Svizzera Dal Governo «no» al canone radio-TV a 200 franchi, «sì» a una riduzione

nide, ats

19.6.2024 - 15:01

L'Esecutivo intende portare il canone riscosso da Serafe a 300 franchi entro il 2029. (Foto simbolica)
L'Esecutivo intende portare il canone riscosso da Serafe a 300 franchi entro il 2029. (Foto simbolica)
Keystone

Il canone radio-tivù dovrebbe scendere a 300 franchi entro il 2029. È quanto stabilito mercoledì dal Consiglio federale quale controproposta all'iniziativa popolare che chiede di abbassarlo a 200 franchi l'anno.

19.6.2024 - 15:01

Secondo il governo, quest'ultima è eccessiva e avrebbe conseguenze troppo gravi per l'offerta della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) e per il suo radicamento nelle regioni linguistiche.

Davanti ai media, il consigliere federale Albert Rösti, capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) ha dichiarato che, se l'iniziativa dovesse essere accolta dal popolo, «la quota del canone destinata alla SSR si ridurrebbe a circa 630 milioni di franchi e ciò rappresenterebbe un forte attacco alla sua struttura, così come all'intera piazza dei media elvetici».

Il Governo propone una riduzione

L'Esecutivo intende tuttavia fare un passo in favore delle economie domestiche e delle imprese, ha precisato il «ministro» democentrista che a suo tempo aveva sottoscritto l'iniziativa popolare.

Il Governo propone pertanto, mediante una modifica della pertinente ordinanza, il progressivo alleggerimento del canone radiotelevisivo a carico delle economie domestiche che avverrà in due «tranche»: «dal 2027 verrà portato da 335 a 312 franchi, per poi passare a 300 franchi dal 2029».

«Il Consiglio federale è convinto che la sua proposta permetterà di contrastare quanto avanzato dall'iniziativa popolare», ha commentato Rösti.

Alcuni cambiamenti per le imprese

Il Governo intende inoltre correggere le condizioni di assoggettamento al canone delle imprese, che dovranno pagare la quota a partire da un fatturato annuo di 1,2 milioni di franchi (attualmente sono 500'000). Questo sgravio andrà a beneficio dell'80% circa delle aziende soggette all'IVA, soprattutto piccole e medie imprese.

Nella sua seduta odierna, il Consiglio federale ha pure prorogato l'attuale concessione alla SSR fino al 2028, che si manterrà «senza significativi cambiamenti a livello di contenuto», ha specificato il capo del DATEC.

Tuttavia, l'Esecutivo aspetterà l'esito della votazione popolare prima di rilasciarne una nuova. «Il nuovo quadro finanziario per il servizio pubblico dei media risulterà chiaro solo dopo la votazione sull'iniziativa SSR», si legge in una nota odierna del Governo.

Nuovo accordo per l'estero

L'Esecutivo ha anche stipulato un nuovo accordo su un programma destinato all'estero per il periodo 2025-2026, che comprende «le due piattaforme Internet Swissinfo e tvsvizzera.it» e la collaborazione con i canali televisivi internazionali TV5MONDE e 3sat.

I costi dell'offerta estera sono sostenuti in egual misura dalla SSR e dalla Confederazione, che verserà un contributo limitato a 19 milioni di franchi per ogni anno.

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