Il 9 giugno Per il Governo le iniziative sui premi, sui costi malattia e sui vaccini vanno respinte

cp, ats

5.4.2024 - 11:55

La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider accanto al consigliere di stato Lukas Engelberger (BS).
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider accanto al consigliere di stato Lukas Engelberger (BS).
Keystone

Troppo onerosa, troppo rigida, di difficile applicazione. Questi i motivi che spingono il Consiglio federale a raccomandare la bocciatura delle tre iniziative popolari in votazione il 9 giugno.

cp, ats

Le prime due iniziative (per premi meno onerosi del PS e per un freno ai costi sanitari del Centro), ha esordito oggi davanti ai media la «ministra» della sanità, Elisabeth Baume-Schneider, toccano un nervo scoperto del sistema sanitario, ossia il persistente aumento dei costi e, di conseguenza, dei premi malattia, un fenomeno quest'ultimo in cima alla lista delle preoccupazioni della popolazione. Nell'arco di dieci anni, il premio medio è salito da 260 franchi a 330 franchi per persona al mese, ha sottolineato la consigliera federale socialista.

Di fronte a questa evoluzione, il Consiglio federale ha adottato varie misure abbassando negli anni il costo dei medicinali, adeguando le tariffe di laboratorio e ambulatoriali, con risparmi per miliardi di franchi, ha affermato la consigliera federale giurassiana, ricordando che altre misure sono allo studio del parlamento.

Seppur consapevoli dell'onere che i premi causano alle famiglie, le soluzioni apportate dalle iniziative non rappresentano la risposta giusta a un problema concreto, stando a Baume-Schneider.

Troppo cara

L'iniziativa per premi meno onerosi chiede che nessuno debba pagare più del 10% del reddito disponibile per i premi di cassa malattia. Per raggiungere tale obiettivo, la riduzione di quest'onere dovrebbe venir finanziata per almeno due terzi dalla Confederazione e per il resto dai Cantoni.

Il Consiglio federale respinge l'iniziativa per due motivi, ha puntualizzato Baume-Schneider: perché sarebbe la Confederazione a doversi fare carico della maggior parte dei sussidi e perché non è previsto alcun incentivo per i Cantoni, responsabili della politica sanitaria sul loro territorio, al contenimento dei costi della salute.

Nel 2020, l'accoglimento dell'iniziativa avrebbe comportato costi aggiuntivi compresi tra 3,5 e 5 miliardi di franchi l'anno a carico di Confederazione e Cantoni, ha fatto notare la responsabile del Dipartimento federale dell'Interno. Tale somma si aggiungerebbe ai 2,9 miliardi già garantiti dalla Confederazione per la riduzione dei premi e ai 2,6 miliardi dei Cantoni.

Finanze federali in sofferenza

L'iniziativa rischia insomma di mettere ancor più sotto pressione le finanze della Confederazione, ha messo in guardia Baume-Schneider, che ha paventato tagli in altri settori – L'agricoltura? L'esercito? – o addirittura un aumento del prelievo fiscale.

Oltre a ciò, il maggior contributo della Confederazione ai sussidi potrebbe disincentivare i Cantoni dall'adottare correttivi per contenere i costi sanitari, stando alla «ministra» socialista.

Cantoni alla cassa

Consapevole però delle preoccupazioni della popolazione, Governo e parlamento hanno elaborato un controprogetto indiretto, ben «più equilibrato», che prevede un aumento del contributo dei Cantoni ai sussidi stimato in 360 milioni, spronandoli a tenere sotto controllo i costi dalla salute.

L'importo che un Cantone deve stanziare per la riduzione dei premi dipende dai costi sanitari del Cantone interessato, ha spiegato Baume-Schneider. I Cantoni con costi sanitari elevati dovrebbero pagare di più rispetto a quelli con costi inferiori e sarebbero così incentivati a contenere le spese a carico dell'assicurazione obbligatoria.

Un Cantone che riesce invece a frenare l'aumento dei costi sul proprio territorio, ad esempio con una pianificazione ospedaliera efficace, risparmierà anche sull'onere connesso alla riduzione dei premi.

A nome dei Cantoni, Lukas Engelberger, consigliere di stato di Basilea Città, ha sottolineato che solo nel 2022 Confederazione e Cantoni hanno finanziato con 5,4 miliardi le riduzioni dei premi, di cui quasi la metà a carico di quest'ultimi.

In quest'ambito facciamo già il nostro dovere, ha sottolineato, precisando che l'iniziativa provocherebbe oneri supplementari per i cantoni pari a un miliardo di franchi l'anno. Si tratta di un «antidolorifico» troppo caro, ha sottolineato Engelberger, secondo cui l'iniziativa è un mero palliativo che affronta i sintomi ma non le cause dell'aumento delle uscite per la salute.

Troppo rigida

In merito all'iniziativa popolare del Centro per un freno alle spese, quest'ultima prevede che i costi sanitari non siano nettamente superiori all'incremento dei salari e alla crescita dell'economia. In tal caso, la Confederazione, i Cantoni e i partner tariffali sarebbero obbligati a prendere misure corretive.

Stando al governo e al parlamento, ha spiegato Baume-Schneider, l'iniziativa è troppo rigida, riduttiva, perché non tiene conto di fattori come l'invecchiamento della popolazione, e il conseguente aumento dei malati cronici e di affezioni come il diabete e il cancro, e dei progressi della medicina.

Taglio delle prestazioni?

Noi temiamo che questa rigidità possa ripercuotersi sull'offerta sanitaria, col pericolo che i pazienti non possano più accedere, o solo in ritardo, a trattamenti all'avanguardia. Pochi di noi, ha sottolineato la giurassiana, rinuncerebbero a cure innovative.

Visto tuttavia che l'iniziativa affronta un problema reale, ha sottolineato la «ministra» della sanità, il Consiglio federale e il Parlamento hanno accolto parte delle richieste in un controprogetto indiretto a livello di legge. Quest'ultimo prevede che il Consiglio federale definisca ogni quattro anni obiettivi di costo per determinare l'aumento massimo dei costi dell'assicurazione obbligatoria.

Gli attori del settore sanitario dovranno giustificare in anticipo perché e in che misura i costi aumenteranno nei singoli ambiti, creando così trasparenza sull'evoluzione delle spese, ha spiegato Baume-Schneider. Se i costi crescessero più di quanto concordato e in maniera ingiustificata, il Consiglio federale e i Cantoni dovrebbero esaminare la possibilità di adottare misure correttive. Il controprogetto entrerà in vigore se l'iniziativa sarà respinta e sempre che non sia contestato con successo mediante referendum.

Nessun obbligo vaccinale

In merito all'iniziativa «Per la libertà e l'integrità fisica» – lanciata dagli ambienti «no-vax» – secondo cui gli interventi dello Stato nell'integrità fisica e psichica di una persona devono avvenire solo col consenso di quest'ultima, il governo è convinto che l'obiettivo perseguito è già garantito dalla Costituzione federale.

Se l'iniziativa venisse approvata dal popolo non è chiaro quali conseguenze concrete avrebbe, per esempio per il lavoro di polizia (ad esempio analisi del DNA).