In TicinoPreoccupa l'espansione del coleottero giapponese, divoratore di piante
SwissTXT/Red
8.4.2022
Nonostante sia ancora allo stadio di larva, l'evoluzione del coleottero giapponese già preoccupa. L'insetto invasivo è sempre più presente nelle zone infestate e si espande verso il Sopraceneri: sono già state trovate 350'000 larve in un solo vigneto del Mendrisiotto.
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08.04.2022, 13:29
08.04.2022, 13:32
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Stando a dei prelievi effettuati, rende noto la RSI, in estate si assisterà a un importante aumento della popolazione adulta del coleottero giapponese (Popilia japonica), che si sta spostando verso nord.
L'insetto, come spiega il cantone, è un piccolo coleottero originario del Giappone estremamente vorace, che può «nascondersi» in più di 300 piante tra cui la vite, il mais, il melo, il pomodoro e la fragola.
Una volta adulti si nutrono della chioma di molte piante, le cui foglie vengono sistematicamente mangiate tutte, dei pistilli di alcuni fiori e, nel caso di grandi infestazioni, anche di frutti ancora acerbi, come ad esempio delle mele. Le larve, che si sviluppano nel terreno, si nutrono di radici e in particolare di quelle delle graminacee, che vengono attaccate e indebolite.
Vista la pericolosità per l'ambiente e il numero importante di larve rinvenute, il Cantone ha quindi deciso di potenziare la lotta contro questo insetto invasivo in collaborazione con i quattro comuni di Mendrisio, Stabio, Novazzano e Morcote, con la consapevolezza che ormai un'eradicazione del coleottero giapponese non sarà più possibile.
Il Servizio fitosanitario ha mostrato alla RSI un vigneto del Mendrisiotto, uno dei tanti punti in Ticino in cui durante l'inverno vengono effettuati prelievi mirati, nel quale ci sono circa 350'000 larve, che in estate diventeranno insetti capaci di gravi danni alle colture.
«Ogni anno aumenta il numero di larve»
«Ogni anno aumenta il numero di larve che troviamo nel terreno. Si conferma così l’evoluzione e la distribuzione del coleottero», spiega ai microfoni della RSI Luca Jelmini, del Servizio fitosanitario ticinese.
I prelievi sul terreno e i risultati della ricerca hanno portato all'allargamento del perimetro della zona infestata definito 10 mesi fa: «Quello che ci aspettavamo meno è l’esplosione delle popolazioni che avevamo già rilevato in zona rossa nel 2020», chiarisce Cristina Marazzi, responsabile del Servizio fitosanitario Ticino.
C'è quindi un peggioramento, e una nuova decisione dell'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG), datata primo marzo, rende attenti sulla gravità della situazione e dà facoltà al Servizio fitosanitario cantonale di testare metodi di lotta o cattura mai utilizzati finora.
In Ticino non si è perso tempo: un prodotto fitosanitario è stato omologato, ma per un suo utilizzo in vigna servirà l'autorizzazione cantonale. Poi si pensa all'introduzione di un organismo antagonista.
Un progetto pilota
Inoltre, come spiega Marazzi: «abbiamo pensato di lanciare un progetto pilota quest’anno che si appoggia anche all’aiuto di alcuni comuni scelti perché più colpiti e suscettibili dalla presenza di Popilia». Mendrisio, Stabio, Novazzano e Morcote si attiveranno quindi nelle prossime settimane. Gli uffici tecnici sono già stati contattati.
«Abbiamo pensato di posare circa 130 trappole su quasi tutti i quartieri. Quest’anno pensiamo di introdurre un termine da metà giugno fino a circa metà agosto e continuare questa lotta e catturarne il più possibile», afferma David Mutti, responsabile verde pubblico della Città di Mendrisio.
Più che di lotta, sembrerebbe si stia andando sempre di più verso la convivenza: «In certe zone probabilmente sarà così. Per i nostri parametri non è ancora una presenza massiccia: se consideriamo il focolaio principale tra Lombardia e Piemonte i numeri sono ancora contenuti. Ma proprio per mantenerli così cerchiamo delle soluzioni per poi avviarci probabilmente verso la convivenza», afferma Marazza.
Il monitoraggio diffuso e gli altri metodi proseguiranno offrendo interventi a costi diversi sempre con l’obiettivo di contrastare e contenere l’insetto.