Un ragazzo, appena ventenne, richiedente l'asilo afgano si è suicidato al centro per gli asilanti a Cadro: un gesto estremo che riapre il dibattito sulla presa a carico dei giovani rifugiati con fragilità, da parte delle autorità cantonali e federali, e della qualità della gestione dei centri d'accoglienza.
Swisstxt / red
14.07.2023, 19:27
15.07.2023, 09:21
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Si tratta di un tema sempre delicato. A volte un autentico tabù. Stiamo parlando del suicidio. E nello specifico, del rischio di suicidi tra i migranti, tra i richiedenti l'asilo.
Un tema che – dopo una serie dei casi riscontrati in Romandia – è stato al centro di atti parlamentari a Berna e che in questi giorni è tornato tristemente di estrema attualità in Ticino, come si può leggere sul sito della RSI.
Un ospite del centro per richiedenti l'asilo di Cadro, un ventenne afgano, si è tolto la vita. Una tragedia, come riferisce la RSI, che porta a qualche riflessione sull'efficacia della presa a carico di queste persone che spesso portano con sé un bagaglio pesante di fragilità.
«Una persona già fragile (...) si ritrova segregata»
«C'è una procedura che pone un'angoscia in questi ragazzi solo per il fatto di dover essere definiti maggiorenni o minorenni. E subiscono anche la possibilità di dover andare nel loro Paese o in Paesi dell'Europa dove hanno già subito tantissimo. Arrivano qui e sono da subito considerati solo come dei numeri. Come quasi in un carcere. Una persona già fragile, che pensa di essere arrivata in un Paese dove può costruire il suo futuro, invece si ritrova segregata», spiega Immacolata Iglio Rezzonico, avvocata luganese e attivista per i diritti dei migranti, alla RSI.
Tra i centri gestiti dalla Confederazione e quelli del Cantone non si trovano molte differenze, ha detto alla RSI l'avvocata, che critica anche le strutture d'accoglienza. In Ticino è per esempio da anni nota la non idoneità del centro di Paradiso. E l'attivista critica anche la soluzione di Cadro.
Un caso isolato?
I due centri di Cadro e Paradiso sono gestiti dal Cantono mediante la Croce Rossa. La direttrice di Croce Rossa Sottoceneri, Debora Banchini Fersini, ha spiegato alla RSI come avviene la presa a carico.
«Noi siamo affranti. E proprio per il rispetto di questa persona pensiamo che non sia giusto riferire elementi di dettaglio. Questo gesto estremo, rispetto alla mia esperienza, è un caso isolato. Sicuramente i minorenni hanno delle fragilità importanti. E quindi tutto quello che noi facciamo è fatto proprio per evitare che si arrivi a queste situazioni. La Croce Rossa segue ogni persona accolta nei centri collettivi a livello globale, quindi con del personale qualificato sia dal profilo sociale che da quello sanitario. Abbiamo anche a disposizione quotidianamente degli psicologi, che possono accompagnare le persone nel sostegno rispetto alle loro fragilità», ha riferito ai microfoni della RSI.
Le strutture d'accoglienza in Ticino
È stato chiesto un parere anche al Cantone, all'Ufficio del sostegno, riferisce l'emittente di Comano, i quali hanno fatto sapere che, visto il drammatico evento e nel rispetto della persona deceduta, non ritengono opportuno riferire elementi di dettaglio.
Le autorità, inoltre, stanno effettuando accertamenti. Precisano comunque che la struttura di Cadro è ritenuta idonea e non è prevista alcuna sostituzione. Quella di Paradiso verrà invece dismessa prossimamente.
Il Municipio di Riviera conferma alla RSI una novità sul fronte delle strutture. Il Cantone settimana prossima dovrebbe presentare la domanda di cambio di destinazione dell'Ostello di Cresciano. L'ex ostello, se la domanda verrà approvata, sarà trasformato in un foyer per rifugiati minorenni giunti in Svizzera senza i genitori.