Rischio di burnoutSvizzera: sempre più stress sul posto di lavoro
ATS
20.8.2019 - 10:53
Sempre più stress sul posto di lavoro: stando a un'indagine dell'Ufficio federale di statistica, nel 2017 il 21% delle persone attive professionalmente si dichiarava «molto spesso stressato». Si tratta di tre punti percentuali in più rispetto a cinque anni prima.
Inoltre si è osservato un aumento dei rischi psicosociali, mentre la frequenza di quelli fisici è rimasta stabile.
Tale fenomeno è particolarmente accentuato per il gruppo dei lavoratori con meno di 30 anni, per i quali la percentuale di persone stressate è passata dal 19% al 25%, precisa l'UST. Anche tra il personale sanitario e sociale si è assistito a un aumento (con quote passate dal 18% al 23%).
Si rischiano burnout e depressione
Nell'anno in rassegna, quasi la metà (49%) delle persone stressate si dichiarava «emotivamente esausta» sul proprio lavoro e presentava un rischio accresciuto di burnout.
In questi casi, tali persone presentavano sei volte più spesso sintomi di «depressione moderata o grave» rispetto a quelle non troppo stressate (24% contro 4%), sottolinea ancora l'UST.
Oltre allo stress, la metà delle persone attive professionalmente erano esposte a rischi psicosociali, quali l'estrema intensità del lavoro, la mancanza di sostegno da parte di superiori e colleghi, discriminazioni e violenze, la paura di perdere il lavoro.
Dei «luoghi per sfogarsi», anche chiamati «anger rooms», «rage rooms» o ancora «fury rooms», esistono nel mondo intero. Anche a Losanna è possibile scaricare tutta la propria tensione in assoluta sicurezza. Il concept è tuttavia nuovo a Pechino, dove la vita urbana particolarmente stressante acuisce in numerose persone il bisogno crudele di scatenare la loro aggressività.
Immagine: Keystone
Per quanto riguarda gli accessori in dotazione, si può colpire quasi con tutto, anche se la maggior parte delle persone sceglie di adoperare la mazza da baseball per un colpo al volo.
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Vengono forniti un casco, una maschera e degli occhiali di protezione per evitare ogni tipo di contatto con gli occhi durante questa sessione di distruzione.
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Alcuni l’hanno sempre saputo: l’alcool è un nemico! In questo caso, si tratta piuttosto di fracassare una tonnellata di vetro.
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Detto, fatto – nella «anger room», restano solo schegge e frammenti.
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Anche il lancio di bottiglie a tutta velocità contro un muro è un’attività ambita.
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La stanza della rabbia, tra la sua collezione di oggetti, dispone anche di alcuni manichini posti alla rinfusa.
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Questo abitante della capitale cinese si sfoga con un manichino – meglio non sapere chi immagina ci sia al suo posto.
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Tutto viene osservato dalla stanza attigua – soprattutto per poter intervenire immediatamente se un cliente dovesse ferirsi.
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Alla fine di una sessione di mezz’ora, c’è molto ordine da fare. Come assicurano i gestori della «anger room» di Pechino, tutto viene di nuovo accuratamente selezionato, in parte riciclato e poi eliminato.
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