Reportage a bordo Quali sensazioni si provano a bordo del volo più lungo al mondo?

Marie von der Tann, dpa/uri

28.12.2018

Volare senza pause su una distanza di oltre 15.000 chilometri vi garantisce una perdita totale delle nozioni di spazio e tempo. A ciò si aggiunge uno shock climatico, perché tra Singapore e New York la differenza di temperatura è di 30 gradi. Per consolare i passeggeri, a tutti viene servito dello champagne.

L’Airbus A350-800 ULR assomiglia ad un’enorme macchina del tempo in questo mercoledì appena incominciato. Grazie al fuso orario, l’apparecchio atterrerà a New York appena cinque ore dopo la partenza, poco prima dell’alba, nonostante le 17 ore passate in volo. Nessun aereo di linea può percorrere una distanza simile senza scali, ovvero 15.300 chilometri: ci riesce solo il volo SQ22 della Singapore Airlines in partenza dalla città-Stato asiatica.

Sono appena 161 i passeggeri in attesa alla porta A15 poco dopo mezzanotte. Immersi in una luce tenue, sbadigliano a go-go e lottano per tenere gli occhi aperti. Quindi arriva l’imbarco. Non ci si precipita, poiché per un volo così lungo, il numero di passeggeri è ridotto. Percorrere la metà del globo sembra un tragitto tra Zurigo e Berlino.

Le hostess della Business Class prendono con delicatezza e con un fare affascinante i cappotti dei passeggeri. E fanno circolare i vassoi con lo champagne e il succo d’arancia nella cabina. Un po’ più distante, dietro, nella classe Premium Economy, c’è un filo di agitazione in più. Alla fine, tutti si sono seduti.

L’aereo si mette dolcemente in marcia e si prepara al decollo, mentre qualche passeggero già dorme. Altri hanno scelto un vecchio rimedio per rendere sopportabili i voli lunghi: l’alcol. La Singapore Airlines lo ha previsto e ha imbarcato 100 litri tra vino e champagne, il che corrisponde a un po’ più di mezzo litro per passeggero.

Quando l’apparecchio raggiunge l’altitudine di crociera, il personale della cabina prega i viaggiatori di chiudere gli scuri dei finestrini. La notte è arrivata. Chi è abituato ai lunghi voli lo sa: regna una rigida disciplina quando si è sopra le nuvole. Scuri alzati: è giorno. Scuri abbassati: è notte. Per noi quest’ultima durerà circa 17 ore. Solo una piccola striscia di luce si intravede in direzione dell’Antartico, nulla di più.

Il cherosene è contato al centilitro

La compagnia punta sulla formula vincente del saltatore con gli sci olimpico: un peso minimo e delle correnti aeree favorevoli. Di qui il numero ridotto di passeggeri.

Il serbatoio di un A350 o di un A380 non basta, in circostanze normali, a percorrere senza scali la metà del globo. Tra il 2004 e il 2013, la Singapore Airlines proponeva regolarmente la tratta Singapore-New York quasi sempre con un Airbus A340 molto esigente in fatto di carburante. E proprio le quantità elevate dei consumi, associate alla crescita del prezzo del petrolio, hanno portato a non effettuare più il volo.

Ora però è stata adottata una nuova strategia: sono disponibili le classi Premium Economy e Business, non solo quest’ultima. E si può contare su una diminuzione sensibile del consumo di carburante. In questo modello di aereo, infatti, la sigla ULR indica che il velivolo è «a lunghissimo raggio» (Ultra Long Range, ndr). È dotato cioè di un sistema di serbatoi modificato al fine di assicurare una capacità più ampia. Inoltre, il peso dell’aereo è stato ottimizzato sotto ogni aspetto: meno acqua dolce, meno passeggeri e perfino scivoli d’evacuazione più leggeri.

Il cherosene poi, è calcolato alla goccia. L’aereo arriva a destinazione con i serbatoi quasi vuoti, ovvero con circa il 7% di carburante, ma la velocità non ne risente. L’apparecchio, infatti, sfrutta per la maggior parte del tempo un jet-stream che lo porta a raggiungere i 1.100 chilometri orari. Per questo la rotta abituale sopra al Pacifico settentrionale può essere adattata durante il viaggio al fine di ottimizzare l’uso delle correnti.

Nel corso degli ultimi cinque anni, i passeggeri della compagnia hanno dovuto effettuare uno scalo a Francoforte. Occorreva perciò scendere dall’aereo, aspettare e poi risalire a bordo. Oggi, però, non ci si sgranchisce più le gambe ma si evita che il tragitto duri almeno quattro ore in più. La compagnia non ha proposto una classe Economy classica proprio per far sì che un viaggio così lungo possa essere sopportabile. È dunque disponibile la classe Premium Economy, che garantisce alcune differenze: un cibo più raffinato, dello champagne e delle poltrone più confortevoli con più spazio per le gambe.

Quasi ogni cosa al suo posto

Passata circa la metà del volo, numerosi passeggeri si sono sdraiati in vario modo sui loro sedili, e tentano di addormentarsi. Solo in pochi però ci riescono. La situazione è decisamente diversa nella Business Class, nella quale le poltrone possono essere trasformate in letti completamente piatti. La calma sembra regnare. Nella Premium Economy, si rimedia ad altri piccoli problemi: una donna ha poggiato i piedi sul bracciolo tra i sedili della fila avanti e sfrutta il posto libero al proprio fianco. Un’altra, seduta, ha acceso la luce e dipinge delicatamente con degli acquarelli. C’è abbastanza spazio per fare praticamente tutto, salvo dormire.

Il personale di bordo è più fortunato. I 13 membri dell’equipaggio dispongono di letti a castello al riparo dagli sguardi. Ciascuno può contare su almeno 4 ore di pausa, che oggi sono aumentate a 5 e 20 minuti. Dopo una riunione, hanno deciso infatti di dividersi in due squadre. Così la hostess Harper si può sdraiare, con la sua divisa tradizionale blu e, dopo aver spruzzato una dose supplementare di lacca sui suoi capelli, può dormire per alcune ore. Quindi si alza senza aver cambiato minimamente il proprio aspetto e, sorridente, è pronta a servire il prossimo pasto. Una sua collega, al contrario, aveva trovato la divisa troppo scomoda, e ha optato per dei jogging rosa in tessuto di spugna. Ora anche lei può dormire.

Il secondo pasto del volo arriva già: si mangia di nuovo. Per la maggior parte dei passeggeri si tratta del terzo di fila. E nel mezzo c’è stato anche un piccolo snack. Sono poche infatti le persone che salgono a bordo di un aereo poco prima di mezzanotte a stomaco vuoto. Un pasto definito «leggero» ci è stato servito dopo il decollo (e lo era sul serio). Ora però si passa a quello principale. Nella classe Business, vengono proposti spiedini tradizionali alla salsa satay serviti come antipasto su dei set da tavola bianchi. Quindi una delle numerose portate che era possibile ordinare in anticipo: una bistecca di Angus o delle tagliatelle di riso tradizionali ai frutti di mare con salsa al latte di cocco, ad esempio.

Nella classe Premium Economy si poteva, allo stesso modo, scegliere il pasto prima del volo. Per trovare ad esempio riso al latte con arrosto di maiale, arachidi cotte e un uovo centenario. Per chi invece non ha ordinato in anticipo, si può scegliere tra il petto di pollo alla brace con salsa alla mostarda o il pesce accompagnato da fagioli e da una frittata di cavolfiore con salsa tahina.

La colazione si fa attendere invano. Il personale della cabina ha servito solo qualche tazza di caffè circa un’ora prima dell’atterraggio. La maggior parte dei passeggeri opta piuttosto per bevande alcoliche, sentendosi disturbata dal fuso orario e dall’alterazione dei ritmi sonno-veglia.

Il sistema d’illuminazione simula l’alba

Chiediamo ad una hostess se considera il volo più impegnativo del solito, ma lei risponde di no. «Non ci sono differenze tra i voli di 12 o di 18 ore, abbiamo gli stessi compiti, ma più tempo per effettuarli». Soltanto le lenti a contatto soffrono per l’aria secca dopo più di 14 ore di viaggio. Gli interni dell’A350 sono piccoli anche per questo personale di bordo, che deve essere esperto e aver seguito una formazione specifica per questo modello di aereo.

Un’oretta prima dell’atterraggio, il sistema d’illuminazione speciale dell’Airbus simula una piacevole alba. Gli scuri sono alzati, il giorno sta arrivando! I passeggeri si precipitano nei bagni per rinfrescarsi. Il secchio per la carta si riempie in un attimo. Un dettaglio al quale occorre pensare: un volo più lungo significa più rifiuti.

La fase di avvicinamento a Newark è caratterizzata da un festival di luci sopra New York. Ovunque la notte si dissolve con uno scintillio intermittente. L’Airbus di posa dolcemente sulla pista alle 5 precise. Il volo è durato 16 ore e 50 minuti, anziché le 18 ore e 30 minuti immaginate. Abbiamo battuto un record? Doha-Auckland dura ancora 17 ore e 35 minuti... Eppure no, da un punto di vista puramente chilometrico, il tragitto di 15.344 chilometri non è stato superato. Il tempo di volo non può essere stimato senza contare un margine di errore di più o meno due ore di tempo: tutto dipende dalle condizioni incontrate.

A cosa assisteremo ancora nell’era dei voli ultra-lunghi? Qantas prevede già di aprire un collegamento senza scalo tra Sydney e Londra, a partire dalla stagione 2022/2023. Si tratterebbe di più di 17.000 chilometri. Non si andrà oltre, perché sarebbe assurdo: volare in senso inverso a quel punto sarebbe comunque più rapido.

I passeggeri dell’A350-800 ULR lasciano l’apparecchio, con un’andatura un po’ incerta, ma di buon umore in questo mercoledì mattina. Che il volo sia durato 12 o 17 ore, cambia poco per l’opinione generale dei viaggiatori. La maggior parte di loro non è riuscita a dormire, ma il volo è stato comunque confortevole. Ed ecco la notizia più importante della mattina: il volo SQ22 è stato il primo ad atterrare a Newark oggi. Nessuno è presente al controllo-passaporti, che di solito è strapieno. Fuori, c’è l’alba. Per dormire ci sarà un’altra occasione: adesso è ora di prendere un caffè.

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