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Sessualità e salute La «pillola preventiva» cambia tutto nelle relazioni fra uomini
Bruno Bötschi
9.7.2019
Da quando è stata approvata la profilassi pre-esposizione (abbreviata in PrEP), molti omosessuali hanno smesso di usare il preservativo. Ma non tutti sono contenti della pillola che previene il contagio dal virus dell'HIV.
Thomas H. (nome modificato) è stato recentemente in vacanza a Tel Aviv. Il cinquantenne si è goduto pienamente la vita notturna e ha avuto diversi rapporti sessuali con altri uomini. Thomas H. è single e ha sempre vissuto la propria omosessualità ponendosi la regola: «mai senza preservativo».
Ha rispettato questo principio per anni e non ha mai contratto infezioni batteriche o virali gravi. Finora non è mai stato contagiato neanche dal virus dell'HIV. I preservativi non sono mai stati un problema per lui, pur essendo consapevole del fatto che, non usandoli, il sesso è più bello e piacevole.
A Berlino, la sua città natale, Thomas H. si è reso conto che da due anni sempre più uomini preferiscono non usare il preservativo e avere, dunque, un rapporto non protetto.
Misura affidabile
Di cosa si tratta? Per la profilassi pre-esposizione, abbreviata in PrEP, vengono utilizzati farmaci originariamente sviluppati per la terapia anti HIV. Una combinazione dei principi attivi emtricitabina e tenofovir impedisce al virus di diffondersi nelle mucose.
Non si tratta di una semplice affermazione, bensì di qualcosa di ben documentato scientificamente. A questo proposito Daniel Koch, dirigente del Dipartimento delle malattie sessualmente trasmissibili presso l'Ufficio federale della sanità pubblica (BAG), ha dichiarato al quotidiano «Aargauer Zeitung»: «In materia di PrEP, dal 2016 ci atteniamo alla raccomandazione della Commissione federale per la salute sessuale (CFSS) che sostiene la profilassi pre-esposizione come misura affidabile per la protezione contro l'HIV.»
Nello stesso articolo, Daniel Seiler, ex amministratore delegato di Aids-Hilfe Schweiz, si è espresso ancora più specificamente: «L'Aids-Hilfe Schweiz supporta a pieno titolo la consegna della PrEP su prescrizione medica come profilassi anti HIV, perché in grado di garantire la stessa e identica sicurezza preventiva di un preservativo.»
Troppo costosa in Svizzera
Se fino a pochi anni fa gli uomini che praticavano sesso non protetto erano visti con occhio critico, ora sono i sostenitori del preservativo ad essere socialmente derisi; perlomeno questa è la sensazione di Thomas H. «Non appena tiravo fuori il preservativo dalla scatola e dicevo al mio partner che faccio esclusivamente sesso protetto, succedeva sempre che lui perdesse l'interesse.»
Di questa situazione Thomas H. non era per niente felice. Dato che per lui è impensabile escludere il sesso dalla propria vita, due anni fa Thomas H. ha deciso di iniziare la PrEP. Da allora, assume una pillola blu ogni giorno.
A Berlino molti gay sono entusiasti della «pillola blu prima del sesso» e lo sono anche alcuni medici di prevenzione. D'altra parte in Svizzera questa pillola è ancora una questione problematica per gli enti pubblici. Mentre in Germania i costi per la PrEP verranno presto coperti dalle assicurazioni sanitarie, in Svizzera la pillola blu non è (ancora) stata approvata come profilassi anti HIV – e, di conseguenza, è molto più costosa. In territorio elvetico il dosaggio mensile della pillola costa attualmente circa 900 franchi, risultando quindi troppo costosa per molti pazienti.
Tuttavia, il farmaco può essere prescritto dai medici in Svizzera - «off label», per così dire. Si stima che circa 2.000 uomini ne abbiano già fatto uso.
Una benedizione, ma non per tutti
Benjamin Hampel guarda alla PrEP con occhi professionali ma critici. Hampel è dirigente medico presso il Checkpoint Zürich nonché dirigente dell'ambulatorio PrEP presso l'Ospedale universitario di Zurigo; inoltre porta avanti uno studio sull'impatto della PrEP in Svizzera nell'ambito di un progetto di ricerca a livello nazionale. «Al momento stiamo assistendo a un significativo aumento della domanda di PrEP». Per alcune persone la pillola è un'ottima cosa, forse anche una benedizione, ma questo non vale per tutti.
Per chi è stata pensata la PrEP? Secondo Hampel, la PrEP è un'opzione tra le altre nell'ambito della protezione da HIV. «Le misure già esistenti, in particolare l'uso dei preservativi, rimangono attuali come sempre. La PrEP è stata pensata per le persone che hanno problemi direttamente riconducibili all'uso del preservativo e, allo stesso tempo, un rischio maggiore di contrarre un'infezione da HIV».
Secondo Hampel, non tutti possono effettivamente proteggersi rispettando le regole del “sesso sicuro” finora approvate. Ciò è dovuto a diverse cause, quali allergia al lattice o sesso sotto l'effetto di alcool o droghe. Statisticamente parlando, anche innamorarsi può costituire un rischio.
La PrEP può danneggiare i reni
I possibili effetti collaterali e il prezzo elevato sono, secondo il medico di prevenzione Hampel, i motivi specifici per cui molti preferiscono persistere nell'uso del preservativo anche dopo il consulto medico: gli studi dimostrano che il farmaco può danneggiare i reni e portare all'osteoporosi. In questo secondo caso, si verifica un deterioramento della sostanza ossea.
In merito, è necessaria una delucidazione. Un sondaggio dell'Ospedale universitario di Zurigo ha dimostrato che il 20% di tutti i pazienti svizzeri che si sottopongono alla PrEP assume il farmaco senza effettuare controlli medici regolari. «Dobbiamo fare qualcosa il prima possibile per contrastare questa tendenza», dice Hampel.
Solo effettuando controlli medici regolari è possibile reagire tempestivamente agli effetti collaterali che possono eventualmente insorgere. Inoltre, è problematico assumere il farmaco quando c'è un'infezione da HIV in corso: «Questo può portare allo sviluppo di una resistenza al virus da parte dell'organismo, perché il farmaco non è una terapia completa contro l'HIV.»
Non protegge da altre malattie veneree
Quanto, nonostante l'uso della PrEP, il rischio per la salute rimanga elevato l'ha scoperto proprio Thomas H. Appena rientrato da Tel Aviv, febbre alta e brividi lo hanno tormentato. Si è recato dal medico per fare un esame del sangue – e dopo un giorno ha ricevuto i risultati: gonorrea e sifilide. Thomas H. ha subito due dolorose iniezioni di penicillina e ha dovuto assumere degli antibiotici.
Come molte altre persone, i pazienti sotto PrEP fanno spesso affidamento sugli antibiotici. Tuttavia, questi possono essere assunti esclusivamente sotto controlli medici, al fine di prevenire lo sviluppo di resistenza al farmaco da parte dell'organismo. In Inghilterra è stato reso pubblico recentemente il nome di una variante della gonorrea che non è più trattabile con gli antibiotici.
Il problema: la PrEP è effettivamente efficace contro l'infezione da HIV, ma non protegge contro altre malattie sessualmente trasmissibili quali sifilide, blenorragia, gonorrea o epatite C.
Tuttavia, sottolinea Hampel, da ampi studi non risulterebbe alcuna differenza tra chi usa il condom e chi non lo usa nel momento in cui vengono indagati gruppi con lo stesso numero di partner. La maggior parte delle malattie veneree, tra cui la sifilide e la gonorrea, si trasmette spesso per via orale. In questo caso, secondo le regole del sesso sicuro ufficiali, sviluppate ai fini della prevenzione dell'HIV, non è raccomandato l'uso del preservativo.
«Queste infezioni batteriche si possono trasmettere durante la masturbazione reciproca», dice Hampel, «e, come recentemente dimostrato, anche durante i baci. Quindi una persona che ha diversi partner sessuali dovrebbe sottoporsi ad esami medici regolarmente, indipendentemente dal fatto che sia sotto PrEP o meno. Sfortunatamente i sintomi non possono essere ricondotti all'HIV in modo affidabile perché spesso non sono presenti o non sono tipici dell'infezione».
Le infezioni da HIV diminuiscono in tutto il mondo
Gli esperti ritengono, inoltre, che uno stretto monitoraggio dei pazienti sotto PrEP porti a un tasso decrescente di malattie sessualmente trasmissibili.
«Ci sono studi», sottolinea Hampel, «che mostrano una regressione delle malattie sessualmente trasmissibili come conseguenza dell'adozione di ottimi programmi PrEP, che prevedono esami clinici trimestrali per i pazienti con più partner sessuali». In quasi tutte le regioni in cui la PrEP viene introdotta in gruppi ad alto rischio, si registra anche un calo delle nuove diagnosi di HIV - in alcuni casi con un minimo storico come nei primi tempi dell'epidemia.
La PrEP quindi è vivamente raccomandata agli omosessuali durante le consultazioni? Ancora una volta uno sguardo alla Germania: «Il nostro obiettivo principale è prevenire la trasmissione del virus», ha dichiarato Christoph Weber al quotidiano «Tagesspiegel». L'internista Weber è dirigente medico del Checkpoint BLN a Berlino, un centro sanitario che consegna gratuitamente la PrEP a persone non abbienti. «Offriamo ai nostri clienti una consulenza che si adatta al meglio alla loro situazione di vita».
In realtà, secondo Weber, la decisione di essere sotto PrEP non è per tutta la vita: molti assumono il farmaco solo per un periodo definito e decidono di sospenderla nel momento in cui non è più compatibile con il proprio stile di vita. Dopo essere stato a Tel Aviv, Thomas H. non è più attirato dalla PrEP: d'ora in poi ricorrerà all'uso del preservativo come faceva in passato.
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