Il giornalista italiano Maida: «I giocatori svizzeri insistono nel dire che l'Italia è favorita. Io non la vedo così...»

SDA

28.6.2024 - 18:51

Il giornalista sportivo italiano Roberto Maida valuta gli ottavi di finale tra Svizzera e Italia.
Il giornalista sportivo italiano Roberto Maida valuta gli ottavi di finale tra Svizzera e Italia.
Foto: Keystone

La prestazione della Nazionale azzurra a Euro 2024 è criticata in patria. Il giornalista sportivo italiano Roberto Maida ne spiega le ragioni in un'intervista a Keystone-SDA.

SDA

28.6.2024 - 18:51

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Roberto Maida lavora per il quotidiano sportivo italiano «Corriere dello Sport» dal 2005 ed è attualmente impegnato ai Campionati Europei in Germania.
  • In un'intervista, Maida dice della Nazionale italiana: «Non è più la squadra di una volta».
  • Il giornalista sportivo non vede l'Italia come favorita negli ottavi di finale contro la Svizzera: «Non mi stupirei se si decidesse ai rigori».

Roberto Maida è super impegnato agli Europei di calcio: dall'inizio del torneo, il 48enne ha raccontato una partita al giorno. Sono 13 incontri in 13 giorni. Tra questi c'era Italia-Croazia e Svizzera-Germania, entrambi terminati col punteggio di 1-1.

Maida scrive dal 2005 per il «Corriere dello Sport», un quotidiano sportivo italiano. In vista della sfida degli ottavi di finale tra Svizzera e Italia, ha partecipato alle conferenze stampa elvetiche di mercoledì (con Remo Freuler) e giovedì (con Michel Aebischer) per avere uno sguardo più approfondito.

Roberto Maida, lei era allo stadio per la partita tra Italia e Croazia e ha visto l'Italia pareggiare al 98esimo minuto...

«Devo dirlo subito: senza il pareggio in extremis contro la Croazia, l'Italia sarebbe stata una delle due peggiori terze squadre del girone. Ecco perché il gol di Mattia Zaccagni ha qualcosa di magico col senno di poi. Non dico che il pareggio sia stato immeritato: l'Italia ha lottato duramente per ottenerlo».

Non è solo questo il dato che emerge: l'Italia ha avuto più problemi del previsto nella fase a gironi.

«I giocatori hanno fatto quello che potevano. La Nazionale di oggi non ha più il talento di quella dei suoi predecessori. L'Italia indossa ancora la maglia azzurra, ma non è più la squadra di una volta».

Tre anni fa l'Italia era campione d'Europa. Cosa è successo da allora?

«Sì, hanno vinto il titolo. Ma come? Ci sono state alcune "fortunate coincidenze" sulla strada verso il titolo. Hanno vinto gli ottavi di finale contro l'Austria per 2-1 dopo i tempi supplementari, anche se un gol di Arnautovic è stato annullato per un fuorigioco molto tirato».

«La semifinale contro la Spagna è stata vinta ai rigori dopo essere stati dominati dagli avversari. La vittoria contro l'Inghilterra in finale non è stata immeritata, ma ancora una volta hanno avuto bisogno della fortuna dei rigori. A volte c'è qualcosa nell'aria che ti aiuta a progredire, anche se non sei la squadra migliore. Ma è difficile ripetersi».

Luciano Spalletti è l'allenatore della Nazionale italiana dal settembre 2023. Cosa è cambiato con lui?

«Nei club di Spalletti lo stile di gioco era caratterizzato da possesso palla, passaggi rapidi e verticali con molto movimento da parte dei giocatori. Questo si vede raramente in Nazionale. Da sottolineare però che gli è mancato anche il tempo per attuare le sue idee. Dopo le dimissioni di Roberto Mancini, che hanno colto tutti di sorpresa, Spalletti ha dovuto intervenire e giocare in modo orientato ai risultati. Dopo la Coppa del Mondo in Qatar, non potevamo perdere un altro torneo importante».

Quindi la squadra ha ancora bisogno di tempo?

«L'obiettivo principale è il Mondiale 2026. Attualmente l'Italia ha alcuni giocatori di talento, ma mancano di esperienza in partite e tornei importanti. Un esempio è l'attaccante Gianluca Scamacca dell'Atalanta, che ha segnato solo un gol in 19 partite internazionali. Non che non sia bravo, anzi, ha molto talento. Ma la maglia azzurra ha un peso che paralizza alcuni giocatori. Chi gioca in azzurro è condannato a vincere, anche se altre squadre sono molto più forti in questo momento».

Riccardo Calafiori, passato dal Basilea al Bologna la scorsa stagione, ha disputato un ottimo torneo, ma è sospeso contro la Svizzera. Una perdita amara?

«È sicuramente una perdita importante, perché è il nostro playmaker in difesa e, tra l'altro, è stato decisivo nella rete del pareggio contro la Croazia. Tuttavia, credo che l'Italia sia complessivamente messa bene in difesa e che il gap possa essere colmato».

Come viene valutata la Nazionale svizzera in Italia?

«Penso che molti giornalisti italiani sottovalutino la Svizzera. Neanche io conoscevo bene la Nazionale elvetica quando l'ho vista giocare contro la Germania. In quella partita ho visto una squadra di carattere, molto ben organizzata e con molta comprensione tattica. Ha dimostrato la maturità necessaria contro una nazione come la Germania. L'allenatore Murat Yakin ha preparato la compagine alla perfezione. La Svizzera può andare lontano in questa fase a eliminazione diretta».

Cosa si aspetta dalla partita contro la Svizzera?

«Spalletti preparerà bene la sua squadra per affrontare gli svizzeri e non ripeterà gli errori di Julian Nagelsmann. Contro la Svizzera non si può giocare con troppo possesso perché fanno un forte pressing. Spalletti paragona lo stile di gioco degli svizzeri a quello dell'Atalanta: uomo contro uomo, molto aggressivo e pressing molto alto. Per questo credo che l'Italia cercherà di avere successo con dei veloci contropiedi. Per esempio con Mateo Retegui davanti, che raggiunge le palle alte e può contare sul supporto di giocatori veloci come Federico Chiesa o Davide Frattesi».

E chi vincerà?

«I giocatori svizzeri insistono nel dire che l'Italia è favorita. Io non la vedo così. Credo che sarà una partita molto equilibrata e non mi stupirei se si decidesse ai rigori».



SDA