Sciopero della fame La protesta dei migranti: «Non possiamo andare da nessuna parte»

SwissTXT / sam

25.6.2019 - 18:26

Il bunker di Camorino
Il bunker di Camorino
Ti-Press

«Non possiamo andare da nessuna parte, non abbiamo nemmeno un abbonamento per l'autobus. In questi giorni chi non ha il permesso, cioè quasi tutti noi, non può stare all'interno del bunker».

Questa è una delle testimonianze raccolte dalla RSI martedì a Camorino, una delle voci dei migranti che hanno deciso di protestare per le condizioni della struttura nella quale sono ospitati, attraverso uno sciopero della fame.

La risposta del Cantone

Il Cantone sulla questione ha diffuso una nota nella quale comunica di aver preso una serie di misure «tenuto conto della canicola estiva e della situazione creatasi la scorsa estate» per evitare l'innalzamento delle temperature all'interno del centro per l'alloggio di richiedenti l'asilo.

Le misure

Il Cantone ha previsto in particolare la chiusura della struttura dalle 9 alle 18 in modo da consentire l’attivazione del sistema di areazione misto. Inoltre, è stata trasferita la distribuzione dei pasti nella struttura esterna adiacente al Centro, dove avevano già luogo le attività d’integrazione.

Sono altresì state predisposte delle migliorie logistiche quali l’istallazione di una rete WI-FI e TV, a complemento della possibilità di fruire gli spazi verdi all’esterno.

Previsti anche spostamenti in altre strutture

«Le competenti autorità hanno preso atto che non è stato purtroppo colto lo spirito costruttivo con cui si è deciso di intervenire in chiave migliorativa», si legge però nel comunicato stampa, che si conclude dicendo che per ulteriormente migliorare la situazione sono previsti alcuni spostamenti in altri centri collettivi nell’ottica di ristabilire gli equilibri all’interno del Centro.

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