci sono persone competenti in ogni settore del club, ed è anche per questo che la società si è evoluta», ha in seguito analizzato l'argoviese, fiero del progetto che ha sposato da quasi due stagioni.
«Adesso non è più il piccolo Lugano di cinque o sei anni fa, dobbiamo pensare in grande. I giocatori stessi devono avere un'altra attitudine, si deve sviluppare una fiducia in sé stessi più marcata, una mentalità vincente. È quello che stiamo facendo e ora si inizia a vedere sin dove si può arrivare», ha continuato Steffen, autore di un gol alla sua ultima uscita in campionato nella vittoria contro il Basilea, ma che ha mancato nel pareggio col Winterthur a causa di una squalifica per somma di ammonizioni.
Pronti per il titolo?
A proposito di obiettivi, il Lugano è pronto a prendersi il titolo di campione svizzero? «Sei giornate fa, quando abbiamo iniziato la nostra serie di vittorie, non avremmo mai pensato che saremmo arrivati a sei punti dallo Young Boys. Dobbiamo essere onesti. Per vincere il campionato ci vogliono molte cose. Abbiamo avuto troppi alti e bassi nella prima fase della stagione, forse anche a causa degli impegni in Conference League».
«Saremo sicuramente pronti se l'YB e il Servette dovessero lasciare punti per strada. Io punto sempre al massimo, ma non so se siamo già pronti a vincere quest'anno. Lo vedremo nelle prossime partite, di sicuro noi daremo il massimo», ha infine concluso il giocatore della Nazionale, cui uno degli obiettivi personali rimane quello di essere fra i convocati agli Europei in programma il prossimo mese di giugno.
Se continuerà a brillare coi bianconeri, la sua candidatura non potrà di certo essere ignorata da Murat Yakin.