Politica Ecco le misure per combattere gli abusi nella Chiesa cattolica svizzera

mp, ats

27.5.2024 - 12:01

Il vescovo di Coira, Joseph Bonnemain
Il vescovo di Coira, Joseph Bonnemain
Keystone

In futuro, le vittime di abusi sessuali in seno alla Chiesa dovranno ricevere ovunque consulenza professionale e indipendente, i colpevoli dovranno essere giudicati e si dovranno ridurre al minimo i rischi di ulteriori abusi a tutti i livelli istituzionali.

Lo hanno annunciato oggi a Zurigo la Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS), la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ) e la Conferenza delle unioni degli ordini religiosi e delle altre comunità di vita consacrata (KOVOS) durante una tavola rotonda in cui hanno presentato un rapporto intermedio sull'attuazione di nuove misure per combattere gli abusi e il loro occultamento.

In particolare, in futuro dovranno essere introdotti «standard uniformi» per garantire che «solo persone idonee» servano la Chiesa cattolica. Inoltre, saranno vietati i trasferimenti di persone che hanno commesso abusi e sarà disciplinato lo scambio di informazioni tra i diversi datori di lavori ecclesiastici.

«La cooperazione tra le tre organizzazioni ecclesiastiche non ha precedenti in Svizzera. Lo sforzo concertato è importante, ma solo così saremo in grado di combattere sistematicamente gli abusi», ha dichiarato ai media il vescovo di Coira, Joseph Bonnemain.

Un punto di contatto indipendente è necessario

La Chiesa cattolica prenderà le prime decisioni sul previsto centro di contatto per le vittime di abusi a giugno. È in trattative con gli enti di consulenza per le vittime riconosciute e con la Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS).

La richiesta di un punto di contatto indipendente è scaturita da uno studio condotto nel settembre dello scorso anno.

Da questo studio è emerso che i sacerdoti e i membri degli ordini religiosi in Svizzera hanno commesso oltre 1'000 casi di abusi sessuali dal 1950, anche se è probabile che il numero di casi non denunciati sia più elevato.

A gennaio 2024, un altro progetto pilota storico per far luce sugli abusi è stato prolungato per tre anni e finanziato dalla Chiesa con 1,5 milioni di franchi. I risultati saranno pubblicati nel primo semestre 2027.

Si auspica pure una buona collaborazione tra le Chiese e i gruppi di ricerca, qualora anche il sinodo della Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERiS) acconsentirà all'esecuzione di uno studio scientifico integrativo, è stato sottolineato.

Un tribunale specifico ecclesiastico

I responsabili delle diocesi e delle chiese locali hanno inoltre firmato una dichiarazione in cui si impegnano, contrariamente alle disposizioni di diritto ecclesiastico, a non distruggere in futuro più alcun atto relativo ai casi di abuso.

Infine, un tribunale nazionale ecclesiastico penale e disciplinare dovrà garantire l'applicazione corretta e unitaria delle direttive proprie alla Chiesa in tutta la Svizzera e delle norme penali relative agli autori degli abusi.

Le vittime devono beneficiare di protezione, informazione e diritti processuali e il tribunale deve comprendere anche giuristi esterni alla Chiesa, è stato rilevato.

Contattato il Vaticano

Alcuni rappresentanti della CVS hanno avuto i primi colloqui con il Vaticano. L'obiettivo è quello di presentare un progetto ai responsabili a Roma entro la fine del 2024.

«Naturalmente questo pacchetto di misure è ben lungi dal risolvere tutti i problemi, dunque seguiranno altri provvedimenti», ha affermato il presidente della RKZ, Roland Loos.

«Ci impegniamo affinché si affrontino tempestivamente la questione dell'esercizio del potere, della morale sessuale e della posizione delle donne», ha aggiunto.

mp, ats