Pratiche illegali Adozioni dallo Sri Lanka, «Entrambe le bimbe sottratte alla madre senza che lo sapesse»

Di Gil Bieler

7.5.2023

Sarah Ramani Ineichen, presidente di Back to the Roots, qui in occasione di una conferenza stampa a San Gallo nell'estate del 2020.
Sarah Ramani Ineichen, presidente di Back to the Roots, qui in occasione di una conferenza stampa a San Gallo nell'estate del 2020.
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Fino agli anni '90, centinaia di bambini sono arrivati illegalmente in Svizzera dallo Sri Lanka. La Confederazione ora aiuta le persone adottate a ritrovare le loro radici. Sarah Ramani Ineichen dell'associazione «Back to the Roots» («Ritorno alle radici» ndt.) fa il punto della situazione.

Di Gil Bieler

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Per decenni bambini dello Sri Lanka sono stati affidati illegalmente a genitori adottivi in Svizzera.
  • Le autorità all'epoca lo sapevano, ma hanno fatto finta di niente.
  • Nel maggio 2022, il Consiglio federale, i Cantoni e l'associazione «Back to the Roots» («Ritorno alle radici» ndt.), fondata da persone adottate, hanno firmato un accordo per fornire maggiore sostegno alle persone colpite.
  • Un anno dopo, Sarah Ramani Ineichen presidente di «Back to the Roots», può tracciare un primo bilancio positivo.

È uno dei capitoli più oscuri della storia recente della Svizzera: tra gli anni '70 e gli anni '90, quasi 900 bambini provenienti dallo Sri Lanka sono stati dati in adozione in Svizzera attraverso pratiche illegali.

Ciò che è particolarmente scioccante è che le autorità svizzere hanno volto lo sguardo altrove, nonostante avessero chiari indizi di queste attività fuorilegge. Il Consiglio federale ha riconosciuto queste omissioni e ha espresso il proprio rammarico.

Più di 50 persone adottate dallo Sri Lanka si sono fatte avanti

Ma che dire dei bambini adottati all'epoca? Sono cresciuti da tempo e spesso non conoscono le loro radici familiari. Per questo motivo, un anno fa il Consiglio federale e i cantoni hanno deciso di fornire un maggiore sostegno alle persone interessate nella ricerca delle loro origini.

Nel maggio 2022, la consigliera federale Karin Keller-Sutter, all'epoca ancora a capo del Dipartimento di Giustizia, e i rappresentanti dei Cantoni e dell'associazione «Back to the Roots» («Ritorno alle radici» ndt.) hanno infatti firmato un accordo in tal senso.

Due casi emblematici

Da allora sono successe molte cose, dice Sarah Ramani Ineichen, presidente di «Back to the Roots», in un'intervista a blue News. L'anno scorso si sono fatte avanti 54 persone adottate dallo Sri Lanka e altre 60 da altri Paesi.

«Per la maggior parte delle persone che vengono a conoscenza d'essere state adottate è uno shock, racconta Ineichen, anche se avevano già il sentimento che c'era qualcosa. Finora abbiamo avuto due casi con un risultato positivo. In uno si tratta di un uomo che ha ritrovato sua mamma e suo papà. Non si sono ancora incontrati. È importante prepararsi emotivamente prima.

«Abbiamo poi un secondo caso, nel quale, una donna ha ritrovato sua mamma e sua sorella, dopo 40 anni. L'incontro avrà luogo a breve».

«Alla mamma, continua la presidente di «Back to the Roots», sono state prese le due figlie senza il suo consenso e senza che lo sapesse. Sono state vendute a sua insaputa. Le due nasciture sono state messe nella stessa struttura ma poi adottate da due coppie diverse, in provenienza da due diversi Paesi».

«Back to the Roots», il punto di contatto per chi è stato adottato

«Back to the Roots» è stata fondata nel 2018 da persone adottate dallo Sri Lanka. L'associazione promuove gli interessi delle persone adottate dal Paese asiatico che sono in Svizzera, vuole rafforzare la rete di contatto e aiutare nella ricerca delle origini. Ecco l'indirizzo a cui le persone interessate: possono rivolgersi: info@backtotheroots.net.

Chiarimenti in Sri Lanka molto difficili

Il Consiglio federale e i cantoni hanno messo a disposizione un massimo di 250.000 franchi all'anno per chiarire l'origine di 20 persone. «Ma questo numero è stato raggiunto subito dopo la firma dell'accordo», spiega Ineichen. «Per questo motivo abbiamo avviato immediatamente le trattative per un accordo di seguito, in modo da non dover respingere le persone interessate già all'inizio del 2022».

La ricerca in Sri Lanka è complessa. «Back to the Roots», spiega Ineichen, pubblica annunci sui giornali e affigge manifesti. Se le famiglie si fanno avanti, l'associazione sponsorizza anche test del DNA per chiarire ogni possibile relazione. Il fatto che lo Stato insulare a sud dell'India si trovi in una grave crisi economica e politica, accentuata negli ultimi due anni dall'emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19, rende i chiarimenti ancora più difficili.

Il ricongiungimento è uno scenario, ma non l'unico

E anche se si riesce a stabilire un legame familiare, il ricongiungimento deve essere monitorato attentamente. «La maggior parte dei bambini è stata separata dalle madri a causa di coercizioni sociali o finanziarie, o addirittura strappata loro dopo la nascita. Questo è traumatizzante, non solo per le madri ma anche per gli adottati», spiega Ineichen.

Ciò potrebbe innescare disturbi dello sviluppo che si protraggono anche nella vita adulta. «Per questo è importante preparare bene entrambe le parti e fornire un supporto psicologico esterno. I nostri consulenti seguono molto da vicino le persone in questa situazione, anche per tenere conto delle importanti differenze culturali. Pianifichiamo tutto nei minimi dettagli.».

Una prima riunione tra alcuni familiari, come detto prima, è prevista nei prossimi giorni. «C'è ancora molto da fare», dice in chiusura Ineichen.

Il progetto pilota della Confederazione, dei Cantoni e di «Back to the Roots» è limitato alla fine del 2024. Ineichen afferma che si sta già lavorando per chiarire cosa succederà dopo.