SvizzeraDall'estero niente critiche sulle sanzioni alla Russia
ats
30.7.2022 - 16:45
Finora non ci sono state critiche da parte dell'Ue o degli Stati Uniti per come la Svizzera sta applicando le sanzioni nei riguardi della Russia a causa della guerra in Ucraina.
30.07.2022, 16:45
30.07.2022, 17:23
SDA
Parola della Segretaria di Stato dell'economia (SECO), Gabrielle Ineichen-Fleisch – che lascerà il suo posto a fine mese – secondo cui, come riposta oggi la Neue Zürcher Zeitung, non solo la Confederazione ha applicato le sanzioni velocemente, ma lo ha fatto di sua iniziativa, ossia senza subire pressioni dall'estero.
Stando all'alta funzionaria, le sanzioni dell'Ue sono state annunciate il 25 di febbraio, un giorno dopo l'invasione russa. Il lunedì seguente, il Consiglio federale, dopo consultazioni durante il fine settimana, aveva già deciso di seguire la linea di Bruxelles.
Difficile evitare l'aggiramento
A far pendere la bilancia verso questa decisione, secondo la direttrice della SECO, non sono state pressioni dall'esterno, bensì il fatto che sarebbe stato difficile per noi impedire che il nostro paese venisse sfruttato per aggirare le sanzioni tenuto conto della loro estensione.
La Svizzera, ha ricordato al quotidiano zurighese Ineichen-Fleisch, applicava già questa prassi dal 2014 dopo l'annessione della Crimea da parte di Mosca. Allora si era deciso di non adottare le sanzioni europee, bensì di impedire che quest'ultime venissero in un certo senso indebolite attraverso la Svizzera.
Secondo Ineichen-Flesich tale prassi non era più possibile dopo le estese sanzioni decise dagli Occidentali. Se fossimo invece stati in grado di impedire questo aggiramento, i nostri partner europei non avrebbero avuto nulla da ridire.
Secondo la SECO nessuna critica finora
Sempre nel corso dell'intervista concessa al foglio zurighese, Ineichen-Fleisch ha difeso il lavoro della SECO, affermando che finora nessuno si è lamentato per come applichiamo le sanzioni. Quanto ai valori bloccati finora, ossia 6,7 miliardi di franchi e 15 immobili, «nulla lascia supporre che vi siano ancora molti patrimoni di sanzionati» in Svizzera.
In merito ai 150-200 miliardi di franchi stimati riconducibili a cittadini russi depositati nel nostro paese, Ineichen-Fleisch ha spiegato che non tutti i Russi facoltosi si trovano sulle liste delle persone o entità sanzionate, anche se magari tale ricchezza non è stata ottenuta con metodi ortodossi in passato. Ad ogni modo, ha puntualizzato la funzionaria, la SECO non ha elementi per dire che le sanzioni non vengano applicate in Svizzera.
Commercio con tutti
Per quanto attiene alle relazioni con altri Stati che non brillano rispetto dei diritti umani, Ineichen-Fleisch ha spiegato «che non è possibile commerciare solo con paesi democratici». Noi abbiamo sempre commerciato con Stati che rispettano le regole in quest'ambito, tra cui la Cina.
Tuttavia, qualora quest'ultimo paese dovesse invadere Taiwan, secondo la responsabile della SECO molto probabilmente la Svizzera adotterebbe sanzioni contro Pechino. Tali sanzioni avrebbero però un effetto ben più profondo rispetto a quelle contro la Russia vista l'importanza economica della Cina. Vi sarebbero senz'altro grandi discussioni al riguardo negli Stati Uniti, nell'Ue e anche da noi, ha aggiunto. Speriamo però che non si arrivi a tanto, ha precisato Gabrielle Ineichen-Fleisch.
Prima donna alla SECO
Gabrielle Ineichen-Fleisch lascerà la carica il 31 luglio dopo 11 anni ai vertici della SECO. Nata nel 1961, la Segretaria di Stato – una vera poliglotta, parla sette lingue tra cui russo e cinese – è entrata al servizio della SECO nell'aprile 2011.
Giurista di formazione, prima di dirigere la SECO è stata ambasciatrice e Delegata del Consiglio federale agli accordi commerciali; in virtù di questa funzione era anche capo-negoziatrice della Svizzera presso l’Organizzazione mondiale del commercio e membro della Direzione della SECO. In qualità di responsabile del settore Commercio mondiale all’interno della Direzione economica esterna era responsabile anche delle questioni riguardanti l’OCSE e degli accordi di libero scambio.
Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch è stata la prima donna ad occupare la guida della SECO. La sua nomina al posto di Jean-Daniel Gerber fu proposta nel 2011 dall'allora consigliere federale Johann Schneider-Ammann.