Il ct della Nazionale elvetica Murat Yakin discute di orgoglio, polemiche e la sua visione del futuro. Tra le sue dichiarazioni, parla anche del recente dibattito sulla Nati e la chiara posizione sul non trasferirsi in Arabia Saudita.
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- Murat Yakin ha espresso grande orgoglio per il suo ruolo di allenatore della Nazionale svizzera, sottolineando come i suoi sentimenti non siano cambiati da quando ha iniziato la sua avventura sulla panchina della Nati due anni fa.
- Nonostante la buona posizione nelle qualificazioni agli Europei, Yakin ha riconosciuto che in partite cruciali la squadra ha lasciato troppi punti sul campo.
- Il CT inoltre, ha commentato le critiche di Granit Xhaka, affermando che con le sue osservazioni il capitano della Nati voleva risvegliare la squadra.
- Riguardo al suo futuro professionale, Yakin ha espresso chiaramente che non considera un trasferimento in Arabia Saudita, sottolineando che chi fa tale scelta «conclude la propria carriera sportiva».
In un'intervista rilasciata a «Watson», l'attuale allenatore della Nazionale svizzera Murat Yakin ha discusso delle recenti polemiche scoppiate riguardo le performance della squadra, il suo ruolo di commissario tecnico e delle sue aspirazioni future.
«Mi godo enormemente il mio posto di allenatore della Nazionale. Quando ho iniziato, parlavo dell'orgoglio che questa posizione mi dava. E nulla è cambiato fino a oggi», ha affermato Yakin, sulla panchina della Nazionale ormai da due anni, quando aveva preso il posto lasciato vacante da Vladimir Petkovic, partito per allenare il Bordeaux in Ligue 1.
Nonostante la Svizzera guidi il suo gruppo nelle qualificazioni agli Europei con quattro vittorie e due pareggi, Yakin ammette: «Abbiamo in parte causato noi stessi il dibattito su questa Nazionale, lasciando punti sul campo in partite come contro Romania e Kosovo, situazioni nelle quali avremmo dovuto fare meglio».
«Xhaka voleva provocare»
Sul commento critico riguardo al ritmo di allenamento troppo blando fatto dal capitano Granit Xhaka dopo il pareggio contro il Kosovo, Yakin ha commentato: «Granit voleva provocare, risvegliare la squadra. Ma con quella dichiarazione, si è anche messo sotto pressione, assumendosi una responsabilità».
Murat Yakin apprezza l'intensità di Xhaka, «ha l'ambizione e l'aspettativa di vincere ogni partita, anche in allenamento. Granit è sempre tra i migliori in termini di intensità, volume e velocità».
Riguardo agli allenamenti con la Nazionale, Yakin ha riconosciuto: «Ci alleniamo in un modo diverso da quello che i giocatori sono abituati nei loro club, in modo più giocoso e competitivo. Vogliamo rendere le sessioni di allenamento così interessanti, che i giocatori non si rendano nemmeno conto di quanto abbiano lavorato».
«Se ti trasferisci in Arabia Saudita, hai concluso la tua carriera»
Parlando del suo futuro e di possibili opportunità in Arabia Saudita, Yakin afferma con decisione: «Il mio contratto scade alla fine dell'anno, se ci qualifichiamo per gli Europei in Germania si prolungherà automaticamente fino alla fine dell'estate».
Riguardo al nuovo trend di giocatori e allenatori che lasciano l'Europa per cercare fortuna, strettamente a livello monetario, nella Pro League saudita Yakin ha confessato: «Per me è chiaro: una volta che ti trasferisci in Arabia Saudita, hai concluso la tua carriera sportiva. È così che lo vedo. Pertanto, non ci penso affatto».
La prossima missione è la qualificazione agli Europei, che passerà dalle sfide contro Israele, in programma il 12 ottobre a Tel Aviv, e la Bielorussia a San Gallo tre giorni dopo.