Spettacolo Paola Turci ricorda l’incidente: «Capelli tranciati e faccia aperta, in ospedale pensavano fossi nera»

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8.7.2023 - 13:00

Paola Turci
Paola Turci

La cantante ricostruisce gli attimi del terrificante schianto. Poi si sbottona sulla sua vita privata: «24 anni a nascondermi».

Paola Turci ricorda l’incidente shock di cui fu vittima 30 anni fa.

Era il giorno di Ferragosto del 1993, quando l’auto su cui viaggiava la cantante, dopo una sbandata, finì la sua corsa contro un guardrail, cappottandosi per ben due volte.

«La macchina sbanda, io riesco a riportarla in strada – ha raccontato Paola a 7, il settimanale de Il Corriere della Sera -, sbatte contro il guardrail, si cappotta due volte. In quegli istanti penso: «Sono atletica, basta che accompagno le botte». Appena la macchina si ferma sento i capelli tranciati di netto. La prima cosa di cui mi accorgo. I miei capelli lunghi non ci sono più. Le voci della gente. Qualcuno dice: «Paola Turci, è Paola Turci». Io non riesco a aprire gli occhi. In ospedale sento gli infermieri avvisare i medici: «C'è una ragazza nera». Mi avevano scambiato per una ragazza nera, credo perché non si vedeva niente. Il viso era aperto, c'era tanto sangue».

Un mese dopo, Paola era già sul palco: «Trovo mille giustificazioni ai capelli davanti agli occhi: il vento. «C'è il vento» ripeto. Mi copro in ogni modo, occhiali da sole, trucco. Al ristorante mi metto di profilo, con il lato del viso distrutto dalla parte del muro. Anni a nascondermi, fingendo di stare bene. Fingendo di non avere paura».

La carriera continua ad andare a gonfie vele, a differenza della vita personale: nel 2010 sposa il giornalista Andrea Amato, dal quale divorzierà due anni dopo. «Ventiquattro anni per sconfessarmi. Per rivelare che non era vero niente: no, non stavo bene, non ero felice. Ho trascorso ventiquattro anni a nascondermi. Come i bulimici che mangiano e giurano di non aver mangiato niente».

Poi l’incontro con il mondo LGBT+ e la relazione con l’attuale moglie Francesca Pascale. «La prima volta che ho visto due ragazze baciarsi è stato a un mio concerto. Da bambina non sapevo nemmeno cosa significasse omosessuale, non era un argomento affrontato nella mia famiglia borghese Anni 70».

«Ho avuto molti uomini, eppure nessuno mi ha mai detto con accezione negativa: sei etero. La gente continua a dire lesbica come un'offesa. Invece è un aggettivo».

Oggi Paola e Francesca vivono in campagna in compagnia dei loro 11 cani. «Famiglia è dove c’è amore», ha chiosato.

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