Il consiglio federale, dopo una consultazione di 24 ore con i cantoni, ha deciso l'introduzione in Svizzera di nuove misure per contrastare la pandemia di Covid-19, che è tornata prepotentemente alla ribalta negli ultimi giorni.
Nell'attesissimo punto stampa ha preso la parola il ministro della salute Alain Berset.
Il Consiglio federale ha deciso di adottare nuove misure per lottare contro il Covid. Tra queste ci sono l'estensione dell'obbligo della mascherina, un rafforzamento della raccomandazione del telelavoro e la possibilità per i gestori di escludere i testati da determinati eventi per i quali è necessario avere il pass.
Chi rientra dall'estero dovrà inoltre sottoporsi a un doppio test.
Non sarà quindi necessario disporre del certificato sanitario – anche se rimarrà raccomandato – per ritrovarsi in famiglia a Natale o per il cenone di San Silvestro tra amici.
Il virus si diffonde di nuovo
Oltre ai focolai locali, principalmente nelle scuole e nelle case per anziani, il virus si sta nuovamente diffondendo tra la popolazione. L'aumento delle ospedalizzazioni, che concerne pazienti di tutte le età, è preoccupante: il numero di nuovi ricoveri dovuti al covid è raddoppiato in due settimane, ha sostenuto il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa.
A ciò si aggiunge l'arrivo della nuova variante Omicron, definita «preoccupante» dall'OMS e dallo stesso Berset. Di questa si sa ancora poco, ma il governo suppone che sia altamente contagiosa ed è possibile che anche le persone immuni alla Delta possano essere infettate. Non è nemmeno chiaro quanto protegga dai decorsi gravi la vaccinazione e neppure quanto Omicron sia pericolosa.
Qual'è l'obiettivo delle misure?
Lo scopo delle misure annunciate oggi – entreranno in vigore lunedì e lo resteranno almeno fino al 24 gennaio – non è combattere direttamente la variante Omicron, ma ridurre il numero di infezioni causate dalla Delta. L'idea è di alleggerire il più possibile le strutture ospedaliere.
Uno strumento importante per farlo è anche la dose di richiamo della vaccinazione. Nelle persone vaccinate o guarite, il decorso della malattia è invece solitamente lieve.
«Manca coerenza in alcuni cantoni, gli ospedali son pieni ma non vogliono il telelavoro»
Berset ha anche lanciato un appello alle autorità locali «a essere più severe e attive se le loro strutture ospedaliere minacciano di saturare». «È responsabilità dei Cantoni prevedere capacità sufficienti nei loro ospedali», ha aggiunto.
Il consigliere federale ha anche detto di essere sorpreso di vedere che alcuni Cantoni annunciano di non avere più capacità nei nosocomi, ma che contemporaneamente si oppongono all'attuazione di misure più severe. «Non riesco a capirlo». Più in generale il consigliere federale ha invitato tutta la popolazione a fare uno sforzo, ciò include anche la vaccinazione, le regole d'igiene e di distanza, nonché l'aerazione dei locali chiusi.
Estensione dell'obbligo del certificato
Per reagire al forte aumento dei pazienti covid ricoverati negli ospedali e alla comparsa della variante Omicron, il Consiglio federale ha decretato che l'obbligo di presentare il certificato sarà esteso a tutte le manifestazioni pubblicamente accessibili che si svolgono al coperto, così come a tutte le attività sportive e culturali amatoriali che si tengono al chiuso. L'eccezione per i gruppi fino a 30 persone viene così soppressa.
La disposizione speciale per i servizi religiosi, che prevede la possibilità di accogliere all'interno dei luoghi di culto fino a 50 persone senza pass, viene invece mantenuta. L'accesso alla messa di Natale sarà così garantito a tutti, a condizione di indossare una mascherina protettiva. Il certificato covid continuerà a non venir richiesto, ha precisato Michael Gerber, capo della Divisione diritto dell'Ufficio federale della sanità pubblica.
Eventi all'aperto
Per gli eventi all'aperto, il limite per l'obbligo del pass covid scende invece da 1000 e 300 partecipanti. Vengono parallelamente eliminate, considerato che coloro che volevano farsi vaccinare hanno potuto farlo, tutte le restrizioni di capacità decise in base alla legge Covid-19, soprattutto nei luoghi chiusi. Non è certamente ideale nel contesto attuale, ma si tratta di rispettare una decisione del Parlamento, ha spiegato Berset.
Per quanto riguarda il ricorso al pass covid, rispetto alle misure inviate martedì in consultazione c'è una importante novità: alle riunioni private – in famiglia o tra amici – in spazi chiusi alle quali partecipano più di 10 persone il certificato non sarà imposto. È però «fortemente, fortemente raccomandato», ha detto Berset appellandosi alla responsabilità individuale.
Mascherina quasi ovunque
Altro provvedimento deciso dal governo: la mascherina dovrà essere portata negli spazi interni delle strutture pubblicamente accessibili, incluse le manifestazioni al chiuso ma non le riunioni private, in cui vige l'obbligo del certificato covid.
Dove non è possibile mettere una mascherina protettiva sono previsti provvedimenti alternativi. Nei ristoranti si potrà consumare solo restando seduti. Nel caso in cui non si possa indossare la maschera, per esempio durante attività culturali e sportive, vanno registrati i dati di contatto.
C'è la possibilità di introdurre il «2G»
Da notare anche che per tutte le strutture pubbliche soggette all'obbligo del certificato e tutte le manifestazioni – al chiuso come all'aperto – è inoltre prevista la possibilità di limitare l'accesso alle persone vaccinate e guarite (il cosiddetto dispositivo «2G», dal tedesco «geimpft» e «genesen") e di rinunciare all'obbligo della maschera. Questa misura è stata pensata anche per le discoteche, dove è difficile immaginare di consumare restando seduti a un tavolo.
La possibilità del «2G», la cui introduzione è stata richiesta da diverse imprese ha precisato Berset, si giustifica col fatto che le persone vaccinate e guarite sono significativamente meno contagiose. In caso di infezione hanno inoltre una probabilità molto alta di essere protette da un decorso grave o dall'ospedalizzazione.
Per rendere facilmente identificabili le persone che dispongono di un certificato sanitario «2G», l'app «Covid Cert» per smartphone sarà aggiornata. La nuova versione sarà pronta il 13 dicembre, ha annunciato il consigliere federale. Nel frattempo la verifica dovrà essere fatta manualmente.
Telelavoro o mascherina
È previsto anche un rafforzamento delle misure sul posto di lavoro. Per ridurre i contatti viene fortemente raccomandato il telelavoro, ma non sarà obbligatorio. Dal punto di vista epidemiologico una regola vincolante sarebbe tuttavia più efficace, afferma il governo. Altra novità: tutti i dipendenti devono indossare la mascherina negli spazi chiusi, se sono presenti più persone.
Scartate dunque le altre due varianti che prevedevano rispettivamente l'obbligo di telelavoro per i non vaccinati e non guariti, e l'obbligo generale per tutti (con eccezioni). I Cantoni e le parti sociali si sono espressi a larga maggioranza contro.
Scuole e test
Il governo ha poi rinunciato anche ai test nelle scuole, visti i pareri contrari di 17 Cantoni su 26. Berset ha però detto che «il governo disapprova vivamente»: «riteniamo che sarebbe stato un provvedimento molto utile». Il consigliere federale ha tuttavia detto che tale misura potrebbe tornare d'attualità in futuro.
Circa la validità dei certificati sanitari ottenuti grazie a un tampone, solo quelli generati da un test rapido saranno valevoli 24 ore in meno (ossia 24 ore invece di 48). I test PCR continuano ad essere validi per 72 ore.
Doppio test per chi viaggia
Nella sua seduta il Consiglio federale ha anche modificato le disposizioni per l'entrata in Svizzera. Da domani saranno stralciati tutti i Paesi dall'elenco degli Stati e delle regioni per i quali vige l'obbligo della quarantena. «Non ha senso mantenere un regime di quarantena per una variante del virus – la Omicron – che circola anche qui da noi», ha sostenuto Berset.
Chi entra nel nostro Paese – dai 16 anni di età – dovrà quindi sottoporsi a un doppio test: uno PCR prima dell'arrivo in Svizzera e un secondo – PCR o antigenico rapido – tra il quarto e il settimo giorno dopo l'entrata. In questo modo si può identificare le persone che sono state contagiate poco prima o durante il viaggio.
I costi del test sono a carico delle persone interessate. Ciò potrebbe però cambiare: il Consiglio nazionale ha già votato questa settimana il ritorno ai tamponi gratuiti, gli Stati si pronunceranno la settimana prossima, ha ricordato il ministro della sanità, precisando che questa misura costerebbe centinaia di milioni di franchi alla Confederazione.
I frontalieri non sono toccati dalle misure
Chi si trova già in quarantena potrà invece uscirne già oggi. Dovrà però sottoporsi come gli altri a un test tra 4 e 7 giorni dopo l'entrata in Svizzera. Ciò vale naturalmente anche per i vaccinati e guariti.
Le nuove disposizioni non concernono chi viaggia nelle zone di frontiera (frontalieri compresi quindi). Continueranno a essere esentati dal modulo di contatto e tal tampone.
Ai cittadini di Stati terzi non vaccinati che desiderano entrare nello spazio Schengen da Paesi o regioni considerati a rischio è invece vietata l'entrata in Svizzera per soggiorni temporanei senza attività lavorativa fino a 90 giorni in un periodo di 180 giorni, ad eccezione di determinate deroghe (casi di rigore). Questo vale in particolare per il turismo e i soggiorni di visita.
La situazione in Svizzera
In Svizzera, nelle ultime 24 ore, si sono registrati 9951 nuovi casi di Covid, secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica. 29 nuovi decessi sono stati segnalati. 118 persone sono state ricoverate in ospedale.
Nel corso delle ultime 24 ore sono stati trasmessi i risultati di 65'376 test, indica l’UFSP. Il tasso di positività è del 15,22%.
La situazione in Ticino e nei Grigioni
In Ticino, nelle ultime 24 ore, sono state registrate 186 nuove infezioni (il giorno prima erano 160.) Le persone ricoverate sono 67 (+3), mentre i pazienti in terapia intensiva sono otto. Non vengono segnalati decessi.
Nei Grigioni, sono stati registrati in 24 ore 267 nuovi contagi, numero che si avvicina ai massimi da inizio pandemia. Una persona è morta per le conseguenze del Covid, portando il totale a 209 (3 nell'ultima settimana).