Barometro elettoraleFederali 2023: l'onda verde s'infrange, bene UDC e PS
bt, ats
5.7.2023 - 17:01
UDC e PS in progressione, frenata dei Verdi, testa a testa PLR-Centro per il ruolo di terza forza.
bt, ats
05.07.2023, 17:01
05.07.2023, 17:35
SDA
Questo il sunto del più recente barometro elettorale della SSR, confezionato in vista delle federali del prossimo ottobre dall'istituto di ricerca Sotomo e pubblicato oggi, mercoledì.
Stando alle previsioni, l'onda verde registrata nel 2019 non dovrebbe ripetersi in autunno. Gli ecologisti sembrano profilarsi come i grandi perdenti: si fermerebbero infatti al 10,2% delle preferenze, ossia tre punti percentuali in meno rispetto a quattro anni fa.
Il trend è pure sfavorevole al partito, che da marzo, mese in cui era stato realizzato il precedente barometro, ha perso ancora un po' di terreno. Il risultato va comunque contestualizzato: si tratterebbe del secondo migliore della storia dei Verdi, meglio del 9,6% del 2007.
Il calo di popolarità dei Verdi non dovrebbe fare la fortuna dei Verdi liberali, che ottengono una crescita contenuta di 0,5 punti percentuali issandosi all'8,3%. La sfera ecologista appare dunque destinata parzialmente a sgonfiarsi.
UDC in ripresa
Al contrario, in ripresa c'è l'UDC, che senza sorprese resta inoltre comodamente il primo partito svizzero. Se si fosse votato a metà giugno, i democentristi avrebbero portato a casa il 27,1%, 1,5 punti in più nel confronto con il 2019. Tale tasso sarebbe il terzo migliore di sempre per la formazione guidata dal ticinese Marco Chiesa e permetterebbe di recuperare una parte dei voti persi per strada alle ultime federali.
In avanzata, pur se più modesta, c'è anche il PS, che si conferma la seconda forza politica del Paese con il 17,8% (+1 punto). Come considerazione generale, i sondaggisti rilevano che perlomeno una fetta dell'elettorato di sinistra che aveva scelto i Verdi quattro anni fa sembra in procinto di fare marcia indietro per tornare con i socialisti.
PLR e Centro gomito a gomito
Serrata la lotta per il terzo posto (di fatto l'unica piazza realisticamente ancora incerta), con PLR (14,6%, -0,5) e Centro (14,3%, +0,5) entrambi su valori simili al 2019. Sotomo parla di un potenziale ribaltamento storico: la formazione di estrazione cattolica non è mai finita davanti ai liberali-radicali. A causa di un logico effetto domino, questo ipotetico sorpasso rimescolerebbe le carte in chiave composizione del Consiglio federale.
In generale, il sondaggio mostra come sia in atto uno scivolamento verso destra. Questo sembra comunque modesto rispetto a quanto si osserva in Stati limitrofi quali Italia, Francia e Germania, Paesi più colpiti da crisi come quella dell'inflazione, evidenziano gli autori dell'indagine.
Cambiamento climatico inquieta
Passando ai temi più caldi, il cambiamento climatico è menzionato dal 40% degli aventi diritto come la principale sfida da affrontare. Seguono a ruota i premi di cassa malati (38%), mentre il podio è completato dall'immigrazione (29%). Nei piani alti di questa speciali graduatoria vi sono anche la sicurezza dell'approvvigionamento e dell'energia (26%), la riforma della previdenza per la vecchiaia (23%) e la previdenza sociale/costo della vita (23%).
Altri argomenti non turbano invece i sonni degli svizzeri. È il caso della disoccupazione, che preoccupa solo il 3% dei partecipanti al sondaggio. Snobbati pure la difesa nazionale (5%) e la parità di genere (8%).
Credit Suisse e attivisti irritano
Tastando il polso ancora più approfonditamente all'elettorato, emerge che la vicenda Credit Suisse dello scorso marzo, con la grande banca salvata per il rotto della cuffia dal crac per mano dell'ex rivale UBS in un'operazione avvenuta con la regia del governo, è ancora fonte di grande irritazione. Il 58% cita infatti questo evento come motivo di fastidio, in particolare per la cattiva gestione e i bonus eccessivi in seno all'istituto.
Al secondo posto di questa poco ambita classifica si collocano i blocchi stradali – con tanto di mani incollate all'asfalto – da parte degli attivisti del movimento «Ultima Generazione», che seccano oltre la metà (51%) delle persone intervistate, davanti al dibattito di genere (50%).
Sondaggio rappresentativo
L'indagine è stata svolta online fra l'8 e il 22 giugno, coinvolgendo in tutto 25'216 persone (20'687 nella Svizzera tedesca, 3878 in Romandia e 651 nella Svizzera italiana).
I risultati sono stati ponderati con criteri geografici, sociodemografici e politici così da renderli rappresentativi a livello statistico. Il margine d'errore è di +/- 1,2 punti percentuali.