Svizzera Il Comitato a sostegno del referendum: «Il finanziamento uniforme delle cure è antisociale»

bl, ats

1.10.2024 - 12:27

Il comitato che ha lanciato il referendum contro la riforma del finanziamento delle cure è convinto che tale cambiamento sarà dannoso per gli assicurati.
Il comitato che ha lanciato il referendum contro la riforma del finanziamento delle cure è convinto che tale cambiamento sarà dannoso per gli assicurati.
Keystone

Il finanziamento uniforme delle cure sanitarie, su cui si voterà il 24 novembre, rischia di peggiorare la qualità delle cure e provocare un ulteriore aumento dei premi malattia. Ne è convinto il comitato che sostiene il referendum, lanciato dal Sindacato svizzero dei servizi pubblici (VPOD/SSP), col sostegno dell'Unione sindacale svizzera (USS), di Unia, del PS e dei Verdi.

Il comitato referendario, che oggi ha presentato davanti ai media gli argomenti contro la riforma in votazione, si è detto preoccupato soprattutto dall'inclusione nella riforma delle cure stazionarie di lunga durata, ciò che porterà secondo loro a un ulteriore aumento dei premi.

A causa dell'invecchiamento della popolazione, infatti, la spesa per l'assistenza a lungo termine (case di riposo e Spitex) è in forte aumento. È proprio a queste spese che gli assicuratori dovranno contribuire sempre di più in futuro, hanno ripetuto all'unisono i membri del comitato. L'attuale tetto massimo di partecipazione ai costi sarà infatti eliminato dalla legge nell'ambito della modifica della LAMal.

Dopo un periodo di transizione di quattro anni, il Consiglio federale potrà aumentare i contributi, sia per l'assistenza a domicilio che per le case di cura, ha dichiarato il Consigliere nazionale David Roth (PS/LU). Il punto cruciale è che ciò sia il preludio a un ulteriore aumento dei premi a lungo termine, nonché un aumento dei costi che i pazienti dovranno sostenere da soli.

Gli oppositori temono anche che, con l'introduzione di una chiave di finanziamento standardizzata a livello nazionale, i Cantoni rinuncerebbero alla responsabilità dell'assistenza nelle case di cura o attraverso lo Spitex. «Con la riforma, oltre ai 35 miliardi di franchi in premi, 13 miliardi dei contribuenti verrebbero gestiti ogni anno da fondi privati, poco trasparenti e senza alcuna legittimità democratica», ha dichiarato il presidente dell'USS, nonché «senatore», Pierre-Yves Maillard (PS/VD).

Se i Cantoni si ritirassero dal finanziamento delle case di cura e dello Spitex, gli attori privati del sistema, interessati in primis al profitto, si vedrebbero stendere davanti un tappeto rosso. Secondo gli oppositori, questi soggetti sarebbero già in grado di scegliere i pazienti più redditizi. Allo stesso tempo, gli assicuratori avrebbero interesse a razionare l'assistenza di base per vendere più assicurazioni complementari. A rimetterci sarebbero tutti coloro che hanno un'assicurazione standard.

In generale, gli oppositori alla riforma temono che le casse malattia assumeranno il controllo dell'intero sistema sanitario. «Questa revisione comporta un enorme spostamento di potere verso le casse malattia a svantaggio della trasparenza, ma anche dei medici e dei pazienti», ha sostenuto la consigliera nazionale Katharina Prelicz-Huber (Verdi/ZH).

Oltre a ciò, dovrebbe venir negoziata con gli assicuratori una nuova tariffa standard, col settore pubblico che si vedrebbe sempre più messo sotto pressione. «La qualità diminuirebbe inevitabilmente, specie per le persone con elevate esigenze in fatto di assistenza», ha aggiunto Natascha Wey, segretaria generale dell'SSP. Coloro che non dispongono di una costosa assicurazione complementare sarebbero svantaggiati.

Secondo gli oppositori, anche il personale sanitario rischia di farne le spese a causa dell'accresciuta pressione, in contraddizione tra l'altro con l'iniziativa popolare per cure infermieristiche forti approvata dal popolo. «Abolendo i meccanismi di finanziamento esistenti, la pressione sul personale aumenterà ulteriormente. Il risultato sarà un esodo accelerato del personale dal settore delle cure di lunga durata», ha dichiarato Véronique Polito, vicepresidente di Unia.

Per quanto riguarda la Confederazione, quest'ultima sostiene la riforma da cui si attende una riduzione dei costi per i contribuenti.

La riforma

La riforma, scaturita da un'iniziativa parlamentare inoltrata nel 2009 dall'ex consigliera nazionale Ruth Humbel (Centro/AG) – legata in passato anche alla cassa malattia Concordia – è stata approvata dal parlamento il 18 dicembre scorso. Nel corso dei lavori, le Camere hanno inserito nella legge, su insistenza dei Cantoni, anche l'assistenza a domicilio e negli istituti medicalizzati. Questi servizi, assai costosi, sono in parte a carico dei Cantoni, che quindi si vedranno alleggerita la fattura.

La legge prevede il finanziamento uniforme dei servizi ambulatoriali e stazionari da parte dei Cantoni e delle casse malattia. Attualmente, i Cantoni, e quindi i contribuenti, finanziano almeno il 55% delle prestazioni ospedaliere, mentre il resto è a carico delle casse, ovvero di chi paga i premi. Nel settore ambulatoriale, il 100% dei servizi è coperto dalle casse malattia.

Poiché le cure ambulatoriali sono meno care rispetto a quelle stazionarie, la tendenza è quella di far maggiormente ricorso all'ambulatoriale, un'evoluzione che tuttavia pesa sempre di più sugli assicuratori, come hanno sottolineato diversi deputati durante i dibattiti.

Su questo aspetto centrale, i due rami del Parlamento hanno infine raggiunto un compromesso: i Cantoni dovranno pagare il 26,9% delle cure ambulatoriali. Il 73,1% restante sarà finanziato dagli assicuratori, indipendentemente dal fornitore e dal luogo in cui vengono erogati i servizi. Stessa chiave di ripartizione per le cure stazionarie.

I pazienti dovranno pagare la franchigia, la quota-parte e il contributo ai costi per le cure specifiche ricevute, fissato in 23 franchi al giorno. Quest'ultimo onere si applica in particolare a coloro che ricevono cure a domicilio o fornite da istituti medico-sociali, in particolare alle madri che partoriscono a casa.

La remunerazione degli ospedali e dei centri per partorienti non elencati non subirà alcuna modifica. Questi istituti sono convenzionati con gli assicuratori, ma non sono presenti negli elenchi cantonali e quindi non ricevono il 55% versato dai Cantoni. Ricevono solo il 45% versato dagli assicuratori.

Per quanto attiene al controllo dei costi, le Camere hanno infine stabilito che i Cantoni devono avere accesso a tutte le fatture ospedaliere originali, comprese quelle ambulatoriali. Devono inoltre poter rifiutare di coprire i costi se non sono soddisfatte le condizioni formali. I cantoni potranno appellarsi al tribunale delle assicurazioni. I pazienti non potranno rivolgersi a un'organizzazione di pazienti per controllare le loro fatture.

La sorveglianza sarà affidata all'Ufficio federale della sanità pubblica. Tuttavia, i Cantoni avranno accesso ai dati necessari per monitorare i fornitori di servizi, la pianificazione ospedaliera, le case di cura e i centri per le nascite, nonché per limitare il numero di medici.

bl, ats