Svizzera «Sul Covid collaborazione tra scienza e politica insufficiente»

ev, ats

14.11.2023 - 09:34

Circa 200 ricercatori hanno esaminato vari aspetti del coronavirus nell'ambito del Programma nazionale di ricerca Covid-19 (foto d'archivio)
Circa 200 ricercatori hanno esaminato vari aspetti del coronavirus nell'ambito del Programma nazionale di ricerca Covid-19 (foto d'archivio)
Keystone

Scienza e politica non hanno sufficientemente collaborato durante la pandemia di coronavirus. È la conclusione cui sono giunti i ricercatori nel rapporto di sintesi del Programma nazionale di ricerca «Covid-19» (PNR 78). L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e i ricercatori concordano sulla necessità di rafforzare la cooperazione.

Il partenariato tra la comunità scientifica e le istituzioni statali non è stato abbastanza sviluppato per reggere all'enorme pressione di una crisi pandemica, secondo il rapporto finale pubblicato oggi.

L'opinione iniziale che i canali di comunicazione esistenti e la cooperazione tra scienza e autorità sanitarie sarebbero stati sufficienti in caso di crisi non si è concretizzata durante la pandemia Covid-19, si legge nel rapporto. Soprattutto nella fase iniziale della pandemia, sembrava esserci una scissione tra la comunità scientifica e le istituzioni governative, che ha portato a una comunicazione confusa sulle misure e sulla loro motivazione scientifica.

«All'inizio si sono dovute formare le reti. Spesso le persone non erano sulla stessa lunghezza d'onda. Non sapevamo esattamente chi fosse responsabile di cosa, chi stesse lavorando in quali condizioni», ha detto ai media Marcel Salathé, presidente del comitato direttivo del PNR 78. Molto nella collaborazione ha tuttavia funzionato bene, ha sottolineato lo scienziato.

Anche l'UFSP vuole rafforzare la cooperazione

La cooperazione dovrebbe comunque essere migliorata per le crisi future. «Siamo decisi a utilizzare questa esperienza per rafforzare la cooperazione tra scienza e autorità», ha dichiarato la vicedirettrice dell'UFSP Linda Nartey.

«La conclusione del Programma nazionale di ricerca è anche una nuova partenza», ha proseguito. Si tratta di chiarire esattamente chi è responsabile di cosa e come funziona esattamente lo scambio.

Nel rapporto, i ricercatori raccomandano misure per migliorare la cooperazione, come simposi regolari per il trasferimento delle conoscenze, un programma di dottorato comune di un'università e dell'Ufficio federale della sanità pubblica, nonché programmi di scambio per dipendenti scientifici della pubblica amministrazione e membri delle università.

Bilancio positivo

Fondamentalmente, tuttavia, i ricercatori stilano un bilancio positivo sul PNR 78 : il programma di ricerca ha comunque dato un contributo costruttivo alla comprensione scientifica della pandemia in Svizzera, indica il rapporto.

«I progetti di ricerca hanno fornito dati e risultati che sono già stati integrati nella gestione della pandemia, ma che accompagneranno anche la preparazione a crisi future», ha dichiarato Nartey. Il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) ha lanciato il programma di ricerca nell'aprile 2020.

Finanziato con 20 milioni di franchi, il PNR 78 aveva quale obiettivo di acquisire nuove conoscenze sul Covid-19, elaborare raccomandazioni per la gestione clinica e il sistema sanitario e accelerare lo sviluppo di vaccini, trattamenti e diagnostica.

Nell'ambito del progetto, ad esempio, i ricercatori hanno fornito approfondimenti sul comportamento di mobilità della popolazione durante la pandemia e sulla trasmissibilità del virus, oltre ad analisi settimanali sull'accettazione delle misure di protezione, secondo un comunicato del FNS.

Ricerca in modalità di crisi

La sfida più grande per tutti i ricercatori - secondo Salathé - era il rapporto con un campo di ricerca straordinariamente dinamico, il cui rapido ritmo era in parte dovuto alla dimensione globale della pandemia. Il programma di ricerca ha dovuto anche adattarsi a nuovi sviluppi, come la comparsa del Long Covid.

«In questa situazione di crisi è stato dimostrato che la ricerca svizzera è in grado di fornire risultati molto rapidamente», ha dichiarato il FNS. La scienza deve ora tenersi pronta per crisi future, ha detto Salathé, aggiungendo che queste aumenteranno notevolmente. La scienza deve essere pronta a mobilitarsi rapidamente in ogni momento. «Dopo la crisi è prima della crisi», ha detto Salathé.

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