Zlatanate «Chi compra Ibra compra una Ferrari», «Los Angeles, welcome to Zlatan»

bfi

6.6.2023

Nel 2013 le poste svedesi hanno stampato dei francobolli raffiguranti Zlatan Ibrahimovic. 
Nel 2013 le poste svedesi hanno stampato dei francobolli raffiguranti Zlatan Ibrahimovic. 
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Domenica sera il 41enne Zlatan Ibrahimovic ha dato l'addio al calcio. Ricordiamo qui alcune delle sue frasi più a effetto, le «Zlatanate», altrimenti dette.

bfi

6.6.2023

«Zlatanera», «Zlatanata», «Ibranoship», sono neologismi e sinonimi coniati in diversi paesi per descrivere le dichiarazioni dal forte impatto mediatico dell'ex attaccante svedese.

Domenica sera infatti, a 41 anni, in un San Siro gremito, Zalatan Ibrahimovic ha dato l'addio al calcio giocato.

Dal Malmoe ad Amsterdam, in Italia con le maglie di Juventus, Inter e Milan, a Barcellona e Parigi, come a Manchester, Los Angeles e ancora Milano, Ibra ha segnato caterve di reti, lasciando anche in eredità frasi a effetto.

Per qualcuno uno sbruffone di prima categoria, per altri un abile manipolatore della parola, Zlatan è stato artefice e allo stesso tempo vittima del personaggio che si è costruito in più di 20 anni di carriera ai massimi livelli.

Ricordiamo qui alcune delle «Zlatanate» più significative.

Dagli inizi con il Malmoe alla fascia di capitano della Svezia

Zlatan Ibrahimovic con la fascia da capitano della Nazionale svedese (2013). 
Zlatan Ibrahimovic con la fascia da capitano della Nazionale svedese (2013). 
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Quando 18enne giocava ancora a Malmoe, in Svezia. «Wenger mi aveva offerto un provino all'Arsenal. All'inizio volevo farlo, ma alla fine dissi di no. Zlatan non fa provini».

«Quello che Carew fa con un pallone, io riesco a farlo con un'arancia».

«Puoi togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo».

«Il mio ruolo? Non saprei, ne ho 11».

«Non sono un tipico ragazzo svedese, ma ho messo la Svezia sulle cartine mondiali».

Quella volta che umiliò lo svizzero Henchoz

L'Ajax affrontava il Liverpool in un'amichevole pre stagionale nell'estate del 2001. Ibrahimovic fece impazzire il difensore svizzero Stephane Henchoz, prima in campo e poi fuori.

«Prima sono andato a sinistra, e anche lui l'ha fatto. Poi sono andato a destra, e così anche lui. Poi sono andato di nuovo a sinistra e lui è andato a comprare un hot dog», disse Ibra al termine dell'incontro vinto dai lancieri per 3-1.

Zlatan Ibrahimovic con la maglia dell'Ajax (2004). 
Zlatan Ibrahimovic con la maglia dell'Ajax (2004). 
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Spaccone, narcisista, attore

«Chi compra Zlatan, compra una Ferrari».

«Tanti sono re, ma c'è soltanto un Dio, e sono io».

«Oggi è il compleanno di mia moglie. Quale regalo le ho fatto? Niente, ha già Zlatan no?».

Zlatan con la maglia della Juventus nel 2005 
Zlatan con la maglia della Juventus nel 2005 
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«Ad Ancelotti chiesi "Credi in Gesù Cristo?". "Sì" mi rispose. Allora credi in Zlatan e rilassati».

«Se Parigi rimpiazzasse la Tour Eiffel con la mia statua resterei di sicuro».

Prima dello spareggio della Svezia con il Portogallo nel 2013, a Ibrahimovic fu chiesto come pensava che sarebbe andata a finire la partita. Ibra rispose: «Solo Dio lo sa». E il giornalista: «È difficile chiederlo a Lui». Ibrahimovic ancora: «Stai parlando con lui adesso».

La verità secondo Zlatan

«Non c'è bisogno che io conosca tutto degli altri giocatori, tanto tutti gli altri giocatori conoscono me», disse prima di trasferirsi a Parigi.

«Stavamo guardando la playlist di Beckham nel camerino. C'erano molte canzoni di Justin Bieber, Jonas Brothers e Selena Gomez. È bello sapere che anche David Beckham non ha buon gusto in tutto».

David Beckham (sinistra) e Zlatan Ibrahimovic, entrambi al PSG nel 2013 
David Beckham (sinistra) e Zlatan Ibrahimovic, entrambi al PSG nel 2013 
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Il rapporto con Pep Guardiola: difficile

Un rapporto quello tra Ibra e Guardiola ai tempi del Barcellona, che non è mai stato condito da tenerezze, e nemmeno rispetto.

«Guardiola ha iniziato a fare il filosofo. Io lo ascoltavo a malapena. Perché avrei dovuto? Erano cazzate avanzate su sangue, sudore e lacrime - quel genere di cose».

«Guardai Guardiola e pensai, lui è mio nemico. Gli urlai: "non hai le palle!"».

«La mia esperienza al Barça con Guardiola? Come comprare una Ferrari e guidarla come una Fiat».

«Non sono uno violento, ma fossi Guardiola avrei paura».

«Mourinho è l'opposto di Guardiola. Se Mourinho illumina la stanza, Guardiola tira giù le tende».

Ibra a colloquio con Pep Guardiola ai tempi del Barcellona (2011)  
Ibra a colloquio con Pep Guardiola ai tempi del Barcellona (2011)  
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Ha dato agli americani quello che volevano

«Stiamo cercando un appartamento; se non troviamo nulla, compreremo un albergo».

«Los Angeles, welcome to Zlatan».

«Veni, vidi, vici. Grazie Galaxy per avermi fatto sentire di nuovo vivo. Ai tifosi dico: volevate Zlatan, vi ho dato Zlatan. Ora tornate pure a guardare il baseball».

«Los Angeles... prego, non c'è di che».

Los Angeles leader indiscusso del Los Angeles Galaxy (2019)
Los Angeles leader indiscusso del Los Angeles Galaxy (2019)
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Macho

Una volta a Ibrahimovic fu chiesto di indicare la donna più bella del mondo. «Non l'ho ancora incontrata. Ma quando la incontrerò, uscirò con lei».

Un giornalista gli chiese l'origine di alcuni graffi sul viso di Ibrahimovic. «Dovresti chiederlo a tua moglie», rispose Ibra.

Troppo bravo per il calcio a stelle e strisce

Molti opinionisti pensavano che Ibrahimovic si sarebbe ritirato dopo il suo periodo in MLS con i LA Galaxy. Ma il periodo trascorso negli Stati Uniti non lo ha stancato, anzi lo ha rinvigorito.

«Sono molto grato alla MLS perché mi ha dato la possibilità di sentirmi vivo. Ma il problema era che ero ancora troppo vivo. Quindi, ero troppo bravo per loro. Questo è ciò che ho dimostrato... Non si sa mai, forse un giorno tornerò, per ricordare loro cos'è il vero calcio».

Fedele al calcio e non alla politica

 Zlatan Ibrahimovic a Milano nel 2021 
 Zlatan Ibrahimovic a Milano nel 2021 
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«Fate quello che siete bravi a fare. Fai la categoria che sai fare. Io gioco a calcio perché sono il migliore a giocare a calcio, non sono un politico. Se fossi stato un politico, avrei fatto politica. Questo è il primo errore che fanno le persone famose quando diventano famose e raggiungono un certo status. Per me è meglio evitare certi argomenti e fare quello che si sa fare meglio, perché altrimenti non si fa bella figura».

Futuro da allenatore?

Ibrahimovic ha appeso gli scarpini al chiodo per sempre. Ma potrebbe entrare nel mondo degli allenatori?

«Impossibile. Perché durante la partita prenderei a schiaffi almeno due giocatori e, dopo la partita, otto!».

«Essere allenatore o direttore sei più limitato: non posso andare al campo in Ferrari a fare l'allenatore. Ma forse Ibra può, può cambiare le regole», conclude scherzando.