La takahashia japonica è stata scoperta per la prima volta in Svizzera a Brissago
Ecco come si presentano i rami attaccati a Brissago. Dovranno essere tagliati.
Ovisacchi dall’aspetto cotonoso di Takahashia japonica.
La takahashia japonica è stata scoperta per la prima volta in Svizzera a Brissago
La takahashia japonica è stata scoperta per la prima volta in Svizzera a Brissago
Ecco come si presentano i rami attaccati a Brissago. Dovranno essere tagliati.
Ovisacchi dall’aspetto cotonoso di Takahashia japonica.
La takahashia japonica, una cocciniglia dannosa grande pochi millimetri, è stata trovata per la prima volta in Svizzera, a Brissago. Lo rivela la RSI. Si tratta di un nuovo insetto invasivo che rappresenta un rischio per le piante ornamentali e forse anche per i boschi. Le autorità cantonali intervengono. Da dove viene? Come riconoscerla e cosa fare nel caso in cui la si dovesse trovare nel proprio giardino?
A notare una presenza insolita è stato il giardiniere di Brissago Roberto Gambetta, che così ha spiegato la situazione alla RSI: «Dopo averlo visto mi sono documentato e ho capito che si trattava dell'insetto invasivo takahashia japonica. Ho quindi subito avvisato il servizio fitosanitario cantonale e il municipio di Brissago».
Il piccolo insetto è stato infatti trovato nel comune confinante con l'Italia, sul Lago Maggiore, per la prima volta in Svizzera, come conferma Cristina Marazzi, responsabile del servizio fitosanitario ticinese: «In Ticino e in Svizzera non ne abbiamo mai sentito parlare. L'Ufficio federale dell’ambiente lo ha messo nella lista dei sorvegliati speciali, non è un insetto da quarantena».
L'insetto può uccidere la pianta
La takahashia japonica è innocua per l'uomo ma molto nociva per certe piante ornamentali, in particolare i gelsi, gli aceri e i carpini. Si nutre di linfa e porta al disseccamento della pianta. A Brissago ad essere colpiti sono quattro gelsi.
Nell'immagine illustrativa d'archivio gelsi a sostegno della vigna
Nella foto illustrativa d'archivio una pianta di acero con le
foglie ingiallite in Ticino.
Nell'immagine illustrativa d'archivio delle foglie di carpini, presenti anche nel nostri boschi ticinesi.
Le tre piante colpite dalla takahashia japonica
Nell'immagine illustrativa d'archivio gelsi a sostegno della vigna
Nella foto illustrativa d'archivio una pianta di acero con le
foglie ingiallite in Ticino.
Nell'immagine illustrativa d'archivio delle foglie di carpini, presenti anche nel nostri boschi ticinesi.
«Le piante di carpini sono presenti nelle nostre foreste», spiega Marazzi. «Se dovesse esserci un attacco in un bosco potrebbe essere problematico. Ecco perché è un osservato speciale».
Cosa ha deciso il Cantone?
Le prime misure decise dal Cantone sono il trattamento biologico e il monitoraggio della zona. Per ora il Comune di Brissago non ha avvistato altre pinate attaccate.
Mercoledì il giardiniere Gambetta procederà con «la potatura delle parti più infestate, poi un trattamento con un olio grasso per cercare di contenere la malattia», spiega alla RSI.
Per poi concludere: «Gli scarti vegetali verranno messi in appositi sacchi speciali per poi venir smaltiti tramite la distruzione nell’inceneritore perché non si possono mettere con gli altri scarti vegetali».
Da dove viene e da quando è presente in Europa?
La takahashia japonica ha origine asiatiche, è stata individuata per la prima volta in Giappone, sugli alberi di gelso. Si è poi diffusa anche in Cina, Corea del Sud e India.
È stata individuata per la prima volta in Europa nel 2017, in un parco comunale a Cerro Maggiore, in provincia di Milano, come scrive il sito della Regione Lombardia, citato dalla RSI. La si può trovare anche in altri comuni vicino a Milano, Varese e Monza Brianza.
Stando a quanto è stato osservato finora in Lombardia, la takahashia japonica compie una generazione all'anno: verso la fine di aprile e l'inizio di maggio vengono prodotti gli ovisacchi da parte delle femmine.
A fine mese dalle uova escono le neanidi, che poi si spostano verso le foglie. Si nutrono della linfa e restano lì fino in ottobre, momento in cui si spostano di nuovo sui rami per svernare.
Come riconoscere la takahashia japonica e cosa fare?
L'insetto è, come si legge sempre sul sito della Regione Lombardia, facilmente riconoscibile grazie ai caratteristici ovisacchi dall’aspetto cotonoso, tubolari, formanti anelli lunghi da 4 a 5 cm di colore bianco.
Gli ovisacchi, composti da sostanze cerose, contengono migliaia di uova di colore tendente all'arancione, grandi circa 0,5 mm, e sono di regola attaccati, a diverse altezze, ai rami giovani della pianta. Possono però trovarsi anche sui getti laterali del tronco o vicino ai tagli di potatura.
Nel caso in cui ci si dovesse imbattere in piante colpite dalla takahashia japonica nel proprio giardino, le autorità cantonali ticinesi raccomandano di non intervenire direttamente con dei prodotti ma di avvisare immediatamente il servizio fitosanitario, il cui indirizzo si può trovare sulla pagina web del Cantone.