Successo planetario (II/II)Gli Esteriore Brothers: «Il nostro cancro ci ha fatto capire che la vita non è infinita»
Di Bruno Bötschi, Laufen (BL)
10.5.2024
I video degli Esteriore Brothers sono cliccati milioni di volte online. Amedeo, Gabriele, Mimmo e Piero ci parlano della loro musica, della loro fede in Dio e di chi e cosa li sostiene nella vita.
Di Bruno Bötschi, Laufen (BL)
10.05.2024, 17:19
10.05.2024, 17:40
Bruno Bötschi
Hai fretta? blue News riassume per te
I video degli Esteriore Brothers di Laufen, Basilea Campagna, che cantano a cappella i maggiori successi della canzone italiana sono già stati visti da oltre 20 milioni di follower su Tiktok, YouTube e Instagram.
Amedeo (26 anni), Gabriele (28 anni), Mimmo (39 anni) e Piero Esteriore (46 anni) saranno presto impegnati in un tour mondiale prima dell'uscita del loro album «Viva Italia» il 7 giugno.
Piero Esteriore: «Il mio passato di artista solista mi tiene coi piedi per terra. So per esperienza che, così come le cose salgono velocemente, possono anche scendere rapidamente».
La prima parte dell'intervista è apparsa su blue News giovedì 9 maggio e potete leggerla cliccando qui.
Amedeo, Gabriele, Mimmo e Piero Esteriore, il vostro nuovo album uscirà il 7 giugno. «Viva Italia» conterrà undici classici italiani e due brani originali.
Amedeo: Per noi l'album chiude un cerchio. Abbiamo eseguito queste canzoni sui social media per oltre un anno. Ora possiamo metterle tutte in un CD.
Piero: Sono pieno di aspettative. Perché il CD è ancora importante come merce negli spettacoli dal vivo.
Il tour con l'organizzazione specializzata in eventi «Das Zelt» inizia il 10 maggio. È la prima volta che partite in tournée in Svizzera.
Piero: Sarà un momento speciale. Abbiamo pensato a lungo se questo tour non fosse arrivato troppo presto. Ma poi ci siamo detti: viviamo a Laufen e la Svizzera è la nostra casa. E naturalmente è bello iniziare il tour in patria, anche se finora abbiamo avuto molto più successo all'estero.
Amedeo: Naturalmente sarebbe bello se i nostri spettacoli al «Das Zelt» facessero il tutto esaurito. Ma siamo anche abituati a fare musica per strada con entusiasmo. Ecco perché posso garantirlo: anche il pubblico del «Das Zelt» lo percepirà.
Piero, sei sul palco da oltre 20 anni e hai vissuto molti alti e bassi. Cosa dicono i tuoi genitori del vostro attuale successo?
Piero: I nostri genitori sono molto contenti del nostro successo. Allo stesso tempo, pregano che non diventi più grande (ride). Ma è anche vero che se si vuole giocare in Champions League, bisogna impegnarsi molto. Ma questo significa pure che ci sono altri costi e la tua vita cambia molto. A essere sincero, preferirei non andare troppo oltre. Per me è molto più importante continuare a fare musica con passione, perché così la passione è al 100%. Se fare musica sembra un lavoro duro, a un certo punto diventa estenuante. Questa è la sfida che dobbiamo affrontare al momento.
Chi o cosa vi tiene con i piedi per terra?
Amedeo: I nostri genitori e la nostra nonna sono la nostra ancora nei momenti di tempesta.
Piero: Il mio passato da solista mi tiene con i piedi per terra. So per esperienza che con la stessa rapidità con cui si arriva al successo, ci si può trovare in difficoltà altrettanto rapidamente. Oggi ho un grande rispetto per i voli pindarici.
Amedeo: Credo che tutti noi abbiamo questo rispetto perché sappiamo cosa ha vissuto Piero negli ultimi 20 anni.
Piero: In passato, nelle interviste con i giornalisti ero spesso euforico e pensavo che le cose sarebbero andate avanti con successo per sempre. Spesso mi comportavo di conseguenza. Così sembravo un ragazzo arrogante e pieno di sé.
Mimmo: La musica ha a che fare con l'emotività, ma è proprio qui che molti artisti falliscono. Perché a un certo punto ci si chiede: "È amore per la musica o per il business?" In momenti come questo, bisogna avere il coraggio di tirare il freno a mano.
Mancano 60 minuti all'inizio del concerto. Che cosa fate di solito?
Piero: Mi cambio, mi faccio la doccia e divento nervoso.
Amedeo: a Mimmo sudano spesso le mani…
Piero: … è il più emotivo dei quattro fratelli.
Gabriele: L'attesa prima di un'apparizione televisiva è snervante, anche perché l'adrenalina sale e scende continuamente.
Piero: A Città del Messico abbiamo vissuto un'esperienza assolutamente folle. Dopo essere stati accompagnati in auto allo studio televisivo, c'era già il tappeto rosso e ovunque c'erano enormi manifesti che dicevano: «Bienvenidos Esteriore Brothers». Appena entrati nello studio TV, ci hanno passato i microfoni e ci hanno chiesto: «It’s okay?» – «Yes, it’s okay.» – «Great … in 10 minutes we are on air.» («State bene?» «Sì». «Ottimo, tra 10 minuti siete in onda» ndt.)
Amedeo: E ci era stato detto solo il giorno prima che avremmo partecipato allo show televisivo.
Mancano ancora cinque minuti alla vostra esibizione: avete un rituale?
Amedeo, Gabriele, Mimmo e Piero, tenendo le mani unite, dicono all'unisono: We rock the stage.
Amedeo: Poi preghiamo insieme.
Credete in Dio?
Gabriele: Sì.
Amedeo: Sì.
Piero: Me la sono cavata e ho già sperimentato diversi miracoli. Sarebbe quindi strano se ora affermassi che Dio non esiste.
Piero e Gabriele, sapete entrambi che la vita non può essere sempre una favola. Quasi dieci anni fa vi è stato diagnosticato un tumore ai testicoli. Cosa vi ha fatto questa malattia?
Piero: Il cancro mi ha messo in punizione.
Gabriele: Ho capito allora che la vita non è infinita. Noi esseri umani siamo sulla terra solo temporaneamente.
Piero: Naturalmente, all'inizio abbiamo pensato a molte cose orribili. In seguito, Gabriele e io abbiamo cercato di trarre gli aspetti positivi da questo colpo del destino. Credo che ci siamo riusciti abbastanza bene. Il che ha sicuramente a che fare con la nostra fede in Dio.
Non avete mai dubitato?
Gabriele: Ovviamente ci siamo chiesti perché stesse accadendo a entrambi. Finché a un certo punto ho capito che ci sono cose molto peggiori sulla Terra.
Andate spesso in chiesa?
Amedeo: Abbiamo visitato una chiesa in quasi tutti i Paesi in cui siamo stati negli ultimi mesi.
Come luogo di interesse o per una funzione religiosa?
Mimmo: A Roma di recente mi sono pure confessato.
Come è successo?
Mimmo: Durante una visita in chiesa, ho detto scherzosamente a Piero: «Ehi, vado a vedere se c'è un prete nel confessionale». E c'era davvero.
Quale obiettivo volete ancora raggiungere con il vostro quartetto?
Piero: Vincere un premio e conquistare le classifiche.
Cosa ne direste di diventare i numeri uno nelle classifiche ufficiali della Federazione Industria Musicale Italiana?
Piero: Non sono nemmeno sicuro di voler essere il numero uno in classifica.
Perché no?
Amedeo: Perché allora la pressione sarebbe ancora maggiore e molti avrebbero la sensazione che il prossimo album debba essere di nuovo al numero uno.
Gabriele: Penso che sarebbe bello se potessimo continuare a fare quello che stiamo facendo ora il più a lungo possibile. Perché so bene che come quattro fratelli abbiamo un privilegio con quello che stiamo facendo oggi.
Piero: Sì, sarebbe bello poter cavalcare l'onda del successo ancora per qualche anno.
Mimmo: Spero che noi quattro fratelli continueremo a divertirci insieme. E che in futuro avremo ancora abbastanza tempo per dire: "Dai, tiriamo fuori la chitarra, facciamo musica insieme e siamo ispirati". Penso che potremo fare musica felice solo finché saremo tutti felici. Sì, penso che sarebbe davvero bello se potessimo diffondere questa vibrazione a tutti nel mondo per qualche altro anno...
Gabriele: … Il nostro pubblico non è composto solo da italiani. Nella nostra recente visita in Egitto, ad esempio, non ce ne erano eppure tutti cantavano «L'Italiano».
Amedeo: La maggior parte della nostra comunità sui social media non è composta da italiani. Sono piuttosto persone innamorate dell'Italianità.
Come vi descrivereste come persone?
Mimmo: Posso essere molto testardo. Forse è un mio difetto, ma lo accetto.
Gabriele: Mimmo è la voce della ragione.
E tu che voce sei, Gabriele?
Gabriele: Non lo so.
Piero: L'angelo Gabriele
E tu Piero?
Amedeo: Va sempre al massimo.
Mimmo: È Rock’n’Roll.
Piero: Non mi piace descrivermi, preferisco lasciarmi scoprire.
Amedeo: Sono una persona positiva e molto riflessiva.
Mimmo: Amedeo è un creativo.
Vostro nonno emigrò dalla Sicilia alla regione di Basilea negli anni Cinquanta. Oggi festeggiate la popolarità mondiale come quartetto con i successi italiani. Cosa direbbe se potesse vedervi oggi?
Amedeo: Me lo chiedo da quando noi quattro fratelli siamo sul palco insieme.
Piero: Credo che nostro nonno sarebbe rimasto senza parole. Probabilmente piangerebbe e sarebbe veramente molto felice.
Come sarebbe per voi la vita senza musica?
Amedeo, Gabriele e Piero all'unisono: Non sarebbe vita.
Il tour mondiale degli Esteriore Brothers inizia il 10 maggio al «Das Zelt» di Winterthur, prima dell'uscita del loro album «Viva Italia» il 7 giugno. Altre date in Svizzera e all'estero sono disponibili sul sito web della band.