Processo Chiesti 11 anni per il papà violento, «chi sapeva non ha detto nulla»

SwissTXT / pab

9.7.2020

Papà violento alla sbarra a Lugano 
Papà violento alla sbarra a Lugano 
Ti-Press

Undici anni di carcere e l'espulsione per 10 anni anni per tentato omicidio. 

È questa la richiesta di pena della procuratrice Marisa Alfier per il cittadino siriano 50enne domiciliato nel Mendrisiotto a processo giovedì davanti alla corte delle Assise criminali a Lugano.

L'uomo a più riprese, negli anni, ha tentato di uccidere a pugni e calci due figli. E il suo violento e manesco controllo era esercitato quotidianamente anche sulla moglie.

«Nella nostra cultura i figli si educano così»

Nel dicembre del 2018, nella loro abitazione, picchiò per ore brutalmente la figlia, colpevole ai suoi occhi di essersi fidanzata senza il suo permesso. Un trattamento che riservò anche al figlio.

«Nella nostra cultura, per evitare che prendano la strada sbagliata, i figli si educano così. Picchiandoli», spiegò agli inquirenti il giorno del suo arresto, scattato il 26 dicembre.

Chi sapeva non ha detto nulla

Nel corso del processo contro il 50enne, durante la testimonianza della figlia, che stremata dalle violenti percosse ricevute dal padre aveva chiamato la polizia, si è appreso che negli anni, dal 2015 al 2018, si era confidata con degli adulti.

Almeno sei persone, tra le quali anche qualche insegnante, che aiutava i ragazzi non scolarizzati ad imparare l’italiano, sapevano che in quella famiglia vigeva un clima di totale controllo e terrore, fatto di calci, pugni e botte. Ma tutti, e lo ha detto il giudice Amos Pagnamenta, se ne sono bellamente lavati le mani.

Il giudice ha quindi chiesto alla procuratrice pubblica Marisa Alfier, visto che in questi casi vige l’obbligo di denuncia, che vengano aperti nei confronti di queste persone dei procedimenti penali.

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