Cinema Sabrina Impacciatore e le scene di sesso: «Benedico l’intimacy coordinator». Ecco perché

Covermedia

29.3.2024 - 11:01

Sabrina Impacciatore
Sabrina Impacciatore

L’attrice si racconta senza filtri condividendo le sue esperienze negli Stati Uniti e Italia.

Sabrina Impacciatore ha espresso la sua opinione su temi caldi, come le scene hot sul set e le difficoltà incontrate nel mondo del cinema.

L'attrice, che ha recentemente conquistato il pubblico americano grazie al suo ruolo nella serie «The White Lotus» e brillando in «Call my agent» su Sky, ha condiviso il suo entusiasmo per l'evoluzione delle dinamiche sul set negli Stati Uniti, soprattutto in relazione alla figura dell'intimacy coordinator, introdotta all'ombra del movimento Me Too.

«Gli occhi mi si riempirono di lacrime e quello la smise»

«All’inizio mi sembrava surreale e esagerato, invece benedico che ci sia. In «White Lotus» ho una scena saffica, mi hanno chiesto dove volevo essere toccata spiegandomi inquadratura dopo inquadratura.

«Venivo dall’Italia dove tanti colleghi mi mettevano le mani dappertutto, fuori set ne ho contati almeno quattro, e due con i professori a scuola. Confesso di aver sempre subìto in silenzio.»

Una volta però gli occhi mi si riempirono di lacrime e quello la smise», ha rivelato con coraggio e apertura al Corriere della Sera, lasciando però spazio di manovra al genere maschie.

«Non capisco le donne che si offendono se gli uomini ci provano, non voglio che si sentano inibiti, ma almeno aspettate di avere un piccolo segnale».

«Per il cinema italiano ero invisibile»

Riflettendo sulla sua carriera in Italia, la Impacciatore ha espresso sentimenti contrastanti. Nonostante i momenti di oscurità e la sensazione di non essere presa sul serio nel cinema italiano, l'attrice guarda al futuro con ottimismo.

«Mi sento grata di quello che sto vivendo, non mi manca, arriverà, e così il debutto da regista. Ho avuto momenti bui come attrice. Un giorno dissi all’ufficio stampa che doveva chiamarti per darti un’intervista plateale in cui annunciavo il mio ritiro.»

«Il cinema italiano non mi prendeva sul serio, ero invisibile».

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