Camere federali Termina la sessione sotto l'ombra minacciosa di una crisi energetica

cp, ats

30.9.2022 - 10:30

Anche su Palazzo federale si sono spente le luci per risparmiare sulla corrente.
Anche su Palazzo federale si sono spente le luci per risparmiare sulla corrente.
Keystone

Si è conclusa oggi la sessione autunnale delle Camere federali condizionata dalla guerra in Ucraina e dallo spettro di una crisi energetica che s'intende evitare ad ogni costo o, quantomeno, mitigare anche attraverso misure di risparmio individuali e collettive.

cp, ats

In merito al problema dell'inflazione e, in particolare dei costi per l'energia in crescita, il Consiglio federale si è voluto rassicurante affermando che la situazione è ancora sotto controllo e che, in caso di peggioramento della situazione, interverrà.

Ma il Parlamento ha deciso che, almeno ai pensionati, andrebbe compensato l'intero rincaro, che dovrebbe attestarsi per quest'anno sul 3%. Quanto ai premi malattia, la proposta di costringere Berna ad innalzare del 30% la propria partecipazione alla riduzione dei premi malattia non è passata.

Semplicemente, le finanze della Confederazione, già oberate dal peso del debito accumulato durante la pandemia di coronavirus – ormai passata in secondo piano nelle preoccupazioni delle Camere federali – non permette di largheggiare. Quanto al debito Covid – 25-30 miliardi di franchi entro fine anno – il Parlamento ha stabilito che dovrà essere assorbito entro il 2035 senza far capo alle eccedenze di bilancio del passato. Il tutto senza ricorrere ad aumenti delle tasse e a programmi di risparmio, ha spiegato il ministro delle finanze Ueli Maurer.

Aziende elettriche e solare

Sempre in tema energetico, il parlamento ha approvato la legge che consente al Consiglio federale di intervenire per «salvare» le aziende elettriche di rilevanza sistemica in difficoltà mettendo loro a disposizione, a severe condizioni (divieto di versare dividendi, per esempio), una linea di credito di 10 miliardi.

Finora solo Axpo ha chiesto e ottenuto, anche se non ancora utilizzato, un prestito di 4 miliardi per far fronte ai propri impegni. Un intervento che ha fatto storcere il naso all'UDC che, sentendo già aria di campagna elettorale – Maurer dixit – ne ha approfittato per attaccare la strategia energetica della «ministra» Simonetta Sommaruga sostenendo che senza nucleare non se ne esce. A sinistra, invece, si sono levate voci critiche sulla liberalizzazione, a loro dire fallimentare, del mercato dell'elettricità.

Pannelli «über alles» o quasi

Ad ogni modo, le centrali nucleari in funzione lo rimarranno finché la sicurezza sarà garantita, mentre la realizzazione di un nuovo impianto rimarrà con ogni probabilità una chimera. Tant'è che il Parlamento, al posto di una fantomatica centrale atomica, intende invece rendere obbligatorio installare pannelli fotovoltaici sugli edifici di nuova costruzione, ma solo quelli più grandi; si tratta di una disposizione che entrerà in vigore già domani.

Questa decisione sugli impianti fotovoltaici figurava inizialmente nel controprogetto indiretto all'iniziativa «Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)». Ma il Parlamento ha deciso di scorporarla e figura ora in una legge separata dichiarata urgente. Il progetto prevede anche disposizioni che facilitano la costruzione di impianti di grandi dimensioni nelle zone di montagna che producono almeno 10 GWh, di cui la metà nel semestre invernale (1° ottobre – 31 marzo).

Tali installazioni non potranno però essere edificate nelle zone palustri e nei biotopi d'importanza nazionale, come anche nelle riserve per uccelli acquatici e di passo. Questa legge dovrà facilitare, tra l'altro, l'innalzamento della diga del Grimsel, nell'Oberland bernese, di 23 metri e la realizzazione di impianti solari a Gondo e Grengiols, entrambi nell'Alto Vallese.

Tra l'altro, il Consiglio degli Stati ha approvato la Legge sull'approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili che passerà ora al Nazionale. Questo progetto prevede tutta una serie di interventi per un'offensiva in piena regola a favore delle rinnovabili.

Custodia bimbi

Tra le leggi che hanno concluso invece l'iter parlamentare, figura la proroga fino al 31 dicembre 2024 dell'attuale programma di sostegno della Confederazione per la creazione di asili nido, nell'attesa di una nuova disposizione permanente in materia.

La legge attuale è in vigore dal 1° febbraio 2003. Inizialmente gli aiuti finanziari erano limitati a otto anni, ossia fino al 31 gennaio 2011. La durata di validità di tale sostegno è poi stata prorogata tre volte, ovvero fino al 31 gennaio 2023. Il Parlamento desidera ora sostituire il finanziamento iniziale con una soluzione moderna. Il programma d'incentivazione attuale dovrebbe così venir sostituito con un sostegno permanente.

Videogiochi e infanzia

Sempre rimanendo nell'ambito dell'infanzia, il Parlamento ha concluso le discussioni sulla legge volta a proteggere meglio i minorenni dai film e dai videogiochi inappropriati, con la Confederazione che dovrà sostenere i genitori nei loro sforzi finanziando progetti di sensibilizzazione. I parlamentari hanno rinviato a più tardi la regolamentazione delle micro-transazioni che prosperano nei giochi online.

La nuova legge prevede che tutti i cinema, i venditori al dettaglio (anche online) e i servizi a richiesta ("on demand") in Svizzera siano tenuti a indicare l'età minima necessaria e a svolgere controlli in merito. L'obbligo varrà pure per piattaforme quali YouTube e Twitch.

Eccezioni sono previste per gli eventi. Un minorenne accompagnato da un adulto, di dieci anni più grande, potrà accedere a un film o a un videogioco, se quest'ultimo non è riservato agli adulti. Gli scambi di film o videogiochi tra privati, le serate cinematografiche in un'associazione giovanile o gli eventi in biblioteche non saranno toccati dalla legge. Circa i tornei di videogiochi, tutti i minorenni che dispongono di un consenso scritto dei loro genitori potranno parteciparvi senza limiti d'età.

Costi sanitari

Tornando a un problema che assilla Confederazione, Cantoni e cittadini, il Parlamento ha approvato una serie di misure ("Pacchetto 1b") destinate – questo l'auspicio – a limitare i costi sanitari, creando più trasparenza nel settore. In futuro, i partner tariffali sorveglieranno i costi nei loro settori e, non appena l'evoluzione di essi non sarà spiegabile con fattori quali ad esempio l'invecchiamento della popolazione, dovranno adottare misure correttive.

Il Consiglio federale aveva presentato nell'agosto 2019 un pacchetto di nove misure per frenare l'aumento dei costi della salute. Tale pacchetto era stato diviso in due progetti. Durante la sessione estiva di due anni fa, il Parlamento aveva adottato il «pacchetto 1a». Questo si concentra in particolare sui farmaci generici, molto più cari in Svizzera rispetto all'estero.