SpettacoloRita Moreno: «Marlon Brando è stato il grande sogno della mia vita»
Marlène von Arx
19.6.2018
L'attrice premio Oscar Rita Moreno (86) ci parla della serie Netflix «Giorno per giorno», ricorda il giorno in cui fece ingelosire Marlon Brando con Elvis Presley e ci spiega come stimola il proprio cervello per restare in forma fisicamente e intellettualmente.
«Bluewin»: Nella serie Netflix «Giorno per giorno», adattamento latino-americano di serie degli anni '70, lei interpreta nonna Lydia. Cos'ha in comune con questa nonna cubana?
Rita Moreno: Tantissime cose. Certo, lei ha soltanto 77 anni mentre io ne ho 86. Prima di accettare il ruolo ho posto una condizione: volevo che avesse una vita sessuale. Non è certo perché una donna ha 77 o 86 anni che al di sotto della vita c'è il deserto. Sono anche impaziente di vedere il giorno in cui le donne latine saranno apprezzate per qualcos'altro oltre che il proprio corpo. È molto fastidioso. Per me in ogni caso, ma di certo non per gli uomini (ride)…
Lei ha avuto esperienze «interessanti» con gli uomini — dopotutto, ha avuto una relazione con Marlon Brando e con Elvis Presley…
Ci sono stati due re nella mia vita: Marlon Brando è stato il grande sogno della mia vita e mio marito (il cardiologo Lenny Gordon, con il quale è stata sposata per 45 anni, fino alla sua morte nel 2010, N.D.R.) è stato il mio grande amore. E sì, c'è stato anche Elvis… Ho vissuto per otto anni con Marlon. La nostra relazione era molto tumultuosa. Io ero estremamente ingenua. Un giorno trovai a casa sua la biancheria di un'altra donna. Il cuore spezzato, tornai a casa piangendo. L'indomani ricevetti una telefonata dal colonnello Parker, l'impresario di Elvis Presley. A quanto pare, il cantante mi aveva visto nella mensa della 20th Century Fox e gli ero piaciuta molto. Voleva sapere se ero disposta a incontrarlo. Io accettai immediatamente per far ingelosire Marlon.
E funzionò?
Sì. Anche se all'epoca i social network non esistevano ancora, i nostri nomi finirono sulla bocca di tutti. Tutte le riviste parlavano di noi. Naturalmente, anche Marlon lo venne a sapere. Si infuriò tremendamente e si mise a lanciare sedie per tutta la stanza. Fu meraviglioso! (ride)
Lei ha un grande senso dell'umorismo. Da dove viene?
L'ho sviluppato dopo la relazione con Marlon Brando. Con lui non c'era proprio nulla da ridere. Mio marito, invece, aveva uno straordinario senso dell'umorismo. Per me l'umorismo è una qualità essenziale in un uomo. Ecco perché ho sempre trovato Mel Brooks così sexy. Gli uomini ebrei — anche il mio lo era — hanno tutti quel non so che. Quando combinano qualcosa, riescono sempre a uscirne grazie al loro umorismo. Io lo trovo sexy, perché significa che sanno prendersi cura degli altri. Ma so anche ridere di me stessa. A casa, parlo da sola, mi racconto buffe storie e scoppio a ridere da sola. Dovrebbe vedermi la mattina: ho i capelli dritti in testa come la cresta di un gallo. C'è davvero di che ridere.
Lei è diventata famosa in tutto il mondo grazie al ruolo di Anita nel musical «West Side Story». Cosa ne pensa del progetto di Steven Spielberg di riportarlo sullo schermo in una versione più moderna?
Steven Spielberg è uno dei miei registi preferiti, ma sono molto preoccupata. Quand'è stata l'ultima volta che è stato girato un buon remake? Immagino che non verranno riproposti gli stessi rigidi dialoghi che, già all'epoca, apparivano molto antiquati. Ma cosa si intende per «modernizzare»? Le canzoni saranno sostituite da pezzi rap? Come si potrebbe rendere attuale quel musical senza modificarlo nel profondo? Non riesco ad immaginarmelo.
Per quel film lei vinse l'Oscar nel 1962 come miglior attrice non protagonista. Quest'anno ha calcato il tappeto rosso della cerimonia degli Oscar con lo stesso abito aveva già indossato in quell'occasione. Come mai?
Sospettavo che questo particolare sarebbe stato notato, ma non sapevo fino a che punto. Forse mi sbaglio, ma non penso di essere l'unica star hollywoodiana a comprare personalmente i propri abiti. Non mi rivolgo mai agli stilisti. Non è che ne vada fiera, ma non ha mai funzionato. Un giorno cercai di contattare uno stilista, il quale mi rispose, con un tono alquanto accondiscendente, che era troppo occupato. Tanto peggio! Quel vecchio abito del 1962 ha fatto ancora una volta al caso io. Dopotutto, perché avrei dovuto comprarne uno nuovo? Basta modificare la parte alta e il gioco è fatto!
Chi è stato a scoprirla?
Quando avevo quattro o cinque anni ballavo spesso per mio nonno, il mio «abuelito». Lui lo trovava molto carino e ben presto mi sono resa conto che adoravo stare al centro dell'attenzione. Quando ci stabilimmo a New York, mi iscrissi ad una scuola di danza e un giorno feci un'esibizione con le nacchere. Non avrei mai sospettato che un cacciatore di talenti della MGM si sarebbe trovato in sala. Secondo lui avevo un futuro nel cinema. Diede il suo biglietto da visita a mia madre dicendole che l'avrebbe ricontattata. E mantenne la parola, chiedendo regolarmente mie notizie. Un giorno mi annunciò che Louis B. Mayer sarebbe giunto in città. Per l'occasione mi misi in tiro e mi truccai come il mio idolo Elizabeth Taylor. Louis B. Mayer mi disse che sembravo una Elizabeth Taylor spagnola! Comunque sia mi proposte un contratto. Ho fatto l'attrice per tutta la via, non ho mai dovuto lavorare come cameriera o segretaria per guadagnarmi da vivere.
Lei è nata a Porto Rico. L'anno scorso l'isola è stata devastata da un uragano. Che ne pensa degli aiuti inviati dal governo americano? Dopotutto Porto Rico è territorio americano.
Il mio paese natale è stato cancellato e il presidente degli Stati Uniti ha lasciato perdere questa piccola isola che si sta trasformando a poco a poco in una repubblica bananiera. Ha dichiarato che, in confronto a l'uragano Katrina, non si è trattato di una vera catastrofe. Non ho mai udito nulla di più offensivo. Io cerco di aiutare come posso. Con la star di Broadway Lin-Manuel Miranda, abbiamo mandato camion interi di approvvigionamenti alle case di riposo della regione: spazzolini da denti e indumenti, ma anche lampade solari e filtri per l'acqua azionabili manualmente di modo che non debbano dipendere dall'elettricità.
Lei sembra piuttosto in forma per una donna di 86 anni. Qual è il suo segreto?
È meraviglioso avere 86 anni, tranne quando bisogna ricorrere alla propria memoria. Il mio segreto per mantenermi in forma? Faccio ginnastica e cerco di mantenermi attiva. Nonostante io sia destra, scrivo con la mano sinistra per stimolare il cervello. Per la stessa ragione, mi alleno a camminare all'indietro quando posso. Infine adoro rispondere alle domande dei quiz televisivi. Tutto aiuta. Anche lo stato d'animo gioca un ruolo importante. Sono molto riconoscente di essere ancora viva a 86 anni. Mi sveglio canticchiando e sperando di trascorrere una bella giornata. E come vede, non ho nulla contro un bicchiere di vino. Mi rilassa, ne avevo proprio bisogno! (beve un sorso del vino bianco che ha ordinato all'inizio dell'intervista).
Non ha quindi intenzione di andare in pensione?
Oh no, faccio ciò che amo di più e sono pagata per farlo. Mi vedo perfino arrivare sul set in sedie a rotelle prima o poi! Sono nella terza fase della mia vita e non so quanto tempo mi resta, ma per il momento, mi diverto ancora molto. Mi capitato tante belle cose. E ogni volta che ricevo un riconoscimento, ripenso a quella ragazzina che giocava con le rane a Porto Rico. Chi avrebbe mai potuto immaginare che un giorno sarei arrivata fin qui!
Chi è Rita Moreno?
Rita Moreno è nata a Porto Rico nel 1931 ed è cresciuta a New York. Divenuta adolescente, ha avuto l'opportunità di esibirsi a Broadway. In seguito, fu scritturata per apportare un tocco di esotismo al musical «Singing in the Rain» e «Il re ed io». Il ruolo in «West Side Story» le è valso un Oscar — è stata la prima persona a vincere un Oscar, un Emmy, un Tony e un Grammy. Negli anni '60, ha recitato in un numero incalcolabile di film e telefilm. Attualmente fa parte del cast della serie Netflix «Giorno per giorno».
Le star di Hollywood che non vogliono andare in pensione
Le star di Hollywood che non vogliono andare in pensione
L’attore e nobile inglese Sir Michael Caine, vincitore di premi oscar in due occasioni, potrebbe godersi la vita ripercorrendo una carriera di 60 anni ricca di successi. Invece di far questo, l'attore è animato dall'ambizione di andare ancora oltre, sebbene abbia recentemente superato gli 85 anni. E non è il solo. Anche se hanno già superato gli 80 anni, questi attori non pensano per nulla alla pensione.
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Interpretava il ruolo di Hannibal Lecter ne «Il silenzio degli innocenti» e più recentemente è stato il protagonista della serie televisiva «Westworld»: l’attore premio oscar Anthony Hopkins ha soffiato sulle sue 80 candeline il 31 dicembre, raggiungendo il club delle leggende hollywoodiane ultra 80enni. Ma l'attore è ben lontano dall'idea di andare in pensione.
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Ha interpretato tutti i ruoli: sex-symbol, ribelle e grande guru dell'aerobica. Da dieci anni, quest'attrice che non dimostra per nulla la sua età è di nuovo molto richiesta: difficile a credersi, in effetti, che Jane Fonda abbia festeggiato il suo 80esimo anniversario il 21 dicembre 2017.
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Ha vinto due Oscar, ha interpretato i ruoli principali in film cult e a 80 anni non si è ancora stancato. Tuttavia, in questi ultimi tempi, alcune disastrose riguardanti Dustin Hoffman sono apparse sulle prime pagine dei giornali: nell'ambito del movimento #metoo, è stato il bersaglio di un'ondata di accuse di molestie sessuali nei confronti di giovani colleghi, che risalirebbero a diversi anni fa.
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Morgan Freeman è nato il primo giugno 1937 a Memphis, in Tennessee. Uno dei suoi ultimi film è intitolato «Insospettabili sospetti». L'attore, vincitore di premi Oscar, divenuto bisnonno a più riprese, non ha mai avuto l'intenzione di andare in pensione. Quest'anno lo vedremo nelle sale nel film d'azione «Villa Capri» (con Tommy Lee Jones) e nel seguito di «Attacco al potere 2».
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Più conosciuto con il nome di Sulu, George Takei era lo storico pilota del vascello Enterprise della serie originale «Star Trek» e dei relativi adattamenti cinematografici. Ha festeggiato 80 anni nell'aprile 2017. A un'età avanzata, Takei ha scoperto un mezzo di espressione totalmente nuovo e gode di un nutrito fan club su Facebook. Militante per i diritti LGBT, è considerato una delle star più influenti dei social network.
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Anche Jack Nicholson ha festeggiato i suoi 80 anni nell'aprile 2017. Dopo la sua ultima apparizione sullo schermo nel 2010 («Come lo sai»), si pensava fosse in pensione. Ma l'anno scorso, è stato annunciato il suo gran ritorno nel remake del film tedesco di successo «Toni Erdmann», che aveva raccolto consensi nel 2016.
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Astuto, combattente solitario o eroe romantico, Robert Redford è diventato uno dei protagonisti della storia del cinema hollywoodiano, ma anche un regista e produttore famoso. Questo grande protettore della natura, amatissimo dal pubblico, che rivolge uno sguardo critico sull'America conservatrice e radicale nella quale vive, ha raggiunto il club degli ultraottantenni nell'agosto del 2016. Ha ancora moltissimi progetti per la testa, tra i quali il film «The Old Man and the Gun», che racconta la storia di un vecchio rapinatore di banche.
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Interpretando il ruolo di Mary Poppins, Julie Andrews ha conquistato il cuore dei genitori e dei bambini. Successivamente, l'attrice e cantante, vincitrice di un premio oscar, è stata elevata al rango di «Dama» dalla regina. Ha inoltre riscosso un grande successo come autrice di libri per bambini. Oggi, a 82 anni, è il personaggio principale della serie televisiva educativa per bambini «Julie's Greenroom» trasmessa su Netflix.
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Con «A Rainy Day in New York», Woody Allen ha un nuovo film ai blocchi di partenza. E potrebbe essere l'ultimo, perché nell'ambito del movimento #metoo, Dylan Farrow, la figlia adottiva della sua partner di lunga data Mia Farrow, ha rinnovato delle vecchie accuse di aggressioni sessuali contro il regista 82enne vincitore di premi Oscar. In seguito a queste dichiarazioni, altre star hanno dichiarato in serie di non voler più lavorare con Woody Allen.
Quando festeggerà il suo prossimo compleanno, il 30 marzo, Warren Beatty avrà 81 candeline sulla sua torta: il bel fusto di Hollywood ha collezionato mille avventure con attrici famose prima di sposare la sua collega Annette Bening nel 1992. La sua filmografia in quanto attore, produttore, scenografo e regista è piuttosto breve rispetto ai suoi colleghi della stessa età, ma ciononostante coronata da grandi successi. Nel 2016, ha fatto il suo grande ritorno dietro la cinepresa con «L’eccezione alla regola».
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Una dama di ferro: l’attrice premiata e politicamente impegnata Vanessa Redgrave ha festeggiato il suo 81esimo compleanno a gennaio. La vincitrice di diversi premi Oscar passa ancora regolarmente molto tempo davanti alle telecamere. Ha anche fatto il suo debutto come regista al Festival di Cannes nel 2017 con il suo primo documentario, «Sea Sorrow», sulla sorte dei rifugiati.
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Anche il cinema tedesco ha le sue vecchie glorie: con produzioni come «The child» o «Sa «Honig im Kopf», Dieter Hallervorden, nato nel 1935, ha modificato con il tempo la sua immagine, passando dallo status di leggenda della comicità a quella di attore serio.
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Ha vinto un Oscar per il suo ruolo di Elisabeth Ire in «Shakespeare In Love» ed è stata elevata al rango di «Dama» da parte della regina: Commandatore dell’Ordine dell'Impero britannico, Judi Dench, nata nel 1934, è considerata come una delle migliori attrici di teatro britanniche di tutti i tempi. L’attrice di 83 anni, conosciuta dal grande pubblico per aver interpretato il ruolo di «M», boss dei servizi segreti britannici, in James Bond. Ha cominciato a interpretare questo ruolo all'età di 61 anni e l'ha interpretato per 17 anni.
La dama Maggie Smith, anche lei nata nel 1934, non ha nulla da invidiare alla sua amica Judi Dench, con la quale per esempio ha affrontato con humour il tema della pensione in «Marigold Hotel»: Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico e vincitrice dell'Oscar in due occasioni, ha ottenuto il successo interpretando il ruolo della professoressa Minerva McGonagall nella saga «Harry Potter». A 76 anni, Smith ha potuto aggiungere alla sua biografia una serie di successo, grazie al suo ruolo di Violet Crawley in «Downton Abbey».
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Nel suo ultimo film «Adorabile Nemica», Shirley MacLaine interpretava il ruolo di una rampante donna d'affari che, una volta in pensione, ingaggia una giovane giornalista per redigere la sua cronologia, chiedendole di aiutarla a riscrivere al meglio la sua storia. Oggi, all'età di 83 anni, la leggenda hollywoodiana è ben lontana dalla pensione. La star infatti continua a ricevere proposte di ruoli.
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Alan Arkin aveva già superato la soglia dei 70 anni quando ha ricevuto il suo primo Oscar nel 2007 per la sua performance di nonno frivolo in «Little Miss Sunshine». Quattro anni dopo è stato nuovamente nominato per il suo ruolo in «Argo». Allora perché l'attore 83enne si dovrebbe fermare se sta andando così bene?
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L’idea stessa di smettere di fare film è insopportabile per Joan Collins: «Mi annoierei da morire», ha recentemente rivelato la perfida della serie «Dynasty» al giornale britannico l’«Express» in occasione dell'uscita del suo nuovo film «The Time of Their Lives», nel quale l'attrice 84enne, anche produttrice, riveste il ruolo principale.
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Circa 87 anni (il 22 marzo) e più pimpante che mai. William Shatner, che resterà per sempre nel cuore dei suoi fan per i ruoli del Capitano Kirk in «Star Trek» e di Denny Crane in «Boston Legal», appare, instancabile, durante eventi, talk-show e continua a far parlare di lui sulla stampa scandalistica. Ha da poco concluso di girare le riprese di una commedia ironicamente intitolata «Senior Moment» (buchi di memoria legati all'età).
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Sono pochi coloro che si ricordano oggi che Robert Duvall ha vinto l’Oscar come miglior attore nel 1984 per il suo ruolo di cantante di musica country che invecchiava nel dramma familiare «Tender Mercies - Un tenero ringraziamento». Oggi, a 87 anni, l'attore, che si è fatto conoscere con ruoli più incisivi, in particolare ne «Il padrino 2» e «Apocalypse Now», è sempre molto richiesto. Nel 2016, ha girato «In Dubious Battle» di James Franco, un film liberamente adattato al romanzo di John Steinbeck, «La battaglia».
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Clint Eastwood non è soltanto un professionista del western, del grilletto e dei film di guerra, ma è anche un regista e un produttore di successo. Tuttavia, l'ex sindaco di Carmel non fa mistero delle sue idee politiche piuttosto impopolari. A sua agio sia davanti che dietro la telecamera, questo gigante di 1,90 m è una delle star più pagate di Hollywood. Anche se ha 87 anni, Clint Eastwood prepara un nuovo progetto come regista e produttore.
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Dopo 140 film, Jean-Louis Trintignant pensava di aver finito con la sua carriera di attore. Tuttavia, sette anni dopo aver voltato le spalle all'industria cinematografica, ha fatto un'eccezione per Michael Haneke. E «Amour» ha ricompensato abbondantemente il francese. Quanto al film, ha ricevuto l'oscar come miglior film straniero nel 2013. Nel 2017, l’attore 87enne ha interpretato di nuovo il ruolo principale nell'ultimo film di Haneke, «Happy End».
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È stato protagonista in «Tutti insieme appassionatamente» (1965), «Waterloo» (1970) e «L'uomo che volle farsi re»: tuttavia, solo molto più tardi Christopher Plummer ha ricevuto la riconoscenza che meritava. Ottenendo l’Oscar del miglior secondo ruolo a 82 anni nel 2012 per il film «Beginners», è diventato il più vecchio attore vincitore di oscar in questa categoria. Quest'anno, a 88 anni, è di nuovo stato nominato per il suo ruolo nel film «Tutti i soldi del mondo» di Ridley Scott.
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A 91 anni, Cloris Leachman è ancora un'attrice ambitissima. L’americana, che ha vinto l'Oscar come migliore attore non protagonista per «L'ultimo spettacolo» nel 1971, è stata vista per l'ultima volta al cinema al fianco di Robert de Niro in «The Comedian» (2016) e fa attualmente parte del cast della serie televisiva «American Gods», amatissima dal pubblico.
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«Pensione? Non conosco questa parola», ha spiegato un giorno Betty White in un'intervista, promettendo allora: «Non vi sbarazzerete così facilmente di me». E la «Golden Girl» è visibilmente seria su questo argomento: a 96 anni, White infatti passa ancora del tempo davanti alle telecamere, soprattutto per la televisione. Dopo il suo ultimo ruolo come protagonista nella serie «Hot in Cleveland» (foto, 2010-2015), ha interpretato diversi piccoli ruoli in serie TV e film in questi ultimi anni ed è ideatrice di un programma documentario sul mondo animale negli Stati Uniti.
Ha compiuto 85 anni lo scorso 23 maggio e il ruolo più importante della sua carriera lo ottenne negli anni '80 nella serie «Dynasty»: milioni di spettatori in tutto il mondo adoravano odiare Joan Collins (a destra), che all'epoca interpretava l'odiosa Alexis Colby. Ma lei non è di certo l'unica star televisiva ad aver conquistato il cuore del pubblico malgrado o grazie alla sua cattiveria. Sfogliate la nostra galleria di immagini per scoprire i 20 più grandi cattivi, farabutti ed intriganti di tutti i tempi.
Immagine: teleschau / Archiv / Paramount
20° posto: il professor Moriarty in «Sherlock»: di cosa ha bisogno un investigatore geniale come Sherlock Holmes per dare il meglio di sé? Di un avversario alla sua altezza. Nella serie «Sherlock», prodotta dalla BBC e vincitrice di numerosi premi, è Andrew Scott a ricoprire questo ruolo: egli incarna, infatti, il professor Moriarty, un cervello criminale d'eccezione, soprannominato «il Napoleone del crimine» nel romanzo di Arthur Conan Doyle. Un autentico farabutto senza scrupoli.
Immagine: ARD Degeto / BBC / Hartwood Films 2012
19° posto: Pablo Escobar in «Narcos»: era spietato, brutale e pieno di assi nella manica. Nessuno si schierava apertamente contro Pablo Escobar, il barone della droga più potente degli anni '80, a meno che non avesse più pelo sullo stomaco di quest'uomo che commissionava omicidi con la stessa leggerezza con cui ordinava un bicchiere di vino o un caffè. Wagner Moura ha incarnato con maestria, per ben due stagioni, questo personaggio tristemente noto della storia contemporanea nella serie Netflix «Narcos» .
Immagine: Netflix
18° posto: Victoria Grayson in «Revenge»: come svela anche il titolo, la serie americana «Revenge» narra una storia di vendetta. Una giovane donna torna a casa sua, negli Hamptons, per vendicarsi dei responsabili della morte di suo padre. Il suo bersaglio: la bella matriarca Victoria Grayson. Madeleine Stowe ha interpretato questa magnifica intrigante alla perfezione. Nel 2012 il ruolo le è anche valso una candidatura ai Golden Globe.
Immagine: Vox / ABC Studio
17° posto: Tyrell Wellick in «Mr. Robot»: se la serie Amazon «Mr. Robot», incentrata su di un geniale hacker, ha ricevuto una così buona accoglienza nel 2015, è anche grazie a lui. L'attore svedese Martin Wallström incarna con incredibile malizia il farabutto Tyrell Wellick, uno scienziato che decide di vendere la sua anima al diavolo. Il suo universo è quello del consumo eccessivo, dei grandi gruppi e delle promesse capitalistiche di guarigione. Un oscuro nichilista dal temperamento malvagio e dall'estrema freddezza come i personaggi di "American Psycho", "Matrix" o "Momo".
Immagine: 2015 Amazon.com Inc. or its affiliates
16° posto: Raymond «Red» Reddington in «The Blacklist»: un criminale ed ex militare ricercato in tutto il paese cammina tranquillamente nella hall della sede dell'FBI e offre il proprio aiuto in cambio dell'immunità. È così che ha inizio la serie tv poliziesca «The Blacklist». Non si sa mai nulla delle reali intenzioni di Raymond «Red» Reddington, ma sono di certo ben lungi dall'essere onorevoli. «Red è un cattivo ragazzo», ha confidato James Spader in merito al suo personaggio molto famoso negli Stati Uniti: «Non fatevi illusioni! Anche se si dimostra gentile con le vecchie signore.»
Immagine: RTL / Sony Pictures Television / Open 4 Business Productions
15° posto: Clarissa von Anstetten in «Verbotene Liebe»: Isa Jank ha interpretato la carogna tedesca per eccellenza per ben sette anni prima di abbandonare la serie di ARD nel 2001. Personaggio appassionato, regalava un pizzico di pepe alla storia, divertendosi a complottare e manipolare l'alta società di Düsseldorf. L'attrice è tornata a far parte del cast nel 2011, riprendendo ancora una volta il ruolo della contessa Clarissa von Anstetten. Ci era mancata. «I cattivi sono i personaggi più divertenti», ha dichiarato a ragione Isa Jank. Considerazioni condivise anche dal suo omologo maschile…
Immagine: ARD / Anja Glitsch
14° posto: Hans-Joachim «Jo» Gerner in «Gute Zeiten, schlechte Zeiten»: ciò che era Clarissa von Anstetten in «Verbotene Liebe», il professor Hans Joachim «Jo» Gerner lo era in «Gute Zeiten, schlechte Zeiten» (RTL): il più grande farabutto della televisione tedesca. Wolfgang Bahro incarna con diabolica perfezione l'intrigante avvocato in grado di darle, ma anche di prenderle (vedi foto): «Non per nulla vengo chiamato il J.R. della televisione tedesca. Lo trovo fantastico. Quelli dei cattivi sono sempre i ruoli più interessanti.» Ciò che vale per i cattivi della televisione tedesca, vale anche per i loro modelli americani. Ma ne parleremo più avanti…
Immagine: RTL / Rolf Baumgartner
13° posto: L'uomo con la sigaretta in «X-Files»: il fumo uccide! E può accadere che la nicotina annerisca non solo i polmoni ma anche l'anima. In ogni caso, nella serie di culto «X-Files», l'uomo con la sigaretta (William B. Davis) è il personaggio più oscuro: un esperto in cospirazione e un lobbista della morte. Avrebbe perfino preso parte all'assassinio di JFK e Martin Luther King. Nonostante il cancro, l'uomo con la sigaretta è sopravvissuto e ha fatto il suo grande ritorno con la nuova stagione della serie trasmessa nel 2016. Anche se sembrava più un Robinson Crusoe naufragato su un'isola vulcanica.
Immagine: ProSieben / Twentieth Century Fox
12° posto: Bob in «Twin Peaks»: il viso più brutto della serie di culto americana «Twin Peaks» non appartiene ad un attore navigato: Frank Silva lavorava come accessorista per la produzione quando, in un attimo di disattenzione, il suo viso comparve riflesso in uno specchio. Un momento spettrale che ha indotto il regista David Lynch ad affidare a Frank Silva il ruolo di Bob: questo è il nome dello spirito malvagio che perseguita gli abitanti di Twin Peaks esortandoli a commettere azioni terribili.
Immagine: ARD / CBS Studios International
11° posto: Enrico VIII in «I Tudors»: non perdere la testa, è tutto ciò che conta! Ecco cosa si dicevano i sudditi (e le donne) di Enrico VIII quando si trovavano di fronte al loro monarca. Pare che Jonathan Rhys Meyers (nella foto con Natalie Dormer) abbia seminato lo stesso terrore sul set della serie storica «I Tudors». È con grande lubricità, ossessione per il potere e un pizzico di follia che l'eccentrico irlandese, noto per le sue scappatelle alcoliche e gli scoppi d'ira, ha interpretato per quattro stagioni l'enfant terrible della casa reale inglese (1491-1547) che amava mandare al patibolo le sue mogli. Un giorno, ad un giornalista che gli chiedeva se era contento di potersi disfare di questo ruolo tanto impegnativo dopo una giornata di riprese, rispose: «Sono sempre Enrico! Non abbandono mai il mio ruolo!» Ci sarebbe veramente da farsi qualche domanda.
Immagine: 2007 Sony CPT Holdings
10° posto: Bernd Stromberg in «Stromberg»: con la sua barbetta nera, il suo insipido machismo e la sua noiosa disperazione, è stato a lungo il più grande farabutto del paese: Bernd Stromberg, l'intrigante duro a morire della compagnia di assicurazione Capitol. Per molti, la serie «Stromberg» era il riflesso delle frustrazioni che provavano quotidianamente sul lavoro. «Conosco persone che non riescono a guardarne un episodio intero», ha dichiarato un giorno l'attore protagonista Christoph Maria Herbst in merito alla serie che lo ha reso famoso, interrotta nel 2012: «Perché fra una diarrea e uno scoppio di herpes, dicono a se stessi: "Domani, devo tornare in ufficio, non ce la faccio più."»
Immagine: ProSieben / Brainpool
9° posto: Alfred Tetzlaff in «Ein Herz und eine Seele»: negli anni '70, nessuna serie è stata più popolare di «Ein Herz und eine Seele», di Wolfgang Menge. Ed è stato in gran parte grazie a lui: il piccolo borghese invidioso Alfred Tetzlaff, che declamava in staccato le sue tirate reazionarie contro «socialisti» ed «emigrati» come si trattasse di fuochi d'artificio. All'epoca l'approccio critico e ironico della serie non era piaciuto a tutti. Così l'attore Heinz Schubert era stato definito «antisemita», «nemico della nazione» o ancora «bomba della destra contro il governo». All'epoca l'interprete di «Ekel Alfred» aveva dichiarato: «Grazie per questi paragoni. È la dimostrazione che ho fatto un buon lavoro.»
Immagine: ARD / WDR
8° posto: il dottor Gregory House in «Dr. House»: un salvatore che non ama la gente. Il medical drama «Dr House» (disponibile in DVD) è basata su di un'idea singolare, che ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo. Con Gregory House, un geniale medico misantropo, Hugh Laurie ha dato vita ad un personaggio bizzarro, scrivendo una pagina di storia della televisione. La serie si è conclusa nel 2012, dopo otto stagioni.
Immagine: Universal
7° posto: «T-Bag» in «Prison Break»: nella serie ad alta tensione «Prison Break» non mancano di certo i personaggi oscuri. Ciò non stupisce se si pensa che la prima e la migliore delle stagioni della serie si svolge interamente dietro le sbarre. Tuttavia un personaggio in particolare si è distinto dagli altri: assassino, stupratore, pedofilo e razzista dalla mente distorta, «T-Bag» era senz'altro il peggior detenuto della prigione. Robert Knepper ha interpretato questo mostro con tale maestria da riuscire a farne uno dei personaggi più amati dal pubblico. L'attore, amorevole padre di famiglia nella vita privata, ha dichiarato che un giorno gli è capitato che alcune donne, avendolo visto, si mettessero a gridare terrorizzate.
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6° posto: M. Burns in «I Simpson»: il volto del capitalismo ha i denti sporgenti e il colorito giallastro. Tuttavia, quest'ultimo particolare non risulta strano nell'universo degli eroi di Springfield. Charles Montgomery Burns, invece, è ben lungi dall'essere un personaggio ordinario: con i suoi numerosi difetti fisici, questo miliardario avaro e avido è l'incarnazione stessa dell'invidia e della disonestà ne «I Simpson». In altre parole, è indispensabile.
Immagine: ProSieben / TM Twentieth Century Fox Film Corporation
5° posto: Re Joffrey in «Game of Thrones»: in mezzo a tutti i farabutti che commettono i loro misfatti nella serie fantasy «Il trono di spade», lui sembra uno scolaretto. Ma è soltanto apparenza. Non è forse vero che la vera crudeltà viene da dentro? «In alcune scene faccio cose orribili senza la minima ragione», ha dichiarato un giorno l'attore Jack Gleeson in merito al suo personaggio, il crudele re Joffrey. Un'osservazione decisamente molto pertinente.
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4° posto: Alexis Colby in «Dynasty»: era chiamata «la stronza». Un titolo che Joan Collins ha chiaramente meritato. Per otto anni, infatti, ha interpretato il ruolo di una donna crudele e vendicativa nella serie «Dynasty». Il nome completo di questa antieroina è lungo quasi quanto l'elenco delle sue infamie: Alexis Morell Carrington Colby Dexter Rowan. Nel privato tuttavia Joan Collins non ha nulla della stronza: «Penso di essere leale, onesta e odio i deficienti!»
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3° posto: Frank Underwood in «House of Cards»: Kevin Spacey ha incarnato l'uomo politico senza scrupoli Frank Underwood, che finirà per essere eletto presidente degli Stati Uniti, nelle cinque stagioni di «House of Cards». In seguito alle rivelazioni dello scorso autunno, otto membri del cast hanno accusato l'attore di molestie sessuali. Ora non si può fare a meno di chiedersi se Kevin Spacey interpretasse davvero un ruolo di finzione.
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2° posto: Walter White in «Breaking Bad»: Bryan Cranston riassume alla perfezione la macabra fascinazione suscitata da «Breaking Bad». Durante un'intervista rilasciata alla fine della serie, un giornalista gli ha chiesto se egli crede nel male: «Esiste insieme al bene, e si nasconde in ognuno di noi.» Il suo personaggio, il professore di chimica Walter White, è quindi uno di noi. Un uomo onesto che, dopo il cancro, si trasforma in un re della droga senza scrupoli. Probabilmente la trasformazione più incredibile che un personaggio di serie televisiva abbia mai subito.
Immagine: Sony
1° posto: J.R. Ewing in «Dallas»: fa parte dei personaggi più celebri del pianeta. E se è divenuto famoso in tutto il mondo è grazie alle sue azioni abiette. Larry Hagman era J.R. Ewing, uno dei pilastri della serie «Dallas», trasmessa per la prima volta nel 1978. I suoi 378 episodio hanno contribuito a fare di J.R. il nemico pubblico numero per i telespettatori di tutto il mondo. «Non era una cattiva persona», ha ricordato un giorno Larry Hagman, scomparso nel 2012, parlando del ruolo più importante della sua carriera. «Era un magnate del petrolio.» Per noi, invece, J.R. Ewing resta comunque il più grande farabutto televisivo di tutti i tempi.
I Maneskin a Montreux: «Qui si respira musica ovunque»
I Maneskin cavalcano l'onda del successo: lo scorso fine settimana hanno suonato davanti a 70.000 persone a Roma, martedì sera a Montreux. blue Music ci svela i loro consigli per il trucco e perché distruggono i loro strumenti sul palco.
13.07.2022
Christa Rigozzi: "Ecco perché dovete venire a fare un giro in Ticino"
Blue News ha incontrato l'ex Miss Svizzera in occasione dell'inaugurazione della nuova «Walk of Fame» di Locarno, dove gli artisti che si esibiscono a «Moon & Stars» immortalano le loro impronte in cubi di bronzo.
16.04.2022
Dubai, lo spettacolo pirotecnico per festeggiare l'arrivo del 2022
Fuochi d'artificio illuminano il Burj Khalifa di Dubai, la torre piu' alta del mondo, mentre l'orologio batte la mezzanotte negli Emirati Arabi Uniti. Dubai festeggia cosi' l'arrivo del nuovo anno.
01.01.2022
Natale, a Kiev spettacolo di luci e colori
Kiev sfoggia uno spettacolo di luci festive con le luminarie natalizie in attesa del nuovo anno. La capitale ucraina e' addobbata per le vacanze, nonostante la pandemia di Covid-19 in corso.
27.12.2021
Colombia, a Cali grande spettacolo di colori con i ballerini di salsa
I ballerini di salsa si esibiscono al «Salsodromo» di Cali il giorno di Natale, per l'apertura della «Feria de Cali» (Fiera di Cali), mentre l'evento annuale ritorna nella citta' del sud-ovest della Colombia dopo essere stato cancellato lo scorso anno a causa della pandemia di coronavirus.
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