Guerra fredda La misteriosa scomparsa del sottomarino nucleare «USS Scorpion»

uri

1.6.2018

Il sottomarino nucleare «USS Scorpion» è scomparso nell'oceano Atlantico in piena guerra fredda. Ancora oggi, le cause della catastrofe non sono state chiarite in modo definitivo: le voci secondo le quali l'apparecchio possa essere stato affondato dall'esercito sovietico non sono ancora state messe a tacere.

Un ammiraglio della Marina militare americana avrebbe dichiarato che si trattava di «uno dei più grandi misteri irrisolti della nostra epoca». La sera del 21 maggio 1968, Francis Slattery, comandante dell'«USS Scorpion» inviò un messaggio indicando la propria posizione a 50 miglia nautiche a sud delle Azzorre e segnalando la rotta verso gli Stati Uniti secondo l'itinerario previsto.

Il 27 maggio, tuttavia, il sottomarino non è rientrato al porto di Norfolk, nello Stato americano della Virginia, dove lo si attendeva. Nel frattempo, l'equipaggio non aveva più dato alcun segno di vita: l'«USS Scorpion» era scomparso nel nulla nell'Atlantico, con il suo reattore nucleare e le sue testate atomiche.

L'«USS Scorpion», che in precedenza era stato nel Mediterraneo assieme a dei partner della Nato e poi aveva sorvegliato le attività della Marina sovietica, è colato probabilmente a picco con i 99 membri del proprio equipaggio 18 ore dopo aver inviato l'ultimo messaggio, secondo gli scienziati che si sono lanciati alla sua ricerca.

In quel momento, le strumentazioni della US Navy avevano permesso di identificare delle esplosioni sottomarine in un luogo situato a 640 chilometri dalle Azzorre, in seguito ribattezzato «Punto Oscar».  

Tuttavia, le operazioni di ricerca dello scafo non avevano prodotto risultati. Né al «Punto Oscar», né più a ovest, dove si ipotizzava si potesse essere mosso l'«USS Scorpion». John Craven, specialista del mondo dei sottomarini della Marina americana, aveva perciò effettuato nuovi calcoli, concludendo che, contro ogni logica, il sottomarino avesse fatto rotta verso est. Grazie a numerose telecamere sottomarine, la nave di ricerca «Mirza» è riuscita alla fine a localizzare l'«USS Scorpion» effettivamente a est del «Punto Oscar», a 3.380 metri di profondità, cinque mesi dopo la sua scomparsa.

Perché lo «USS Scorpion» fece rotta verso est?

Le fotografie scattate mostrarono il sottomarino spezzato in due. La parte anteriore, comprendente la sala di comando e i siluri, e quella posteriore che ospitava le sale macchine e il reattore. La torre di comando giaceva poco distante, in mezzo a piccoli detriti.

Nel 1969, il batiscafo «Trieste II» scattò nuove immagini del sottomarino. Nel 1985, poi, su richiesta della Marina americana, il sommergibile «Alvin» si immerse con l'obiettivo di raggiungere lo «Scorpion» (anche se ufficialmente si era alla ricerca del «Titanic»). Ciò consentì di ottenere le prime fotografie a colori dello scafo. Soltanto nel 1993, però, il presidente Bill Clinton divulgò il rapporto d'inchiesta sull'incidente. Anche se gli esperti non erano in grado di identificare una causa certa della catastrofe e non escludevano le piste di un incendio o di una fuga di gas o di un'inondazione, condiseravano il malfunzionamento di un siluro come la motivazione più probabile.

Il fatto che lo «Scorpion» avesse improvvisamente fatto rotta verso est, se per alcuni potrebbe essere stato dipeso dalla necessità di evitare un apparecchio nemico, potrebbe spiegarsi con la stessa ragione legata al siluro difettoso: a causa di un «hot run» di quest'ultimo (ovvero l'attivazione spontanea dell'ordigno per via di un difetto tecnico), i comandanti del sottomarino avrebbero dovuto virare in direzione opposta. A seguito di incidenti simili durante la Seconda guerra mondiale, tutti i siluri erano stati dotati di un dispositivo capace di disattivare la testata dopo una virata di 180 gradi.

Non ci sono foto della sala siluri

Ma, come affermato da alcuni giornalisti del New York Times nel 1998, l'incidente potrebbe anche essere stato causato dal malfunzionamento delle batterie dei siluri. Nel corso di alcuni test realizzati in precedenza, le vibrazioni avevano infatti provocato danni ad una membrana situata all'interno di esse, generando così un surriscaldamento e un incendio. Oggi, si considera come più probabile la teoria secondo la quale un difetto tecnico avrebbe provocato l'esplosione di un siluro, quindi la distruzione del sottomarino.

Tuttavia, non sono mai state messe a tacere le voci secondo le quali lo «Scorpion» sarebbe stato affondato dall'esercito sovietico. Dopotutto, il sottomarino era stato impegnato in operazione di sorveglianza delle attività russe. E soltanto pochi mesi prima, il sommergibile dell'Armata rossa K-129 era scomparso nel Pacifico. All'epoca, Mosca aveva puntato il dito contro presunte responsabilità degli americani: in un contesto simile, non era dunque impossibile immaginare una vendetta da parte sovietica.

Soltanto le immagini della sala siluri, situata nella parte anteriore dello scafo dell'«USS Scorpion» potrebbero permettere di chiarire definitivamente l'enigma. Tuttavia, secondo la US Navy, non è mai stato possibile scattare fotografie di tale porzione dell'apparecchio. In ogni caso, la Marina continua a sondare regolarmente la zona attorno allo scafo alla ricerca di eventuali contaminazioni radioattive. Per ora, non ne sono state registrate: il reattore sarebbe dunque ancora integro.

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