Covid Covid: il vaccino protegge da un decorso grave i pazienti ad alto rischio

stsc, ats

25.1.2022 - 16:45

I pazienti colpiti dal SARS-CoV-2 che finiscono in terapia intensiva nonostante la vaccinazione hanno una gravità del decorso inferiore rispetto alle persone non vaccinate. E ciò malgrado i primi siano in media più anziani e abbiano un profilo di rischio più elevato.
I pazienti colpiti dal SARS-CoV-2 che finiscono in terapia intensiva nonostante la vaccinazione hanno una gravità del decorso inferiore rispetto alle persone non vaccinate. E ciò malgrado i primi siano in media più anziani e abbiano un profilo di rischio più elevato.
Keystone

I pazienti colpiti dal SARS-CoV-2 che finiscono in terapia intensiva nonostante la vaccinazione hanno una gravità del decorso inferiore rispetto alle persone non vaccinate. E ciò malgrado i primi siano in media più anziani e abbiano un profilo di rischio più elevato.

25.1.2022 - 16:45

Lo dimostra una valutazione del registro dei pazienti malati di Covid-19 nelle unità di cure intense (RISC-19-ICU), effettuata da un gruppo guidato da Matthias Hilty, primario dell'Istituto di medicina intensiva dell'ospedale universitario di Zurigo (USZ), e pubblicata nella rivista «Intensive Care Medicine».

Lo studio ha incluso 964 pazienti curati in Svizzera dall'inizio della campagna di vaccinazione fino alla fine di settembre del 2021.

Le 33 persone che erano state completamente immunizzate con uno dei vaccini mRNA approvati in Svizzera erano ad alto rischio e gravemente malate.

In media, avevano quasi sette anni di più dei 931 pazienti non vaccinati e avevano più comorbidità. In particolare, molti assumevano farmaci immunosoppressori a causa di una malattia precedente.

Meno problemi respiratori

L'analisi ora pubblicata ha mostrato che i pazienti vaccinati, benché in un gruppo a più alto rischio, avevano meno problemi respiratori quando sono arrivati in terapia intensiva.

La ventilazione meccanica è stata necessaria in misura minore e hanno sofferto meno frequentemente di gravi insufficienze polmonari o sistemiche. La severità meno grave della malattia ha anche comportato un soggiorno in terapia intensiva di sei giorni più breve per i pazienti vaccinati sopravvissuti.

I dati raccolti USZ sono una chiara indicazione che la vaccinazione fornisce una buona protezione e che i pazienti a rischio ne beneficiano enormemente, sottolinea Hilty in un comunicato odierno. E le nuove varianti del virus non hanno finora cambiato il quadro della situazione. Lo studio rileva inoltre l'importanza del miglioramento continuo dei programmi di vaccinazione, per esempio attraverso ulteriori dosi di richiamo aggiuntive.

https://doi.org/10.1007/s00134-021-06610-z

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